Quarant’anni fa, nel 1980, usciva al cinema L'Impero Colpisce Ancora. Per celebrare la ricorrenza, sono stati pubblicati sei minuti e spiccioli di riprese inedite, ciak sbagliati e altre chicche dietro le quinte. Adesso è Natale.
Non so se vi ho mai raccontato di quanto ero ossessivamente travolto da Guerre Stellari e in particolare da questo secondo film della saga quando ero ragazzo. Non c’erano videocassette o altro e certi film in televisione proprio non passavano, per cui o andavi al cinema o ti attaccavi al tram. Quando uscì L'Impero Colpisce Ancora, fui così stregato da tutto il film che lo vidi quattro volte in due giorni (all’epoca lasciavano stare in sala fra una proiezione e la successiva).
Portai di nascosto al cinema la fotocamera (naturalmente a pellicola) per fotografare le immagini più belle, perché non c’era altro. Comprai il doppio album su vinile della colonna sonora, e cercai di memorizzare le scene e le battute il più possibile.
Una sera d’estate del 1981 o ‘82, a Pavia, il Comune organizzava il cinema all’aperto, alla Cupola Arnaboldi, e scoprii che avrebbero proiettato proprio L'Impero Colpisce Ancora. Sospetto che queste proiezioni fossero in realtà organizzate dai rivenditori di spray antizanzare, perché le proiezioni all’aperto a Pavia in prima serata erano un’orgia sanguinaria di nugoli di zanzare inferocite. Nel caldissimo pomeriggio di quel giorno il proiezionista, tutto solo, stava installando il massiccio proiettore per pellicola per la proiezione serale e aveva ancora da disporre tutte le seggioline di legno per il pubblico. Era chiaramente un po' stufo.
Io notai che il proiettore aveva un’uscita audio DIN (ovviamente analogica, a quei tempi), elaborai un piano e mi armai di quel coraggio che soltanto la passione poteva risvegliare in un nerd: andai dal proiezionista e gli proposi un baratto. Gli avrei portato e piazzato io tutte le seggioline di tutta la sala se quella sera mi avesse lasciato registrare l’audio del film.
Il proiezionista accettò, dicendo pigramente “Sì, ma non tutto quanto, solo dei pezzi” e confidando nel fatto che non c’era modo di registrare su cassetta due ore e dieci filate di sonoro, e io mi piegai al compromesso.
Andai di corsa a casa, presi il mio radioregistratore a batterie, una cassetta C120 e... feci hacking: modificai la velocità di scorrimento del nastro in modo da farci stare 127 minuti di audio su una singola cassetta. Non potevo usarne due per non perdere pezzi e per non far capire al proiezionista che stavo registrando tutto, e decisamente non avevo un registratore a bobine, men che meno uno trasportabile.
Tornai dal proiezionista e con l’aiuto degli amici appassionati di Star Wars ai quali avevo sparso la voce disponemmo le seggioline.
Quella sera il proiezionista, commosso da così tanta devozione, mi lasciò attaccare il cavetto DIN del radioregistratore al proiettore, facendo finta di non vedere. Mi disse di nascondere il radioregistratore: per fortuna il cavo di collegamento al proiettore era lungo e sottile. Il film partì e io registrai tutta la traccia audio, dall’inizio alla fine, nel magnifico doppiaggio italiano. Finsi di spegnere qualche volta quando il proiezionista mi guardava storto. Ora posso raccontarlo, il reato è prescritto e il proiezionista è probabilmente buonanima.
Anni più tardi ho riversato in digitale quella registrazione, rigorosamente mono, che avevo quasi consumato a furia di riascoltarla a occhi chiusi. Poi, naturalmente, ho comprato la videocassetta, e poi il DVD, e poi il Blu-Ray e il file digitale. Ma quella pastosa, compressa, distorta registrazione monofonica ha ancora un valore speciale per me.
Non solo per il film, e per la nostalgia di un’impresa di “pirateria” oggi impensabile. Ma perché fra gli appassionati che mi aiutarono a disporre quelle sedie c’era Elena: colei che poi, anni dopo, sarebbe diventata la Dama del Maniero.
Mai avrei immaginato che sarebbe diventata la mia Principessa Leia (va bene, va bene, Leila per i nostalgici). E mai avrei immaginato che un giorno avrei incontrato i protagonisti di quel film e avrei tradotto per loro, sempre con la Dama al mio fianco.
Mai avrei immaginato che un giorno quel doppio album di Guerre Stellari avrebbe ricevuto le loro firme con dedica. Anthony Daniels (C3PO), David Prowse (Darth Vader), Kenny Baker (R2D2). Ce l'ho qui ora, eccovelo: è enorme come solo un doppio LP poteva esserlo.
Bonus: il mio doppio LP de L'Impero Colpisce Ancora. Con le foto giganti e le note di copertina che oggi non si fanno più. Un po‘ consunto dal tempo, ma sempre memorabile. Grazie di aver letto fin qui, e che la Forza sia con voi.
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