È disponibile temporaneamente sul sito della Rete Tre della RSI il podcast della scorsa puntata del Disinformatico radiofonico, che ho dedicato a un riepilogo dei principali cambiamenti e flop informatici del 2011, alla classifica dei film più scaricati e alle previsioni tecnologiche per l'anno venturo. Gli articoli di supporto sono qui:
- I film più “piratati” sui circuiti peer-to-peer
- La classifica delle ricerche secondo Google
- I più grandi cambiamenti nel mondo informatico
- I più grandi flop informatici
- Cosa ci porterà il 2012 digitale?
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Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.
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2011: i film più “piratati” sui circuiti peer-to-peer
Torrentfreak.com ha pubblicato la classifica mondiale 2011 dei film più scaricati dai circuiti peer-to-peer basati su BitTorrent. La prima cosa che colpisce è il calo quantitativo degli scaricamenti, dovuto anche alla crescente popolarità dei circuiti di download alternativi e di quelli legali.
Se nel 2010 Avatar aveva registrato oltre 16 milioni di scaricamenti tramite BitTorrent, il film in cima a quest'insolita classifica nel 2011 è infatti arrivato a poco più della metà: nove milioni di download per Fast Five (con Vin Diesel e Paul Walker). Seguono, con poco distacco, The Hangover II (Una Notte da Leoni 2) e Thor.
Questi dati rivelano una forte differenza fra le preferenze al botteghino e quelle su Internet: dalla top ten degli scaricamenti mancano film di grande successo commerciale come il quarto della serie dei Pirati dei Caraibi e il terzo Transformers. Per contro risultano scaricatissimi 127 Hours (127 Ore) e Sucker Punch, che al cinema hanno invece realizzato incassi modesti.
È difficile anche trovare una correlazione fra scaricamenti e incassi per chi sostiene che la pirateria online danneggia il cinema: Fast Five, il più scaricato, ha comunque incassato oltre 600 milioni di dollari, Thor quasi 450, e Harry Potter e i Doni della Morte parte 2, decimo in classifica fra i download, ha totalizzato 1,3 miliardi di dollari.
Ecco la classifica completa:
1. Fast Five
2. The Hangover II (Una Notte da Leoni 2)
3. Thor
4. Source Code
5. I Am Number Four (Sono il Numero Quattro)
6. Sucker Punch
7. 127 Hours (127 ore)
8. Rango
9. The King's Speech (Il Discorso del Re)
10. Harry Potter and the Deathly Hallows Part 2 (Harry Potter e i Doni della Morte parte 2)
2011: la classifica delle ricerche secondo Google
Come ogni anno dal 2001, Google ha pubblicato lo Zeitgeist, la sua analisi delle tendenze dell'anno sulla base degli argomenti cercati dai suoi utenti. Sono disponibili, in forma grafica interattiva presso GoogleZeitgeist.com, le ricerche suddivise per più frequenti, in più rapida ascesa e in più rapido calo, sia a livello planetario, sia a livello nazionale; ci sono anche ulteriori suddivisioni, per esempio persone, luoghi, gadget, eventi locali e molto altro.
Catturano davvero lo spirito del momento queste analisi? Dipende, perché si basano su quello che la gente immette in Google e quindi non tengono conto degli argomenti che gli utenti sanno già dove trovare oppure trovano attraverso altri canali. Per questo meteore come la "cantante" Rebecca Black sono in cima alla classifica mondiale dei temi in più rapida ascesa e invece il disastro di Fukushima o la morte di Steve Jobs sono relegati all'ottavo e nono posto. Sembra invece assai azzeccato il primo posto fra i termini in più rapido calo nel mondo, che spetta a Myspace. Il gadget del momento è il Kindle Fire di Amazon, seguito dall'iPhone 4s di Apple e dal Sidekick 4g di Samsung/t-Mobile.
Per quanto riguarda la Svizzera, i risultati di Zeitgeist per il 2011 sono abbastanza curiosi: la più rapida ascesa spetta a "dsds" (Deutschland sucht den Superstar), mentre al secondo posto c'è "sbb Fahrplan" (la ricerca degli orari dei treni) e al terzo c'è "dsk" (Dominique Strauss-Kahn). Seguono "iPhone 5" (che non esiste), i videogiochi Battlefield 3 e Minecraft, l'iPad 2, Amy Winehouse, Steve Jobs e Deindeal.ch. Le ricerche svizzere più frequenti riguardano invece, nell'ordine, Facebook, Youtube, Hotmail, Google, Blick, Sbb, Ricardo, Gmail, Autoscout24.ch e Wikipedia. Tra le celebrità svizzere più cercate c'è al primo posto Roger Federer, seguito dal rapper Bligg, dalla modella Angela Martini, dal cantante Patrick Nuo. Al quinto posto c'è “stress". Errore di Google? No, è il nome di un rapper svizzero.
