2022/12/28

Il Delirio del Giorno: “penso che tu abbia dei seri problemi cognitivi”

Mail del 27 dicembre 2022:

Buonasera Paolo, avrei solo una domanda (molto personale) da farti riguardo alle tue ricerche, soprattutto sull 11 Settembre:

Ma tu, credi veramente in quello che dici? o sai di dire delle falsità ma le divulghi lo stesso solo per portare i soldi a casa per pagare il mutuo e il pane come il protagonista di Thank you for smoking che parlava bene delle sigarette?

Perché in caso tu sia in buona fede, penso che tu abbia dei seri problemi cognitivi.

In caso contrario spero che quando lascerai questo mondo, gli "dei" siano clementi con te.. perché non so cosa possa capitare alla tua anima dopo una vita passata a divulgare falsità in una posizione importante come la tua

(Non so se hai presente il finale di Ghost😉)

Grazie in anticipo per la futura risposta

La mia risposta:

Buongiorno [nome rimosso],

se hai questa opinione di me, non crederai a qualunque cosa ti risponda.

Quindi nonostante i miei "seri problemi cognitivi" arrivo a capire che risponderti nel merito è inutile. Mi dispiace che tu non sia arrivato a capire che la tua domanda lo è ancora di più.

In quanto alla mia anima, sono ateo e sto bene così, grazie.

Paolo Attivissimo

P.S. Ghost è un film, non un documentario.

2022/12/27

Twitter, cosa si sa del presunto furto di dati di 400 milioni di utenti e come reagire

Ultimo aggiornamento: 2022/12/28 13:15.

Da alcuni giorni circola la notizia di un presunto furto di dati di 400 milioni di utenti di Twitter. Su BreachForums, un noto sito di compravendita di dati rubati, è comparso un annuncio, a nome di un utente del sito che si fa chiamare Ryushi, che offre dati privati di circa 400 milioni di utenti unici di Twitter, compresi indirizzi di mail e numeri di telefono di celebrità, politici e aziende.

Un articolo su BleepingComputer fornisce numerosi dettagli ulteriori. “Ryushi” dice che sta cercando di vendere i dati a una singola persona (o a Twitter stessa) per 200.000 dollari e in tal caso li cancellerà; se la vendita non va in porto, proverà a venderli ripetutamente a 60.000 dollari per volta.

I dati sarebbero stati ottenuti usando una vulnerabilità di Twitter che è stata corretta a gennaio 2022, quindi ben prima dell’acquisizione da parte di Elon Musk.

BleepingComputer ha confermato che i dati di due dei profili presenti nella raccolta messa in vendita abusivamente sono autentici. Inoltre almeno uno dei profili di celebrità elencati nel campione dimostrativo, quello del noto giornalista e opinionista britannico Piers Morgan, sia stato violato, secondo la segnalazione di Troy Hunt successivamente confermata da Wales Online; il furto dei dati e la violazione dell’account potrebbero essere collegati.

Fra i dati rubati ho visto account attribuiti ad alcuni politici statunitensi, almeno un astronauta, Whoopi Goldberg, William Shatner e Anthony Daniels.

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Cosa fare. Come consueto, anche se non siete celebrità o amministratori di account aziendali su Twitter, consiglio di fare grande attenzione a qualunque messaggio che parli di problemi di sicurezza riguardanti il vostro account Twitter: potrebbe trattarsi di un tentativo di altri truffatori di rubarvi l’account partendo da questi dati rubati, che non sono completi ma offrono un appiglio iniziale.

Se usate su Twitter la stessa password che usate altrove, cambiatela e smettete di adottare questa pratica pericolosissima che spiana la strada ai ladri che vogliono prendere il controllo degli account per poi ricattare i legittimi titolari chiedendo soldi per restituirlo. Attivate l’autenticazione a due fattori, preferibilmente tramite app invece che via SMS.

Sottolineo che in questo caso i dati non sono stati rubati a causa degli utenti; la fuga è dovuta unicamente a un errore tecnico di Twitter. Questo errore, fra l’altro, potrebbe avere serie ripercussioni legali ed economiche per Twitter alla luce delle sanzioni legate a violazioni delle leggi di protezione dei dati personali, come per esempio il GDPR.

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2022/12/28 13:15. Cybersecurity360.it segnala che il Garante Privacy irlandese ha aperto un’indagine.

2022/12/24

Il Delirio del Giorno: energia dal nulla per creare “ecovillaggi indipendenti anarchici autogestiti”

Nota: dai commenti mi segnalano che avevo già pubblicato una versione più breve e maggiormente pecettata di questo scambio qui. Scusate per il doppione involontario.

Mail di ottobre 2021 (con foto allegate):

Salve piacere di conoscerti mi chiamo [nome rimosso] sono un ex studente della facoltà di chimica farmaceutica di Catania che ha abbandonato gli studi dopo aver dimostrato l'inutilità storica di tutte le vaccinazioni promuovendo in Italia la traduzione del libro Malattie vaccini e la storia dimenticata della dottoressa Suzanne Humphries medico internista americano, che ha composto un compendio di epidemiologia dal 1750 ad oggi.

Sono relativamente conosciuto anche per aver curato mia madre da un tumore alla cervice che necessitava di intervento chirurgico utilizzando solo dieta e fitoterapia, oltre ad altre svariate persone e animali. Fin da piccolo nutrivo la passione per tutte le branche della scienza e in special modo la fisica, così nel tempo ho approfondito gli studi di Nikola Tesla ed Ettore Majorana e finalmente sono riuscito a costruire un modello del generatore elettrico cinetico inerziale elettromeccanico di Nikola Tesla, un dispositivo in grado di sostituire tutte le fonti energetiche attualmente utilizzate, compreso l'utilizzo di batterie, a basso costo di produzione e di manutenzione, che sfrutta la forza gravitazionale terrestre.

Entro metà ottobre farò una presentazione pubblica del generatore in uno spazio privato, in cui ho invitato diversi professori di istituti tecnici e università, che spero possano accorrere.

Estendo l'invito anche a te, sto cercando di invitare anche Massimo Mazzucco per avere la massima copertura mediatica per cercare di evitare di fare la fine del dott. Dedonno.

Concludo dicendo che non intrattengo rapporti di alcun tipo con politici massoni o altre associazioni, il mio obbiettivo è la creazione di una fondazione senza scopo di lucro, che porti le vere istanze ecologiste e crei degli ecovillaggi indipendenti anarchici autogestiti che non riconoscono l'autorità di alcuno stato ne autorità precostituita. Spero possa essere di tuo interesse il messaggio che cerco di portare avanti, per il bene di tutto l'ecosistema.

[link a pagina Facebook rimosso] Da qui potrai seguire i prossimi aggiornamenti sulle mie attività.

Mi piacerebbe se venisse lei con un ingegnere del cicap ad analizzare la macchina.

Cordiali saluti

Ho risposto così:

Buongiorno Sig. [nome rimosso],

rispondo a lei con le stesse parole con le quali rispondo a tutti coloro che ritengono di aver inventato macchine per la produzione di energia dal nulla: io e i miei colleghi del Cicap riceviamo richieste come la sua in continuazione. Tutte, finora, si sono rivelate delle perdite di tempo: non appena la macchina viene usata in condizioni controllate, cessa di funzionare, oppure l'inventore rifiuta di consentire un esame completo e indipendente della sua invenzione, adducendo scuse di tutti i generi, e quindi il viaggio si rivela inutile.

