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1998/11/19

[IxT] Internet è un covo di pedofili? Cifre e commenti (19 novembre 1998)

I giornali e i telegiornali si sono accaniti contro Internet come covo di pedofili. Ogni volta che si parla di Internet in TV, è perché è stato scoperto un ennesimo immenso giro di pedofili che si scambiano immagini e indirizzi "utili" via Internet.

La legge 269 del 3/8/98 (Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno ai minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù") è nata principalmente con l'obiettivo di reagire al presunto dilagare della pedofilia telematica.

Come avrete probabilmente già intuito se state leggendo queste righe in Rete, le cose non stanno proprio così. Io, ad esempio, non sono un pedofilo anche se frequento Internet. Presumibilmente non lo siete neanche voi, e quindi siamo almeno in due.

Ho alcune cifre, tratte da un'indagine del Censis (citata dall'inserto comunicazione del Sole 24 Ore dell'1/11/98, pagina 38), che possono esservi utili se vi capita di discutere dell'argomento.

I risultati sono sorprendenti.

Il dato fondamentale: il 90% degi casi di abuso verso minori avviene all'interno della famiglia. Un altro 8% avviene nell'ambiente extrafamigliare ad opera di persone _conosciute_ dal minore.

Soltanto il 2% restante degli abusi è causato da persone che il minore non conosceva prima dell'abuso. Ed è in questo 2% che si collocano le presunte "colpe" di Internet.

Insomma, se ci si scaglia contro Internet perché facilita il triste "lavoro" dei pedofili, ci si dovrebbe scagliare ben più violentemente contro la famiglia, che più di ogni altra è l'istituzione che facilita (omertosamente) la pedofilia.

Consiglio a tutti, se volete documentarvi, il documento "Pedofilia e Internet: vecchie ossessioni e nuove crociate", reperibile presso http://www.agora.it/pedofilia-internet/. Ne emerge chiaramente che Internet è soltanto un canale per un fenomeno che purtroppo esiste da sempre e che si limita a sfruttare ogni canale che riesce a trovare. Quello che molti non sanno è che Internet _facilita_ l'identificazione dei pedofili, perché ogni comunicazione è registrata ed è facile risalire al suo autore.

E' un po' come prendersela con i cavalcavia perché qualcuno ci butta le pietre, con le poste perché altri spediscono pacchi bomba, o con i marciapiedi perché li usano le prostitute e i viados.

La cosa allarmante della legge italiana, per chi in Internet ci lavora, è che assegna responsabilità penalmente perseguibili anche ai provider, il cui mestiere è fornire accesso a Internet e non certo sorvegliare cosa fanno i suoi abbonati.

E' come se la Telecom fosse penalmente perseguibile perché consente ai maniaci ansimanti di telefonare alle loro vittime.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

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