2011: i più grandi cambiamenti nel mondo informatico
La morte di Steve Jobs, cofondatore e guru dei prodotti Apple, a 56 anni, è inevitabilmente l'evento informatico dell'anno. La notizia, giunta il 5 ottobre, ha scosso il mondo dei computer (e non solo) benché fosse prevista: Jobs si era dimesso per motivi di salute ad agosto e non aveva fatto mistero delle proprie condizioni di salute. Non è l'unico nome informatico che ci ha lasciato: sempre a ottobre ci hanno lasciato Dennis Ritchie, inventore del linguaggio di programmazione C e uno dei padri del sistema operativo UNIX che è alla base di Internet, e John McCarthy, padre dell'intelligenza artificiale.
Ma il 2011 è stato caratterizzato da molti altri eventi chiave dal punto di vista tecnologico: è sulla bocca di tutti l'idea del “cloud computing”, con tutte le sue implicazioni di sicurezza e privacy; debuttano gli “ultrabook”, computer portatili sottili e leggeri; l'iPhone 4S rende popolare l'interfaccia vocale e il Kinect di Microsoft ci abitua a interagire con il computer attraverso i gesti. Questo sensore di movimento tridimensionale, fra l'altro, è il gadget che detiene il record di velocità di vendita del 2011 e di sempre: 8 milioni di pezzi venduti in due mesi. Centotrentatremila al giorno. È invece ancora in prevendita Lytro, la fotocamera rivoluzionaria che permette di scegliere la messa a fuoco dopo lo scatto ed è stata presentata a ottobre.
Anche il tablet, e in particolare l'iPad, è uno dei prodotti elettronici più gettonati dell'anno: arrivano molti concorrenti, come i vari tablet Android, il Blackberry Playbook, l'HP TouchPad, ma l'unico che sembra scalfire il predominio della tavoletta di Apple è il Kindle Fire (a settembre) di Amazon. Sorpende molti, invece, la collaborazione Microsoft-Nokia, annunciata a febbraio e seguita alcuni mesi dopo dai primi telefonini di Nokia dotati di Windows Phone 7.
Passando dall'hardware al software, ci sono anniversari importanti: ad agosto si celebrano 20 anni di World Wide Web, 30 di PC IBM e 10 di Windows XP, mentre a novembre si festeggiano 40 anni di microprocessore. A fine anno Facebook presenta la Timeline, un restyling drastico del proprio aspetto che era stato annunciato a settembre e sta tuttora causando confusione fra gli 850 milioni di utenti del più grande social network del momento.
Anche Google si butta nei social network con Google+, a giugno, raccogliendo oltre 40 milioni di utenti e numerosi apprezzamenti da parte delle grandi firme dell'informatica. Ma la massa degli utenti resta su Facebook e Google+ sembra aver arrestato la propria crescita, diventando un complemento a Facebook più che un concorrente.
I social network sono stati al centro dell'innovazione tecnologica anche per altre ragioni: per la prima volta una rivoluzione politica è stata organizzata via Internet. Parte a febbraio la Primavera Araba, con l'Egitto che sceglie di bloccare le comunicazioni online); ad agosto fanno scalpore i saccheggi e le sommosse di Londra, Birmingham e Manchester e a partire da settembre il movimento di protesta Occupy – coordinato tramite i social network – si fa notare da Wall Street in 900 città del mondo, da Auckland a Zurigo. Anche le scorribande di Anonymous e Wikileaks, che mostrano più volte quanto il re sia nudo, fanno notizia per tutto l'anno.
Nel 2011 sono inoltre emersi i dettagli delle guerre informatiche combattute in segreto: Stuxnet, ritenuto inizialmente un virus informatico come tutti gli altri, si rivela essere un'arma specializzata, costruita per sabotare la ricerca nucleare iraniana arrivando là dove le bombe difficilmente riuscirebbero a penetrare. Tutto questo avviene, però, al prezzo dell'infezione dell'80% delle organizzazioni infrastrutturali del mondo nel tentativo di raggiungere i sistemi informatici iraniani.