Una macchina del genere, inoltre, violerebbe così tanti principi fondamentali della fisica che se funzionasse dovremmo riscrivere buona parte della scienza e lei si meriterebbe due o tre premi Nobel. Non è del tutto impossibile, ma è altamente improbabile.

Per cui le probabilità che lei abbia davvero una macchina funzionante sono minime.

Ma per correttezza non lo si può escludere, per cui le propongo un esperimento piuttosto semplice: se la sua macchina è davvero in grado di produrre energia in misura maggiore di quella immessa per farla funzionare, può semplicemente collegare l'uscita della macchina al suo ingresso di alimentazione e applicare alla macchina un carico che consumi energia: una lampadina o un asciugacapelli, per esempio. In pratica, la macchina alimenta se stessa e avanza abbastanza energia per alimentare qualcosa.

Se la sua macchina, completamente isolata da altre fonti di energia e senza banalità come batterie interne, riesce a funzionare (alimentando un carico) per un mese ininterrotto, allora mi chiami. Nessun inventore finora è riuscito neppure ad arrivare a questo. Fino a che non riesce a produrre questo semplice risultato, non ha alcun senso invitare né me né gli ingegneri del Cicap né professori di istituti tecnici e università.

Non ho tempo di intavolare con lei una discussione sui dettagli della sua invenzione o sulle sue altre teorie personali; sono irrilevanti finché lei non produce il risultato preliminare che ho descritto.

Distinti saluti

Paolo Attivissimo

La risposta dell’inventore:

Il mio modello di generatore elettrico cinetico inerziale elettromeccanico è costruito con motori a spazzole che permettono una vita utile di circa 10 mila ore, dopodiché vanno sostituite per consumo delle stesse. Il mio obbiettivo è fare una presentazione di 8 ore in cui verranno alimentati 200W di LED continuativamente. La macchina non necessita di alcun tipo di batteria. Questo tipo di macchine vengono utilizzate da anni in India e Pakistan, quindi non ho inventato nulla.

Se accettate di analizzare la macchina vi comunicherò dove avverrà la presentazione. In ogni caso all'evento parteciperà un professore della facoltà di ingegneria meccanica del politecnico di Torino, oltre ad altri professori di istituti tecnici locali. Ho inviato email ai professori di ingegneria elettrica dell'ateneo di Catania, ma non hanno mai risposto .

Quindi invierà una delegazione o no?

La mia risposta:

Rilegga quello che lo ho scritto, per favore: le ho già risposto.

La prego di non inviarmi altri messaggi o commenti nei miei blog fino a che avrà ottenuto il risultato che le ho suggerito.

Distinti saluti

Paolo Attivissimo

La sua risposta:

Che la macchina rimanga in funzione 1 ora o un mese non vedo cosa centri con il suo funzionamento, dal momento che non ci sono batterie. In ogni caso come farei a farle vedere che funziona per un mese? Manderebbe un delegato che rimarrebbe accanto alla macchina per tutto questo tempo? Non capisco, come ho detto la macchina teoricamente in base alle specifiche dei motori i questione può essere mantenuta in moto per circa 10 mila ore prima che si consumimo le spazzole dei suoi motori elettrici in corrente continua, nello specifico dei 775 da 300W e un Rs550 da 50W.

È passato ormai un anno e non mi ha più contattato per annunciarmi di aver ottenuto risultati tangibili. Mi chiedo come mai.

Twitterremoto, quarta puntata: compare il numero di visualizzazioni, #ThereIsHelp rimosso temporaneamente, giornalisti ancora bloccati e altro ancora

Pubblicazione iniziale: 2022/12/24 10:49. Ultimo aggiornamento: 2022/12/28 9:40.

Grosso modo dalla mattina (ora italiana) del 24 dicembre Twitter ha attivato l’indicazione del numero di visualizzazioni di un tweet. Su Twitter Web e nell’app, ma non su Tweetdeck, sotto alcuni tweet compare un numero accanto all’icona delle statistiche.

Questa indicazione, però, non è sempre presente; quando manca, cliccando sull’icona delle statistiche (quella più a sinistra) compare l’avviso “I dati relativi alle visualizzazioni di questo Tweet non sono disponibili” accompagnato da un pulsante Cestina che è molto ingannevole, visto che non cestina nulla ma semplicemente chiude l’avviso.

Non sembra essere un filtro sul numero minimo di visualizzazioni, visto che ho notato tweet che indicavano anche una singola visualizzazione; forse è solo un ritardo nella propagazione del dato.

Resta da capire che cosa intende Twitter per “visualizzazione”. Un tweet che viene letto semplicemente facendo scorrere la cronologia verrà contato, oppure è necessario cliccarvi sopra? Inoltre sembra che mettere un like (normalmente segno che il tweet è stato letto) non faccia aumentare il contatore.

Questa nuova funzione potrebbe essere un autogol, perché rischia di rivelare che in realtà i tweet non vengono visti da tutti i follower e molti tweet non vengono letti praticamente da nessuno.

Sto facendo un test con questo tweet: quanti dei miei 420.964 follower attuali lo vedranno realmente? Finora (12.30), dopo tre ore circa, lo hanno “visualizzato” circa 17.200 account; dopo cinque ore (14.50), circa 29.000; dopo otto ore (17:50), circa 43.800; dopo due giorni e mezzo (1:40 del 26/12), circa 93.000. 

È emersa una contraddizione: il numero di “visualizzazioni” indicato nel tweet è completamente differente da quello che viene indicato cliccando sull’icona delle statistiche, come mostrato qui sotto: alle 14.55 di oggi, il tweet diceva 29.362, ma le statistiche dicevano 7.463. Ho segnalato il problema a @TwitterSupport. I due conteggi sono risultati sostanzialmente allineati dopo due giorni e mezzo (93.317 nel tweet, 92.398 nelle statistiche).

Il 24 dicembre Elon Musk ha tweetato che verrà aggiunta l’opzione di disattivare l’indicazione delle visualizzazioni (“We’ll tidy up the esthetics & add a setting to turn it off, but I think almost everyone will grow to like it”).

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Gli utenti paganti di Twitter hanno ora un piazzamento prioritario nelle conversazioni e possono caricare video lunghi fino a 60 minuti, secondo un aggiornamento della pagina informativa del servizio Twitter Blue (“Prioritized rankings in conversations: This feature prioritizes your replies on Tweets that you interact with. Longer video upload: Share more content with your followers. Twitter Blue subscribers can upload videos up to ~60 minutes long up to 2GB file size (1080p) (web only)”) (copia permanente).

C’è anche un progetto pilota chiamato Twitter Blue for Business, che aggiunge un bollino color oro agli account professionali o aziendali ufficiali.

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Intanto Reuters ha segnalato il 23 dicembre che nei giorni precedenti Twitter aveva “rimosso una funzione che promuoveva i numeri telefonici di prevenzione del suicidio e altre risorse di sicurezza agli utenti che cercavano alcuni tipi di contenuto”. Questa rimozione, secondo Reuters, sarebbe avvenuta per ordine di Elon Musk. 

Ella Irwin, head of trust and safety di Twitter, ha dichiarato a Reuters che si trattava di una rimozione temporanea e che la funzione, denominata #ThereIsHelp, sarebbe tornata online la settimana successiva. Ma Musk ha contraddetto Irwin tweetando il 24 dicembre che la notizia era falsa (“False, it is still there”), e aggiungendo che la funzione non era mai stata sospesa e che Twitter non previene il suicidio (“1. The message is actually still up. This is fake news. 2. Twitter doesn’t prevent suicide.”). Il giorno stesso (24 dicembre) la funzione è tornata online

Maggiori dettagli su questa confusione sono su Ars Technica.

