Nell’attesa vi anticipo alcuni dati sull’argomento raccolti da Statista: secondo il National UFO Reporting Center, che negli Stati Uniti documenta gli avvistamenti di fenomeni aerei non spiegati in tutto il mondo, gli avvistamenti sono in aumento dopo i cali del 2018 e del 2021: nel 2022 ci sono stati oltre 5000 presunti avvistamenti. Siamo comunque ben al di sotto dei picchi del 2014 (8800) e del 2020 (7400).
La credenza negli alieni, intanto, è in aumento negli Stati Uniti. Secondo i sondaggi di Yougov America citati sempre da Statista, nel 1996 gli americani che credevano che gli UFO fossero veicoli alieni o forme di vita extraterrestri erano il 20%; nel 2022 questa percentuale è salita al 34%. Sull’esistenza di forme di vita extraterrestri (questione ben diversa dalle visite extraterrestri), il 57% degli interpellati risponde affermativamente.
Segnalo anche un aspetto forse poco considerato della recente audizione: Sean Kirkpatrick, che guida l’All-Domain Anomaly Resolution Office (AARO), la sezione del Pentagono costituita per centralizzare le indagini sugli avvistamenti di fenomeni aerei non identificati che potrebbero essere una minaccia per la sicurezza nazionale, ha pubblicato una lettera aperta nella quale dice che le asserzioni di Grusch sono “offensive” nei confronti di chi lavora alle indagini sugli avvistamenti e rimprovera Grusch e gli altri testimoni che hanno parlato nelle recenti audizioni per non aver collaborato alle indagini governative sull’argomento “contrariamente alle dichiarazioni fatte durante le testimonianze e nei media”.
La critica di Kirkpatrick, fatta a titolo personale, prende le difese dei membri “del Dipartimento della Difesa e della Comunità di Intelligence che hanno scelto di partecipare all’AARO, molti con ansie non irragionevoli a proposito dei rischi di carriera che questo avrebbe comportato.”
In altre parole, al Pentagono c’è gente che sta cercando di lavorare seriamente per capire se questi avvistamenti possono essere un pericolo per la sicurezza delle forze armate e del paese (per esempio se sono indicatori di attività di sorveglianza da parte di altri paesi), lottando contro la tendenza diffusa a ridicolizzare chi si occupa di questi fenomeni e mettendo a repentaglio la propria carriera. Dichiarazioni prive di qualunque prova, come quelle di Grusch, riammantano di ridicolo e sensazionalismo questo lavoro.
C’è anche un altro aspetto burocratico interessante: gli esperti fanno notare che sembra che Grusch abbia seguito i protocolli del Pentagono nel rendere pubbliche le proprie informazioni. Questo vuol dire che il Dipartimento della Difesa (DoD) ha approvato la divulgazione di quelle informazioni, e il DoD approva queste divulgazioni solo se le informazioni non sono classificate. Se Grusch dicesse il vero, le informazioni nelle sue dichiarazioni sarebbero classificate e il DoD non gli avrebbe permesso di renderle pubbliche.
La pagina di Wikipedia in inglese sulla vicenda riassume bene tutta la questione.
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Qui sotto trovate la registrazione della puntata.
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