È disponibile subito il podcast di oggi de Il Disinformatico della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, condotto dal sottoscritto: lo trovate presso www.rsi.ch/ildisinformatico (link diretto). Questa è l’edizione estiva, dedicata all’approfondimento di un singolo argomento.
I podcast del Disinformatico di Rete Tre sono ascoltabili anche tramite feed RSS, iTunes, Google Podcasts e Spotify.
Buon ascolto, e se vi interessano il testo e i link alle fonti della storia di oggi, sono qui sotto!
Nota: la parola CLIP nel testo che segue non è un segnaposto in attesa che io inserisca dei contenuti. Indica semplicemente che in quel punto del podcast c’è uno spezzone audio. Se volete sentirlo, ascoltate il podcast oppure guardate il video che ho incluso nella trascrizione.
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[CLIP: (in sottofondo) Materia oscura]
No, non state ascoltando il mio gatto che si è addormentato sulla tastiera musicale o la produzione di qualche compositore di musica d’avanguardia: questa è letteralmente la musica delle sfere, come l'avrebbero chiamata i filosofi.
Si tratta di suoni generati partendo dai dati astronomici che hanno fornito la prima prova diretta dell’esistenza della materia oscura, quella sostanza per ora misteriosa che compone la stragrande maggioranza della materia presente nell’universo. Questi suoni rivelano armonie e correlazioni che sfuggirebbero ad altri modi più tradizionali di rappresentare gli aridi dati scientifici. Sono un esempio di sonificazione.
Può sembrare un concetto informatico molto astratto, ma la sonificazione è invece estremamente concreta. Vi faccio un esempio per chiarire cosa intendo.
[CLIP: Geiger]
L’avete riconosciuto? È il suono di un contatore Geiger. Il numero e la rapidità dei clic che sentite indicano molto chiaramente se si è in presenza di una sorgente radioattiva e quanto è pericolosa, senza doversi distrarre a guardare uno schermo. Anche questa è sonificazione.
[SIGLA]
La storia della sonificazione nasce appunto in sostanza con il contatore Geiger, inventato nel 1908 dal fisico tedesco Johannes Wilhelm Geiger. Serviva un modo semplice e pratico di rappresentare un’informazione complessa, e il suono si prestava perfettamente allo scopo.
Siamo abituati a vedere dati sotto forma di grafici o numeri su un contatore o su un quadrante, ma percepire i dati tramite i suoni offre vantaggi di facilità e precisione nella comprensione: il nostro orecchio percepisce con estrema finezza, per esempio, le differenze di tempo, di frequenza e di volume.
Prendete gli ossimetri o saturimetri, quei sensori che in campo medico si applicano alle dita per misurare la saturazione dell’emoglobina nel sangue e quindi stimare la quantità di ossigeno presente in circolo. Spesso indicano le pulsazioni e la saturazione usando dei toni che variano di frequenza a seconda della percentuale di saturazione.
Oppure considerate un altro oggetto abbastanza curioso: il variometro. Se avete mai provato l’ebbrezza di un volo in aliante o in parapendio, probabilmente questo suono vi sarà familiare:
[CLIP: Variometro]
Il variometro indica la velocità di salita o di discesa sotto forma di suoni, così il pilota può usare l’udito per avere quest’informazione preziosa senza impegnare la vista guardando un numero su uno schermo o su un quadrante.
Se preferite tenere i piedi per terra e guidate un’automobile recente, avrete dimestichezza con un altro tipo di sonificazione:
CLIP: auto-parcheggio
I sensori di parcheggio delle auto rappresentano la distanza dagli ostacoli tramite dei bip sempre più frequenti man mano che ci si avvicina. Con la diffusione dell’informatica, la sonificazione ha preso sempre più piede ed è diventata sempre più sofisticata. Oggi permette, per esempio, ai non vedenti o ipovedenti di capire l’andamento e i dettagli di un fenomeno o di una serie di dati che solitamente verrebbero presentato come grafico e quindi sarebbero inaccessibili.
Per esempio, come si può mostrare o descrivere un cielo stellato a chi non lo può vedere? Questa che state per sentire è la sonificazione, realizzata dalla NASA, di un’immagine del centro della nostra galassia, “vista” per così dire simultaneamente nelle sue emissioni in luce visibile, in raggi X e in radiazione infrarossa:
[CLIP: galaxy]
Questi suoni sono una scansione, da sinistra a destra, di questa immagine: le tonalità e l’intensità dei suoni rappresentano la posizione e la luminosità delle singole stelle. Un orecchio sensibile e allenato riesce a ricostruire la scena partendo da questi suoni e riesce ad acquisire grandi quantità di dati in pochissimo tempo.
Chi avrebbe mai detto che dei semplici dati scientifici avrebbero potuto generare un’armonia così eterea?
Ma non sempre i suoni delle sonificazioni sono così armoniosi e rassicuranti. Questa sonificazione rappresenta un anno di terremoti in Giappone, indicandone localizzazione, intensità e profondità, limitandosi soltanto alle scosse di magnitudo 3 o superiore.
[CLIP: Terremoti]
All’inizio questi suoni rivelano con grande chiarezza quanto siano frequenti i terremoti e di conseguenza quanto siano assurdi i vari tentativi delle pseudoscienze e dei mistici di correlarli ad allineamenti planetari o astrali. Poi arriva la grande scossa, e quel ribollire che ci aveva impressionato all'inizio assume tutt'altra proporzione.
Un grafico non avrebbe reso così chiaramente la potenza del fenomeno. Ed è proprio a questo che serve la sonificazione: a farci capire meglio il mondo, fragile e potente, nel quale viviamo.
Fonti aggiuntive: Data Sonification Archive, Science News, Beyond Sonification (Zhdk.ch), Synestizer, SonicVirus (Usi.ch).
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