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L’informatico e hacker George Hotz (aka Geohot), assunto a Twitter da Musk il 18 novembre scorso, si è dimesso il 22 dicembre (ANSA). Hotz è noto non solo per essere stato fra i primi a fare il jailbreak degli iPhone (2007) ma anche per aver fondato Comma.ai, un’azienda dedicata al software per la guida autonoma. Ha tweetato “[...] Appreciate the opportunity, but didn’t think there was any real impact I could make there [...]” (“apprezzo l’opportunità, ma non credo che ci fosse alcun impatto reale che io potessi produrre lì”).

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I giornalisti i cui account Twitter erano stati bloccati (sospesi) la settimana scorsa lo sono tuttora, nonostante le dichiarazioni di riammissione di Elon Musk, perché si rifiutano di accettare la richiesta, inviata privatamente da Twitter, di eliminare alcuni tweet riguardanti l’account @ElonJet, quello che pubblica i voli del jet privato di Musk. Lo segnala il Washington Post.

Si rifiutano perché considerano che accettare la richiesta di eliminazione costituirebbe una falsa ammissione di torto e una resa alle imposizioni arbitrarie di Musk. “Non ho intenzione di cancellare un tweet che conteneva informazioni basate sui fatti e non violava le regole di nessuno” ha dichiarato Drew Harwell del Washington Post, uno dei giornalisti bloccati, al quale Twitter ha chiesto di rimuovere un tweet che segnalava la sospensione dell’account di Mastodon da parte di Twitter perché segnalava l’esistenza dell’account Mastodon di @ElonJet.

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Mastodon si starebbe avvicinando ai nove milioni di utenti, secondo Mastodon Users.

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Il gestore di un’istanza Mastodon italiana, Mastodon Uno, getta luce sui propri costi di gestione: 1150 euro al mese per gestire oltre 60.000 persone di cui oltre 20.000 attive tutti i giorni (2 eurocent al mese a testa, insomma). Anche Fosstodon fa altrettanto (2100 dollari/mese). Entrambi dipendono dalle donazioni degli utenti (io ho già contribuito).

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L’account che traccia il jet di Musk è tornato su Twitter in una nuova veste: l’originale (@ElonJet) è ancora bloccato, ma il suo gestore, Jack Sweeney, ha attivato @ElonJetNextDay, che fa lo stesso tracciamento ma pubblica i dati con ventiquattro ore di ritardo in modo da adeguarsi alle nuove regole di Twitter, che permettono la condivisione di informazioni di localizzazione pubblicamente disponibili se è trascorso un lasso di tempo ragionevole.

2022/12/23

Podcast RSI - Megamulta a Fortnite per "dark pattern", Twitterremoto, Lensa AI e gli avatar pericolosi

logo del Disinformatico

È disponibile subito il podcast di oggi de Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, scritto, montato e condotto dal sottoscritto: lo trovate presso www.rsi.ch/ildisinformatico (link diretto) e qui sotto.

Le puntate del Disinformatico sono ascoltabili anche tramite feed RSS, iTunes, Google Podcasts e Spotify.

Buon ascolto, e se vi interessano il testo integrale e i link alle fonti di questa puntata, sono qui sotto.

Comunicazione di servizio: è stata richiesta l’eliminazione di un articolo di questo blog per diritto all’oblio

Il 21/12/2022 un avvocato italiano mi ha contattato via mail (inviatami a paolo.attivissimo@gmail.com) richiedendo l’eliminazione di un intero articolo risalente al 2008 (ha chiesto esplicitamente l’eliminazione del suo URL) in relazione al diritto all’oblio dei suoi assistiti.

Sono andato a controllare l’articolo: non contiene nessun riferimento agli assistiti dell’avvocato. Gli assistiti vengono citati soltanto nei commenti all’articolo, e comunque solo per segnalare un allarme-catena di sant’Antonio che li riguarda.

Ho risposto chiedendo prima di tutto di comunicare tramite la mia casella PEC (paolo.attivissimo@pec.net), come faccio sempre in casi come questo.

La richiesta è comunque mal posta, dato che mi viene chiesto di eliminare un articolo quando sarebbe più che sufficiente eliminare i commenti che citano gli assistiti.

Per ovvie ragioni non specifico qui di quali dati o quale articolo si tratti, ma desidero tenere traccia pubblica di questa richiesta, anche per ricordare ai commentatori le ragioni per le quali la moderazione di questo blog a volte può sembrare troppo severa a chi la vede da fuori. 

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2023/01/11. La PEC che ho inviato risulta accettata dal sistema PEC e inoltrata con ricevuta il 24/12/2022 alle ore 09:38:25. Siamo all’11 gennaio e non mi è ancora arrivata alcuna comunicazione di risposta da parte dell’avvocato.

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2023/01/26. Ancora silenzio totale. La vicenda prosegue qui.

2022/12/22

Lensa AI, avatar personali bellissimi ma a rischio

Immagine generata da Lensa AI per Farah Mazuini.

Questo articolo è disponibile in versione audio nel podcast Il Disinformatico del 23 dicembre 2022. Ultimo aggiornamento: 2022/12/23 23:30.

Moltissime persone stanno usando la funzione Magic Avatar dell’app Lensa AI per crearsi dei ritratti personali digitali stilizzati, da usare per esempio come immagini dei profili social ma anche per puro divertimento, e i risultati sono davvero notevoli. Gli incassi della casa produttrice, Prisma Labs, ammontano già a svariati milioni di dollari.

Ma per usare Lensa AI bisogna affidare a quest’azienda una decina di foto del proprio volto, quindi una serie di dati biometrici sensibili. Pertanto sarebbe opportuno leggere l’informativa sulla riservatezza dei dati e le condizioni d’uso per scoprire che fine fanno queste foto: vengono depositate temporaneamente sui server dell’azienda, che si trovano negli Stati Uniti, e cancellate subito dopo la generazione degli avatar corrispondenti. Così dice Andrey Usoltsev, CEO e cofondatore di Prisma Labs.

Il problema è che oltre alle vostre foto, Lensa AI acquisisce molte altre informazioni personali “a scopo di marketing”, come per esempio (sezione 3 delle condizioni d’uso) che tipo di smartphone usate, il vostro indirizzo IP e soprattutto i dati di tracciamento pubblicitario raccolti dai principali operatori del settore, ossia i cosiddetti IDFA di Apple o gli Android Advertising ID di Google, che possono essere poi ceduti o rivenduti ad altre società.

Potete disabilitare questa raccolta di dati andando nelle apposite impostazioni di iOS o di Android e seguendo le istruzioni fornite nell’informativa di Lensa AI.

Ci sono anche alcune precauzioni che riguardano in particolare i bambini e le donne: mandare a Lensa AI immagini di bambini è contrario alle condizioni d’uso e produce risultati che mi limito a definire inquietanti. Per le donne, invece, Lensa AI ha una spiccata tendenza a generare immagini fortemente sessualizzate: l’app spesso genera nudi integrali e pose molto esplicite anche se si mandano solo fotografie del proprio volto.

Stranamente non sembra esserci lo stesso problema per gli uomini: per loro vengono generate solitamente immagini in stile eroico o comunque ritratti normali. Potete farvene un’idea sfogliando i tweet che usano l’hashtag #lensaai.



