La questione politica è emersa fortemente negli Stati Uniti in questi giorni perché un video falso, nel quale la presidente della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, sembra articolare a fatica le parole, è diventato virale, con oltre due milioni di visualizzazioni, ed è stato poi condiviso anche dall’influentissimo Rudy Giuliani, avvocato personale di Donald Trump.
Facebook, però, non ha rimosso il video: lo ha “deprioritizzato” e gli ha affiancato delle informazioni di fact-checking. Secondo il social network, infatti, la gente deve poter prendere le proprie decisioni informate su cosa credere e il compito di Facebook è assicurarsi di fornire alla gente informazioni accurate.
C’è chi trova un po’ pilatesca questa risposta e quindi ha deciso di sfidare Facebook creando e postando su Instagram (che è di Facebook) un deepfake che coinvolge Mark Zuckerberg, facendogli dire, in modo estremamente realistico e abbastanza credibile, cose come questa: “Immaginatevi questo per un secondo: un solo uomo che ha il controllo totale dei dati rubati di miliardi di persone, tutti i loro segreti, le loro vite, i loro futuri. Io devo tutto questo alla Spectre. La Spectre mi ha mostrato che chiunque controlli i dati, controlla il futuro“.
La Spectre dei film di James Bond, tuttavia, non c’entra nulla: si tratta del nome scelto da due artisti, Bill Posters e Daniel Howe, e dall’agenzia pubblicitaria Canny per un’installazione artistica presentata il mese scorso nell’ambito di un festival che si tiene a Sheffield, nel Regno Unito.
Un portavoce di Instagram ha dichiarato che questo deepfake verrà gestito come tutti gli altri: se verrà segnalato come falso e i fact-checker esterni confermeranno che è falso, verrà filtrato ed escluso. Di diverso avviso è invece la CBS, il cui logo compare nel video: la rete televisiva statunitense ha chiesto direttamente la rimozione completa.
Ci vuole però un occhio attento per accorgersi delle leggere imperfezioni di questi deepfake, e se le cose dette o fatte nei video sono plausibili è facile che gli utenti non si accorgano della falsificazione e non notino neanche gli avvisi dei fact-checker. Non è ancora chiaro, insomma, se la semplice etichettatura sia un rimedio sufficiente. Guardate per esempio quest’altro video della Spectre, che raffigura Kim Kardashian:
Secondo voi, quanti utenti distratti si accorgeranno che quello che dice è falso?
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