Disinformatico radio: le falle di Word diventano tre; la top ten 2006 di Google; tutto sulle bufale natalizie
La puntata del Disinformatico in onda stamattina in diretta alla Rete Tre della Radio Svizzera di lingua italiana (ore 11, streaming e podcast) toccherà i temi che avete letto nel titolo: i link e dettagli delle questioni trattate verranno pubblicati qui nel corso della trasmissione. Buon ascolto!
Falle di Word: siamo a tre, come testarle
Il popolarissimo formato DOC di Microsoft Word e molti dei programmi Microsoft per leggere questo formato hanno delle falle che consentono di confezionare documenti-trappola. Basta aprirli per consegnare all'aggressore le chiavi del proprio computer. L'argomento è già stato toccato nella puntata precedente, ma occorre ritornarvi perché è stata scoperta una terza falla, per la quale esiste anche un file dimostrativo, che manda i crash non solo Word, ma anche molti programmi alternativi.
La falla è stata annunciata da Milw0rm e il file dimostrativo è scaricabile da qui. In quanto dimostrazione, è innocuo, ma abbastanza deleterio da mandare in crash Microsoft Word, compresa la versione Mac (io ho testato la 2004), e il programma gratuito di lettura dei file Word offerto da Microsoft. Anche i programmi alternativi non reggono bene il test: NeoOffice (porting di OpenOffice per Mac) crasha dicendo di aver esaurito la memoria. Se la cava meglio AbiWord. Microsoft ha deciso di non risolvere queste tre falle nel consueto aggiornamento mensile di sicurezza di dicembre; si spera che provveda in quello di gennaio.
Nel frattempo, visto che la falla viene già sfruttata da alcuni vandali informatici e che il formato Word è diffusissimo e considerato sicuro da molti utenti, il consiglio è evitarlo ovunque possibile, per esempio salvando in formati differenti (RTF, PDF, OpenDocument, testo semplice) i documenti che dovete far circolare.
Se ricevete un file Word da sconosciuti, non apritelo; se lo ricevete da qualcuno che conoscete, assicuratevi (per esempio con una telefonata) che il mittente ve l'abbia davvero inviato intenzionalmente e che non si tratti di un file inviato da un impostore; in ogni caso, apritelo solo se strettamente necessario. E' un consiglio di sicurezza che vale anche per qualsiasi altro tipo di file.
Se disponete di un account di posta Gmail, avete un modo sicuro per leggere i documenti Word: visualizzarli tramite l'interfaccia Web di Gmail, che è in grado di mostrarne perlomeno il testo. Un altro modo per gestire in modo sicuro i file Word è usare le applicazioni via Web, come Google Docs and Spreadsheets oppure Ajaxwrite.
La top ten 2006 delle parole più cercate in Google
Secondo il Google Zeitgeist di fine anno, le dieci parole più cercate del 2006 sono (dalla decima posizione alla prima) Wiki, Mininova, Rebelde, Video, Wikipedia, Radioblog, Metacafe, World Cup, Myspace e Bebo. E' interessante notare la fortissima presenza di termini che riguardano contenuti audio e video, soprattutto autoprodotti (Wiki, Wikipedia, video, Metacafe, Myspace, Bebo, Mininova, Radioblog); le uniche eccezioni sono la Coppa del Mondo di calcio e la soap opera messicana Rebelde, il cui piazzamento in classifica mondiale la dice lunga sull'espansione della lingua spagnola in Rete. Nella sezione news campeggiano invece i nomi di Paris Hilton e Orlando Bloom.
Bufale natalizie
E' vero che Babbo Natale è stato inventato dalla Coca-Cola? No: secondo Snopes.com, la raffigurazione corrente di Babbo Natale risale al 1863 ed è opera di Thomas Nast, che accorpò le varie tradizioni. Fu lui a "inventare" il fatto che Babbo Natale è vestito di rosso (ma Nast inizialmente lo vestì di marrone rossiccio, secondo la cronologia della Coca-Cola), fabbrica i regali e abita al Polo Nord (quest'ultimo dettaglio anagrafico deriva da una poesia scritta da George P. Webster in accompagnamento ad un disegno di Nast).
La Coca-Cola utilizzò questo Babbo Natale soltanto dagli anni 20 del secolo scorso, quando il Babbo Natale che oggi consideriamo "standard" era già in giro da una settantina d'anni. Ma è senz'altro merito delle vaste campagne pubblicitarie della Coca-Cola se oggi si è affermata l'immagine del Babbo Natale un po' sovrappeso e vestito di rosso. La leggenda che lega Coca-Cola e Babbo Natale, comunque, resiste, come testimonia questo articolo del Corriere. C'è anche un libro in proposito, di Nicola Lagioia, intitolato Babbo Natale. Dove si racconta come la Coca-Cola ha plasmato il nostro immaginario (Fazi, 2005, ISBN 8881126931).
Ci sono davvero persone che vi permettono di comandare via Internet le loro decorazioni luminose? Sembra di sì, ma bisogna stare attenti ai burloni. Alek Komarnitsky divenne famoso nel 2004 per aver collegato a Internet le 17.000 luci natalizie che addobbavano la sua casa a Lafayette, nel Colorado: o almeno così sembrava a chi accedeva al suo sito. In realtà Komarnitsky aveva semplicemente scattato una serie di foto alle luci natalizie in varie condizioni e creato una pagina che visualizzava la foto che corrispondeva ai "comandi" dati dai visitatori. Fu beccato nel giro di una decina di giorni da un reporter del Wall Street Journal, come racconta DenverChannel.com. Altre iniziative analoghe danno qualche garanzia in più, come nel caso di Controltheshow.com, a Winston-Salem, che è stata verificata dai giornalisti della Fox diffondendo un servizio direttamente dalla Webcam del sito.
Esiste davvero un codice di avviamento postale reale per le letterine di Babbo Natale, ed è "H0 H0 H0"? Può sembrare una bufala, ma è vero: in Canada i codici di avviamento postale hanno la struttura lettera-numero-lettera numero-lettera-numero, e le Poste canadesi hanno riservato il codice H0H 0H0 per le lettere destinate a Babbo Natale (la scelta deriva dall'usanza anglosassone di far dire "Ho ho ho" a Santa Claus). Stando a Wikipedia, qualsiasi lettera recante l'indirizzo "SANTA CLAUS - NORTH POLE - H0H 0H0 - CANADA" verrà smistata correttamente e riceverà anche una risposta.
Esiste davvero la tomba di Babbo Natale, e chi è il bambino in lacrime ritratto in una foto della tomba che circola in Rete? Sembra che dei genitori crudelissimi abbiano portato un bambino a vedere dov'è sepolto Babbo Natale, con ovvia reazione del pargolo, e gli abbiano pure scattato una foto come promemoria. Ma in realtà si tratta di un fotomontaggio: l'immagine del bambino è tratta da una campagna pubblicitaria, come racconta Snopes.com.
Con questa puntata, il Disinformatico radiofonico va in vacanza fino al prossimo 9 gennaio, ma il blog rimane aperto. In ogni caso, buone feste!
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