Ma il problema più grave è che è possibile usare Lensa AI per generare immagini pornografiche realistiche di altre persone in modo pericolosamente semplice. Se si appiccica rozzamente, con Photoshop, il volto di una persona su immagini esplicite di un’altra, Lensa AI fonde perfettamente le due immagini.

Lensa AI usa una versione del software di intelligenza artificiale Stable Diffusion che è dotata di filtri che in teoria dovrebbero bloccare le immagini non adatte, ma a quanto risulta dai test effettuati dai ricercatori questi filtri vanno in tilt se si usa una serie appositamente confezionata di immagini.

Le immagini pornografiche false di celebrità o di persone comuni, usate spesso come strumenti di aggressione, bullismo o umiliazione, purtroppo non sono una novità, ma generarle prima richiedeva una notevole competenza nell’uso di programmi di fotoritocco e questo ne frenava la produzione e l’abuso. Ora, invece, grazie a Lensa AI questo ostacolo non esiste più: bastano un telefonino e pochi dollari.

Prisma Labs ha dichiarato che sta prendendo delle misure tecniche per risolvere questo problema, ma l’avvento generale di questi software di intelligenza artificiale sta creando un pantano etico che sta già spingendo alcuni governi, come per esempio quello britannico, a valutare leggi che criminalizzino la disseminazione di foto intime generate artificialmente senza consenso.

Nel frattempo è forse il caso di ridurre, se possibile, la quantità di fotografie dei nostri volti che mettiamo a disposizione di chiunque pubblicandole sui social network. L’intelligenza artificiale, purtroppo, non aiuta a contrastare la cattiveria naturale.

 

Fonte aggiuntiva: TechCrunch.

Megamulta a Epic Games: cosa sono i “dark pattern” di Fortnite

Questo articolo è disponibile in versione audio nel podcast Il Disinformatico del 23 dicembre 2022.

La Federal Trade Commission, un organo governativo statunitense di protezione dei consumatori, ha raggiunto un accordo con Epic Games, la casa produttrice di Fortnite, ordinandole di pagare ben 520 milioni di dollari di risarcimenti per aver violato le norme sulla protezione dei minori e per aver usato i cosiddetti dark pattern per indurre milioni di giocatori a fare acquisti involontari.

La megamulta è divisa in due parti: la prima, di 275 milioni, riguarda il fatto che Epic Games ha raccolto informazioni personali su bambini al di sotto dei 13 anni, senza il consenso dei loro genitori, mentre giocavano a Fortnite e sapendo benissimo che si trattava di minori protetti dalle leggi salvaprivacy statunitensi, in particolare il Children’s Online Privacy Protection Act.

La casa produttrice del gioco è anche accusata di aver obbligato i genitori a seguire un percorso a ostacoli per ottenere la cancellazione dei dati dei propri figli, e di aver usato impostazioni predefinite troppo pericolose, come per esempio l’attivazione automatica delle conversazioni testuali e a voce, che ha portato molti minori a essere esposti ad adulti online che li hanno aggrediti e molestati via Internet.

Epic Games, in un comunicato stampa, ha accettato l’accordo, dice, per “essere in prima linea nella protezione dei consumatori e per dare ai nostri giocatori l’esperienza migliore”.

La seconda parte della megamulta, pari a 245 milioni, è costituita da rimborsi agli utenti che secondo la Federal Trade Commission sono stati ingannati dai dark pattern, ossia da pulsanti disposti in modo confuso e contraddittorio allo scopo di far fare acquisti indesiderati ai giocatori.

Per esempio, dice la FTC, bastava premere un singolo pulsante per trovarsi degli addebiti durante una schermata di caricamento o mentre si riavviava il gioco dopo averlo messo in pausa, e fino al 2018 i bambini potevano spendere soldi reali per acquistare i V-Buck, la valuta interna del gioco, senza dover chiedere il consenso dei genitori, che a fine mese si trovavano con centinaia di dollari di spese.

Nel loro complesso, questi trucchi hanno causato addebiti per centinaia di milioni di dollari, ed Epic Games era perfettamente consapevole della loro esistenza, tanto da aver ignorato oltre un milione di lamentele degli utenti e aver addirittura nascosto intenzionalmente le funzioni di rimborso, oltretutto bloccando i conti delle carte di credito di chi contestava gli addebiti, afferma la FTC.

L’azienda ha promesso di evitare in futuro questi dark pattern e di rendere più chiaro ed esplicito il procedimento di pagamento nel gioco. Ma il problema degli acquisti troppo facili da parte dei minori a insaputa dei genitori è molto diffuso: la FTC nota infatti che ha già contestato comportamenti analoghi ad Amazon, Apple e Google per i cosiddetti acquisti in-app involontari, che sono già costati milioni ai consumatori.

Se avete figli videogiocatori, insomma, è il caso di controllare bene se hanno accesso a opzioni di acquisto troppo facili e di valutare se limitarle o bloccarle. Il metodo più semplice, di solito, è immettere nel gioco i dati di una carta di credito prepagata, che fissa automaticamente un limite di spesa, oppure quelli delle apposite carte di pagamento associate ai vari giochi.

2022/12/21

Recensione senza spoiler: Avatar - La Via dell’Acqua Riciclata

A Jake Sully hanno appena detto che i film devono avere anche una trama.

Ieri sera sono andato a vedere Avatar - La via dell’acqua. Senza fare spoiler, ho solo un consiglio: se volete vedere lo stato dell’arte degli effetti speciali digitali, cinque anni avanti rispetto a tutto quello che avete mai visto, con immagini perfettamente realistiche, un 3D sobrio e immersivo senza essere sfacciato, un rendering dei personaggi digitali stupendamente espressivo, fluido e impeccabile, un motion capture subacqueo che lascia a bocca aperta, e una creazione straordinaria di un intero universo di creature, macchine e ambientazioni, andate a vederlo nel cinema meglio attrezzato, con lo schermo più grande possibile, l’impianto audio più potente e meglio calibrato e con il 3D più luminoso che potete raggiungere: da questo punto di vista ne vale assolutamente la pena.

Il livello degli effetti digitali delle creature è impeccabile e l’interazione di queste creature con l’acqua (un incubo assoluto per gli animatori digitali) è semplicemente perfetta. James Cameron, ancora una volta, ha fatto fare un balzo in avanti alla tecnologia di ripresa e al software di animazione.

Ma se nulla di tutto questo vi interessa, lasciate perdere. Il problema di così tanta perfezione degli effetti visivi e nella resa del 3D è che in pochi minuti ci si dimentica di guardare dei personaggi e degli ambienti interamente sintetici, li si accetta come reali... e a quel punto la tecnologia strepitosa passa in secondo piano e ci si accorge che la storia è inesistente, prevedibile, forzata e ricopiata dal film precedente aggiungendoci una spruzzata fin troppo sfacciata di Titanic e Star Wars.

Per citare Boris, il film ha tutti gli ingredienti classici di un prodotto generato da un algoritmo commerciale: c’è pure l’immancabile “storia teen”. Però siccome James Cameron è James Cameron, qui non si applica il borisiano “nun lo famo ma lo dimo”, ma è un “lo famo” continuo, roboante, chiassoso e ostentato. Oserei dire smarmellato.

Capisco che Cameron, con tutti i soldi che ci sono in gioco, abbia voluto scegliere una storia ipersemplificata, con un messaggio ambientalista facilone che viene spiattellato in faccia allo spettatore come se fosse un deficiente che ha bisogno dei disegnini per comprendere le cose più elementari. Per coprire le spese, questi film devono essere digeribili (culturalmente e anche politicamente) in ogni paese del mondo che abbia un numero significativo di spettatori potenziali paganti e quindi bisogna andare sul semplice e toccare valori universali e basilari, ma il risultato è una coloratissima, annacquatissima minestra riscaldata.

Sinceramente, se Cameron avesse lasciato perdere tutte le battaglie e gli scontri personali (forzatissimi) e avesse offerto tre ore di immagini delle creature e della vita su Pandora, con quella fantasia creativa, quella fotografia ricercata e quel senso del meraviglioso che spiccano nelle (poche) pause fra una scena d’azione e l’altra, Avatar - La via dell’acqua mi sarebbe piaciuto molto di più: le scene di “volo” subacqueo, per esempio, lasciano a bocca aperta per la bellezza, la qualità, la fluidità e il realismo.

La forza di Avatar non è la sua trama, ma la sua capacità di immergere lo spettatore in un universo ricchissimo, pieno di creature strane e colori stupendi, e di far sembrare tutto questo assolutamente reale. Peccato che in questo secondo film James Cameron abbia voluto raccontare più guerre che meraviglie.

2022/12/20

Aptera, l’elettrica iperefficiente solare, verrà fabbricata in Italia. A Modena

Ho già accennato in passato al progetto Aptera, un veicolo elettrico a due posti (più ampio bagagliaio) capace di fare fino a 1600 km con una singola carica e così efficiente (16 km/kWh o 6,25 kWh/100 km, il triplo di un’auto elettrica normale) da rendere praticabile la ricarica tramite pannelli fotovoltaici integrati nella carrozzeria ultra-aerodinamica (Cd/Cx 0,13), che danno fino a 65 km di autonomia gratuita al giorno semplicemente parcheggiandola al sole. Il modello base dovrebbe costare intorno ai 26.000 dollari. Il suo unico neo, perlomeno per le strade europee, è la larghezza (ben 2,23 metri).

Ora scopro, grazie al video che potete vedere qui sotto, che verrà assemblata in Italia, e specificamente a Modena. Sì, perché nel video, a 1:30, parla Thomas Vecchi, chief sales director di CPC, e spiega che Aptera ha uno stabilimento italiano e i prototipi sono già in giro. Non vedo l’ora di provare un’Aptera.

Questa è la direzione nella quale dovrebbe muoversi, secondo me, l’industria automobilistica: non verso i gigantismi di oggi (anche fra le auto elettriche), ma verso efficienze sempre maggiori. Perché con le materie prime e i consumi energetici di un’auto tradizionale si possono fabbricare e alimentare tre Aptera o simili, riducendo enormemente il problema della penuria di queste risorse; perché l’iperefficienza riduce drasticamente il problema dei tempi di ricarica e della necessità attuale di avere un posto auto elettrificato; e anche perché un veicolo più leggero ha meno massa da frenare ed è un pericolo minore per gli altri utenti della strada.

Di recente ho fatto una conferenza sulla mobilità sostenibile per i ragazzi e le ragazze delle scuole medie qui in Canton Ticino, e il loro wow quando ho mostrato l’Aptera è un buon segno.

Ora se solo riesco a convincere Aptera a fare una versione con le ruote anteriori che si avvicinano alla carrozzeria a bassa velocità, per ridurre gli ingombri in parcheggio...

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Aggiornamento: Dai commenti mi arriva la segnalazione che l’idea delle ruote rientranti è già stata implementata sulla biposto City Transformer, che passa da una larghezza di un metro a 1,40 quando è in movimento. La foto qui sotto spiega molto eloquentemente l’assurdità della situazione attuale, con automobili monumentali sulle quali troppo spesso c’è una sola persona.

2022/12/18

Twitterremoto, terza puntata: giornalisti bannati, Mastodon segnalato come malware, Musk litigioso, la burla di “John Mastodon” e altro ancora

Pubblicazione iniziale: 2022/12/18 19:55. Ultimo aggiornamento: 2022/12/22 09:30. Una versione più breve di questo articolo è disponibile nel podcast Il Disinformatico del 23 dicembre 2022.

Sto cercando di evitare di parlare troppo di Twitter e Elon Musk, ma gli ultimi sviluppi e dietrofront sono talmente assurdi e comici che mi tocca fare un aggiornamento ai riassunti che ho già pubblicato (uno, due). Come ho già detto, sospetto che fra qualche anno ci chiederemo se sia davvero successa tutta questa follia, per cui credo sia opportuno tenerne traccia adesso, finché è possibile.

Giornalisti bannati e poi (parzialmente) ripristinati

Cominciamo dal ban di Twitter a vari giornalisti di cui avevo già segnalato le prime avvisaglie: il 15 dicembre (le prime ore del 16 in Europa) almeno dieci giornalisti hanno scoperto che i propri account Twitter erano stati sospesi permanentemente, senza preavviso e senza dare alcuna motivazione. Questo è l’elenco stilato da Gizmodo:

  • Matt Binder (Mashable)
  • Drew Harwell (Washington Post)
  • Steve Herman (VOA News)
  • It’s Going Down News (Independent Site)
  • Micah Lee (The Intercept)
  • Ryan Mac (New York Times)
  • Mastadon (Social Media Site)
  • Keith Olbermann (formerly MSNBC)
  • Donie O’Sullivan (CNN)
  • Tony Webster (Minnesota Reformer)

A questi dieci si sono aggiunti Taylor Lorenz (Washington Post), che racconta la propria vicenda qui, Aaron Rupar e Linette Lopez.

Queste sospensioni hanno ricevuto la condanna delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e del ministero degli affari esteri tedesco, come riferisce la BBC aggiungendo che un portavoce di Twitter ha dichiarato che i ban sarebbero legati alla “condivisione in tempo reale di dati di localizzazione”, che è vietata dalle nuove Regole di Twitter anche quando queste informazioni sono pubbliche.

Se usate Twitter, insomma, teoricamente potreste trovarvi nei guai se postate una foto di un vostro amico mentre state mangiando insieme al ristorante e il tweet è geolocalizzato automaticamente, come capita spesso.

A giudicare da vari tweet di Elon Musk, i giornalisti sarebbero stati bannati per aver segnalato ai loro lettori l’esistenza di un account che era su Twitter e ora è su Mastodon e permette di sapere dove si trova il suo jet personale, cosa che secondo Musk avrebbe permesso a uno stalker di accostarsi a un’auto che trasportava almeno uno dei suoi figli a Los Angeles. La polizia della città, però, non ha trovato alcun nesso fra questo account e l’episodio di stalking contestato da Musk, che è avvenuto 23 ore dopo l’ultimo tweet di tracciamento da parte di @elonjet e a circa 40 chilometri di distanza dall’aeroporto.

Inoltre alcuni dei giornalisti bannati non avevano nemmeno menzionato questa vicenda (Lorenz, per esempio, si era limitata a chiedere a Musk un commento), e nessuno di loro aveva pubblicato informazioni sugli spostamenti in auto di Musk o della sua famiglia (Lorenz è stata accusata nel 2022 di aver condiviso un indirizzo di abitazione, via Twitter e in un articolo per il New York Times, ma di un’altra persona e in una vicenda legale completamente slegata da Musk e famiglia).

Alcuni di questi giornalisti hanno semplicemente citato l’account Twitter @elonjet, che pubblicava in tempo reale, usando dati pubblici, i voli del jet di Musk per segnalarne l’impatto ambientale ed è stato nel frattempo sospeso da Twitter il 13 dicembre.

Zoe Kleinman, technology editor per la BBC, ha riassunto la situazione come segue:

[...] Fondamentalmente, Elon Musk ha abbattuto e fatto precipitare in fiamme il suo tanto strombazzato impegno per la “libertà di parola”. Libertà di parola, purché la parola non lo faccia arrabbiare personalmente: questo sembra essere il messaggio.

Il 16 dicembre Elon Musk ha avviato un sondaggio fra gli utenti di Twitter chiedendo se gli account dei giornalisti andassero ripristinati subito o entro una settimana: ha vinto con il 58,7% l’opzione “subito”, e Musk ha dichiarato che avrebbe revocato immediatamente le sospensioni. 

Il 17 dicembre Twitter ha annunciato di aver iniziato a ripristinare alcuni account che erano stati sospesi perché riteneva che la sospensione permanente fosse una “azione sproporzionata per la violazione delle regole di Twitter”. Twitter non ha indicato quali fossero gli account in questione, ma alcuni degli account dei giornalisti che erano stati sospesi risultano ora parzialmente riattivati (CNN).

Ma il 21 dicembre molti dei giornalisti bannati hanno dichiarato che in realtà i loro account non sono stati affatto ripristinati: risultano visibili agli altri utenti, ma non possono più pubblicare nulla se prima non rimuovono i tweet che forniscono al pubblico l’informazione, giornalisticamente rilevante, che esiste un modo semplice per sapere dove si trovano i jet personali di Elon Musk e di molti altri miliardari e sapere quanto inquinano usando soltanto informazioni pubbliche.

Sì, i jet personali sono tracciabili usando solo dati pubblici. Anche quello di Musk

Elon Musk afferma che pubblicare i dati dei suoi voli è doxxing, ossia rivelazione di dati privati, e dichiara (16 dicembre) che il suo aereo “non è tracciabile senza usare dati non pubblici” (“My plane is actually not trackable without using non-public data”). Ma non è vero.

Un’indagine dettagliata di Open sui singoli ban ai giornalisti spiega infatti che i dati di volo in tempo reale degli aerei, compresi i jet privati, sono pubblici: vengono trasmessi via radio in chiaro da appositi localizzatori di bordo (Automatic Dependent Surveillance – Broadcast o ADS-B, obbligatorio nello spazio aereo USA) e sono pubblicamente accessibili da chiunque acquisti un semplice ricevitore.

Per consultarli, anche senza ricevitore, è sufficiente visitare un sito come Flightradar24 oppure ADSBExchange e sapere qual è l’identificativo del jet privato che interessa. Quello del jet di Musk è N628TS: un dato facilissimo da trovare con Google, per esempio su Superyachtfan.com, che cita appunto questo identificativo, che è dipinto a grandi lettere sull’aereo stesso. L’aereo è un Gulfstream G650ER del 2015, che vale 70 milioni di dollari.

C’è una diffusa diceria secondo la quale sarebbe impossibile tracciare il jet personale di Musk senza usare dati riservati perché Musk avrebbe usato un’opzione di mascheramento dell’identificativo, il cosiddetto PIA (Privacy ICAO Address, spiegato benissimo qui), ossia un identificativo temporaneo che cambia ogni 20 giorni lavorativi. La diceria è sbagliata, come hanno spiegato Aric Toler di Bellingcat, Olivier Tesquet e Veronica Irwin di Protocol. L’identificativo ICAO dell’aereo di Elon Musk è citato pubblicamente nel database della Federal Aviation Administration, su FlightAware e nei dati di Flightradar24: è A835AF.

Immettendo questi dati in ADSBexchange si ottiene l’attuale localizzazione del jet di Musk: per esempio, il 18 dicembre 2022 ho provato personalmente a ottenerla ed è risultato che era in Qatar.

E in effetti quel giorno Elon Musk era lì:

Ho segnalato quel tweet come violazione delle nuove Regole di Twitter, che vietano la condivisione di informazioni di localizzazione in tempo reale anche se queste informazioni sono reperibili altrove pubblicamente, come avevo già raccontato la settimana scorsa. Ma la segnalazione è stata respinta.

Secondo le stime di @elonjet, il volo di Musk dalla California al Qatar con ritorno in Texas ha consumato 65 mila litri di carburante e ha prodotto 163 tonnellate di emissioni di CO2, ossia l’equivalente di 35 anni di emissioni di un’automobile a carburante.

Mastodon segnalato falsamente da Twitter come malware, poi non più

Il 16 dicembre Twitter ha iniziato a impedire agli utenti di condividere qualunque link che portasse al social network alternativo Mastodon, indicando falsamente che si trattava di un link “potenzialmente dannoso”.

Ci ho provato anch’io, linkando semplicemente il sito del server originale di Mastodon, ossia Mastodon.social, e il tweet in effetti è stato respinto con il messaggio “Qualcosa è andato storto, ma non preoccuparti. Riproviamo” e “La richiesta non può essere completata poiché Twitter o un suo partner ha identificato questo link come potenzialmente dannoso. Per saperne di più, visita il nostro Centro assistenza.”


Twitter ha anche bloccato l’inclusione di qualunque link a Mastodon nelle informazioni dei profili, con un avviso ingannevole che affermava che era “considerato pericoloso (malware)”:

Nei giorni successivi questi blocchi sono stati revocati dopo le proteste degli utenti, per cui ora è di nuovo possibile pubblicare tweet che contengono link a Mastodon e includere questo tipo di link anche nella propria bio su Twitter.

Divieto di link ad altri social, poi ritirato

Il 18 dicembre l’account ufficiale @TwitterSupport ha annunciato che sarebbero stati rimossi “gli account creati solo allo scopo di promuovere altre piattaforme social e il contenuto contenente link o nomi utente per le seguenti piattaforme: Facebook, Instagram, Mastodon, Truth Social, Tribel, Nostr e Post.”

We recognize that many of our users are active on other social media platforms. However, we will no longer allow free promotion of certain social media platforms on Twitter. Specifically, we will remove accounts created solely for the purpose of promoting other social platforms and content that contains links or usernames for the following platforms: Facebook, Instagram, Mastodon, Truth Social, Tribel, Nostr and Post. We still allow cross-posting content from any social media platform. Posting links or usernames to social media platforms not listed above are also not in violation of this policy.

Il nuovo regolamento in merito (pubblicato qui) ha causato la reazione di molti utenti influenti di Twitter che si sono trovati sospesi dal social network di Elon Musk, ma poche ore dopo è stato rimosso e sono stati rimossi anche i tweet che lo annunciavano (una copia permanente di questo regolamento molto effimero è archiviata qui; i tweet di annuncio sono archiviati qui). Se questo regolamento fosse stato introdotto definitivamente, sarebbe stato probabilmente in violazione del Digital Markets Act europeo, che regolamenta i comportamenti dei social network, con sanzioni pesantissime.

Successivamente l’account ufficiale @TwitterSafety ha avviato un sondaggio, che si è concluso con l’87% di contrari al divieto di linkare altri social network.

Paradossalmente, Twitter pratica attualmente e da tempo quello stesso comportamento che avrebbe voluto vietare in casa propria: infatti ha degli account puramente autopromozionali su Instagram e su Facebook.

www.instagram.com/twitter/
www.facebook.com/TwitterInc

Il battibecco pubblico con i giornalisti, le accuse false di Musk

Il 16 dicembre Elon Musk si è inoltre unito a un dibattito online tenutosi su Twitter, usando la funzione Twitter Spaces che consente conversazioni vocali di gruppo, e ha detto che i giornalisti stavano condividendo il suo indirizzo. Quando gli hanno fatto notare che non era vero, e che lui stava usando lo stesso metodo di blocco dei link che aveva trovato così inaccettabile quando era stato usato per la vicenda del laptop di Hunter Biden, Elon Musk se ne è andato senza rispondere ad altre domande.

Riporto qui sotto la trascrizione del suo breve intervento.

Musk: Well, as I'm sure everyone who's been doxxed would agree, showing real-time information about somebody's location is inappropriate. And I think everyone would not like that to be done to them. And there's not going to be any distinction in the future between simple journalists and regular people.
Everyone is going to be treated the same—no special treatment.
You doxx, you get suspended. End of story. And ban evasion or trying to be clever about it, like "Oh, I posted a link - to the real-time information," that's obviously something trying to evade the meaning, that's no different from actually showing real-time information.

Katie Notopoulos: When you're saying, 'posting a link to it,' I mean, some of the people like Drew and Ryan Mac from The New York Times, who were banned, they were reporting on it in the course of pretty normal journalistic endeavors. You consider that like a tricky attempted ban evasion?

Musk: You show the link to the real-time information – ban evasion, obviously.

Katie Notopoulos: Drew, I don't think you were posting the real-time information, right?

Drew Harwell: You're suggesting that we're sharing your address, which is not true. I never posted your address.

Musk: You posted a link to the address.

Drew Harwell: In the course of reporting about ElonJet, we posted links to ElonJet, which are now banned on Twitter. Twitter also marks even the Instagram and Mastodon accounts of ElonJet as harmful.
We have to acknowledge, using the exact same link-blocking technique that you have criticized as part of the Hunter Biden-New York Post story in 2020.
So what is different here?

Musk: It's not more acceptable for you than it is for me. It's the same thing.

Drew Harwell: So it's unacceptable what you're doing?

Musk: No.
You doxx, you get suspended.
End of story. That's it.

Circa mezz’ora dopo, l’intero servizio Twitter Spaces è stato disabilitato. È poi tornato online nei giorni successivi.

Musk litiga pubblicamente anche con gli esperti di marketing e di informatica e li insulta

In una discussione su Twitter Spaces fra esperti di marketing pubblicitario, Musk li ha interrotti affermando che stavano dicendo stupidaggini quando in realtà stavano parlando delle basi di come funziona la pubblicità nei social:

In una conversazione, sempre su Twitter Spaces, con ex ingegneri informatici di Twitter, quando uno di loro gli ha chiesto di descrivere tecnicamente cosa non andasse bene dell’attuale software del social, Musk ha tagliato corto e gli ha dato del “jackass”, ossia dell’ignorante.

Il sondaggio di Musk se stare a capo di Twitter o no

Il 19 dicembre Elon Musk ha tweetato un sondaggio, indetto da lui stesso, per chiedere se restare a capo di Twitter o no, aggiungendo che avrebbe rispettato l’esito del sondaggio. "Vox populi, vox dei", diceva. Il risultato finale, con circa 17 milioni di account partecipanti, è stato che il 57,4% è a favore della sua rinuncia alla carica.

Dopo due giorni di sostanziale silenzio, Musk ha annunciato il 21 dicembre che si dimetterà dal ruolo di CEO non appena troverà “qualcuno abbastanza incosciente da accettare l’incarico” e che resterà a capo dei reparti software e server (“I will resign as CEO as soon as I find someone foolish enough to take the job! After that, I will just run the software & servers teams.”).

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A Twitter, insomma, regna ancora la confusione e non c’è un piano organico di ristrutturazione: le decisioni vengono prese sull’impulso del momento, senza valutarne le conseguenze.

La burla di “John Mastodon”

E per finire, se vi state chiedendo perché si parla tanto online del signor John Mastodon ed è così popolare l’hashtag #JohnMastodon, tutto nasce da un errore di un giornalista, Isaac Schorr, che il 16 dicembre ha scritto su Mediaite.com un articolo sulla vicenda Twitter (copia d'archivio qui) nel quale voleva parlare dell’account Twitter @joinmastodon, che era stato bandito, ma ha invece scritto John Mastodon, descrivendolo come “il fondatore di una società concorrente nei social media che prende il nome da lui” (“the platform removed John Mastodon, the founder of a competing social media company named after himself”).

Ed è così che è nato un mito, con memi, biografie inventate e fotografie dell’inesistente signor John Mastodon generate con l’intelligenza artificiale.


Fonti aggiuntive: BBC; Ars Technica; Gizmodo.

Firefox, come scegliere fra visualizzare i PDF e scaricarli

Firefox normalmente visualizza direttamente i documenti PDF, ma questo può essere un problema se si tratta di documenti molto grandi, la memoria disponibile è poca e la connessione è lenta. Si può ovviare a questo problema come segue:

  • andando nelle preferenze (clic sui tre trattini a destra)
  • scegliendo Impostazioni dal menu a tendina che compare
  • scorrendo giù fino alla sezione File e applicazioni
  • digitando pdf nella casella di ricerca Applicazioni
  • cliccando sulla freccia rivolta in basso accanto a PDF
  • scegliendo dal menu a tendina Chiedi sempre

In questo modo Firefox chiederà ogni volta cosa deve fare con un link che porta a un PDF. Si può anche chiedergli di scaricarli direttamente scegliendo Salva file.

Il difetto di scegliere Salva file è che quando si clicca su un link a un PDF trovato da Google o su un social network, lo scarica e basta ed è difficile procurarsi il link, per esempio per indicarlo a qualcun altro, perché il link fornito da Google è alterato da Google e quello sui social network è spesso abbreviato e dipende dal social network invece di essere quello diretto. Usate quindi con cautela quest’opzione.

 

50 anni fa finiva la prima esplorazione umana della Luna: pronta l’edizione speciale di “L’ultimo uomo sulla Luna”

Esattamente cinquant’anni fa, gli astronauti di Apollo 17 erano sulla via del ritorno, dopo tre giorni di esplorazione geologica della superficie lunare, con un carico preziosissimo di reperti che ancora oggi vengono studiati per conoscere la storia della Luna e della Terra.

Il blog Apollo 17 Timeline, a cura di Gianluca Atti, al quale ho il piacere di collaborare, raccoglie le testimonianze giornalistiche e le immagini di allora e alcuni degli eventi commemorativi della missione, comprese interviste recenti con Harrison Schmitt, che è tuttora l’unico geologo della storia ad aver mai lavorato su un altro corpo celeste.

Come avevo preannunciato, l’editore Cartabianca, con il quale collaboro ormai da tempo per le traduzioni in italiano delle autobiografie degli astronauti delle missioni Apollo, è riuscito a preparare in tempo per il cinquantenario un’edizione aggiornata, ampliata e arricchita di immagini di L’ultimo uomo sulla Luna, l’autobiografia di Gene Cernan, che fu appunto l’ultima persona a camminare sul suolo lunare e fu comandante di quella missione Apollo 17 che tuttora segna la fine – almeno per ora – dell’esplorazione umana del nostro satellite.

La terminologia di questa edizione speciale è stata allineata agli standard che sono stati usati per l’altra autobiografia astronautica già uscita presso Cartabianca, ossia Forever Young (autobiografia di John Young), e che verranno adottati per la traduzione italiana di Carrying the Fire (autobiografia di Michael Collins), che è in lavorazione. Per tutti e tre i libri ho curato la revisione tecnica e per Carrying the Fire sto coordinando tutta la traduzione insieme a un gruppo di colleghi e colleghe per farla uscire entro la fine del 2023.

Se volete dare un’occhiata alla nuova edizione di L’ultimo uomo sulla Luna, l’editore ha creato un minivideo delle primissime copie arrivate dalla tipografia:

C’è anche un’anteprima scaricabile gratuitamente in formato PDF.

Questa edizione speciale del libro è acquistabile subito, su carta e in e-book, sul sito dell’editore, a 21,90 euro per l’edizione cartacea e 9,99 euro per la versione digitale, con un’estesa sezione di fotografie a colori su carta patinata e in bianconero all’inizio di ogni capitolo, molte delle quali sono inedite e provengono dagli archivi della famiglia Cernan; l’edizione base, senza foto interne e con un numero inferiore di pagine, resterà in vendita a prezzo speciale (15 euro) fino all’esaurimento.

2022/12/17

Soyuz in avaria, aggiornamento (2022/12/20)

A destra, la Soyuz in avaria viene esaminata tramite il braccio robotico ERA.

Il 15 dicembre un veicolo russo Soyuz attraccato alla Stazione Spaziale Internazionale ha avuto una perdita esterna di un liquido imprecisato che è durata alcune ore, come ho raccontato qui. Le persone a bordo della Stazione non sono in pericolo, ma il veicolo che tre di loro dovrebbero usare per tornare sulla Terra è in avaria.

La NASA ha pubblicato un aggiornamento sulla situazione: Roscosmos ha identificato la fonte della perdita, che è il circuito esterno di raffreddamento della Soyuz. I controllori di volo di Roscosmos hanno effettuato con successo una prova dei motori di manovra della Soyuz. La temperatura e l’umidità all’interno del veicolo sono entro i limiti accettabili. La NASA sta collaborando all’indagine sull’accaduto con il braccio robotico Canadarm 2 per esaminare l’esterno della Soyuz; questo esame è previsto per il 18 dicembre e ha comportato lo slittamento di un’attività extraveicolare statunitense, che avverrà il 21 invece del 19.

Eric Berger su Ars Technica nota che il problema principale è costituito dai computer di volo della Soyuz, che rischiano di surriscaldarsi; servono per il calcolo della traiettoria precisa di rientro in modo che il veicolo atterri in un punto specifico del Kazakistan, dove lo attendono le squadre di recupero. Senza questi computer, la procedura dovrebbe essere eseguita manualmente, riducendo notevolmente la precisione del punto di atterraggio. Le indiscrezioni pubblicate dalla stampa russa su un surriscaldamento oltre 50°C sono state smentite da Roscosmos. Un successivo precisato di Roscosmos ha dichiarato che le temperature nella Soyuz variano da 28 a 30 gradi.

L’avaria al circuito esterno di raffreddamento comporta il problema che il calore che si accumula all’interno del veicolo non può essere dissipato esternamente, e la collocazione dei computer di volo, piuttosto incassati, rende difficile raffreddarli tramite aria fresca della Stazione immessa attraverso il portello di attracco della Soyuz.

Katya Pavlushchenko segnala che la TASS ha annunciato che i cosmonauti hanno collegato della ventilazione aggiuntiva alla Soyuz, immettendo aria dalla Stazione. Uno dei cosmonauti ha detto che nel veicolo fa più caldo del normale ma la temperatura è accettabile. Sempre la TASS nota che sono state inviate ai cosmonauti nuove istruzioni di atterraggio che sostituiscono quelle finora correnti e vanno usate solo in caso di rientro in emergenza.

Una particolarità della situazione è che la Stazione ora si trova in uno stato di cosiddetto high beta, ossia è permanentemente esposta al sole mentre orbita intorno alla Terra e non finisce mai nel cono d’ombra del nostro pianeta. Non si sa se questa condizione abbia contribuito o causato al danno, ma di certo può causare surriscaldamenti, e quindi si sta valutando di anticipare il rientro dell’equipaggio di questa Soyuz (i due cosmonauti russi Sergey Prokopyev e Dmitri Petelin e l’astronauta statunitense Frank Rubio) a prima della fine del mese se si decide che il rischio di surriscaldamento progressivo non consente di attendere la data di rientro prevista, ossia marzo 2023.

Non si sa, inoltre, se siano stati danneggiati altri componenti del veicolo. L’ipotesi più plausibile, al momento, è un impatto di un micrometeorite, che potrebbe aver causato altri effetti indesiderati. Si attende l’ispezione visiva per poter valutare meglio la situazione.

Se dovessero risultare danni peggiori, sarà necessario anticipare la partenza della prossima Soyuz e farla volare senza equipaggio fino alla Stazione. Fino a quel momento, in caso di problemi di salute o di emergenza grave a bordo della Stazione, Prokopyev, Petelin e Rubio resterebbero senza una scialuppa per per rientrare.

Gli scenari possibili sono quindi i seguenti:

  1. La Soyuz rimane attraccata fino a marzo e l’equipaggio la usa per rientrare.
  2. La Soyuz viene usata per far rientrare in anticipo l’equipaggio.
  3. Viene lanciata una Soyuz sostitutiva vuota, guidata da terra, e quella attraccata in avaria viene sganciata e fatta rientrare tramite comando remoto, portando eventualmente del carico (materiale o esperimenti che devono tornare sulla Terra): fattibile (le Soyuz sono fatte per essere teleguidate e ci sono punti di attracco disponibili nella sezione russa della Stazione) ma richiede tempi lunghi di approntamento ed è costoso (significa sacrificare un intero vettore Soyuz oltre al veicolo spaziale vero e proprio) e la Russia in questo momento ha ancora meno soldi del solito.

Aggiornamento 2022/12/20 19:00

Tramite Katya Pavlushchenko, segnalo che Roscosmos ha confermato su Telegram che la probabile ubicazione del danno è stata identificata e che la temperatura di bordo è stata ridotta. In un successivo aggiornamento sul proprio sito, l’agenzia spaziale russa ha scritto che “i cosmonauti russi a bordo della Stazione continuano a lavorare secondo quanto pianificato; le loro vite e la loro salute non sono in pericolo [...] secondo le informazioni preliminari, il danno potrebbe essere stato causato da un micrometeoroide o da un detrito spaziale sul radiatore esterno, situato nella sezione strumenti della navicella [...]”.

Inoltre Yuri Borisov, direttore di Roscosmos, ha aggiunto alcuni dettagli tecnici: il diametro del foro è di circa 0.8 millimetri; le decisioni sulle azioni da intraprendere verranno prese il 27 dicembre; se ci sono dubbi sulla sicurezza della Soyuz-MS22, verrà sostituita con la Soyuz-MS23, che può essere approntata per il volo per il 19 febbraio 2023. In una conversazione con i cosmonauti russi, Borisov ha chiesto loro di salutare l’equipaggio statunitense per aver dimostrato “dignità e una mano tesa in questa situazione”

Il direttore di Roscosmos ha successivamente dichiarato, in un’intervista a una TV russa, che gli statunitensi hanno offerto varie opzioni di aiuto, compresa quella di riportare sulla Terra l’equipaggio della Soyuz usando veicoli americani, ma è stato deciso che questo aiuto non sarà necessario.

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