L'anno informatico, insomma, è stato particolarmente intenso. Chissà se il 2012 sarà un po' più tranquillo, Maya permettendo.
2011: i più grandi flop informatici
Il 2011 informatico ha raccolto non solo successi e innovazioni ma anche vari ritiri, fallimenti e rinunce. Ecco un breve riepilogo di alcuni degli eventi che i grandi nomi della Rete non ricorderanno con particolare entusiasmo.
Partiamo da Google, che ha incassato il flop di Wave, ibrido di social network e scrittura collaborativa che pareva essere una rivoluzione ma si è rivelato troppo macchinoso e incomprensibile, e il tonfo di Knol, rivale di Wikipedia: la loro chiusura entro il 2012 è stata annunciata a novembre.
Google ha visto affondare anche il suo Chromebook, uno strano laptop minimalista che in sostanza caricava solo un browser (Chrome) e dipendeva da Internet per l'accesso alle applicazioni (Gmail, Google Docs e simili), ossia faceva quello che molti utenti facevano solitamente con il personal computer tradizionale. Questo lo rendeva leggero, velocissimo e molto sicuro, ma anche inutilizzabile senza un accesso Wifi alla Rete. Presentato a giugno, dopo la vendita qualche decina di migliaia di esemplari non se n'è più saputo nulla, soppiantato da tablet e ultrabook (PCWorld; DigiTimes; BusinessInsider).
Anche Google+, il social network che doveva competere con il colosso di Facebook, dopo un certo entusiasmo iniziale per i suoi approcci innovativi, si è trovato spiazzato: è inutile avere la festa più bella e ricca se tutti gli amici vanno da un'altra parte. Sessanta milioni di utenti (stimati da Venturebeat) non sembrano un risultato da disprezzare, ma rispetto agli 850 di Facebook sono poca cosa.
Il 2011 ha visto anche la resa finale di un nome storico della Rete: Napster, nato nel 1998 come primo circuito peer-to-peer per lo scambio (solitamente illegale) di musica, ha chiuso a dicembre. Era già l'ombra di se stesso, essendo passato di mano in mano (Bertelsmann, PMG, Roxio, Best Buy, Rhapsody) dopo l'azione legale della RIAA nel 2001. Il suo nome continua solo in Germania e nel Regno Unito.
Un altro nome bersagliato dai flop quest'anno è RIM (Research in Motion), il cui popolarissimo smartphone BlackBerry ha subito un blackout planetario durato giorni a ottobre: utenti senza mail, messaggi e accesso a Internet. Un incidente che ha minato la fiducia riposta fino a quel punto nel servizio. Ad aprile c'era già stato il Playbook, il tablet di RIM, strombazzatissimo ma invenduto perché troppo caro e privo di qualunque vantaggio rispetto al concorrente iPad di Apple, che ha piazzato invece 40 milioni di esemplari. Il fallimento è costato a RIM quasi mezzo miliardo di dollari.
Non è andata meglio ad HP, il cui tablet TouchPad era più spesso e più pesante dell'iPad e aveva meno applicazioni ma lo stesso prezzo: al suo debutto, a giugno, non l'ha voluto nessuno finché HP l'ha svenduto a cento dollari al pezzo.
Non è stato un flop l'iPhone 4S, presentato a ottobre, ma la delusione degli utenti è stata forte: dopo mesi di attesa di un iPhone più grande, più sottile e pieno di meraviglie, è arrivato un oggetto uguale al precedente ma più capiente e veloce, con l'unica novità di rilievo del suo assistente vocale Siri (che però funziona solo in inglese e neanche con tutti gli accenti).
Restando nel campo dei cellulari, che dire di Windows Phone 7? Un debutto senza lode seguito da vendite deludenti, che lo hanno portato ad avere solo il 2,7% del mercato degli smartphone.
Ad Apple va una menzione speciale nei fallimenti del 2011 per Final Cut Pro X: l'attesissimo aggiornamento di uno dei programmi di montaggio video professionale più popolari si è rivelato essere una versione ridotta, priva di strumenti fondamentali, adatta solo per uso amatoriale e soprattutto incompatibile con le versioni precedenti. I professionisti si sono indignati, partorendo parodie a non finire.
Un altro nome che spicca nella lista dei flop del 2011 è quello di Sony: gran parte dei suoi servizi online è stata paralizzata ad aprile perché un attacco informatico ha sottratto 77 milioni di account nel PlayStation Network e in altre reti. Un mese di paralisi costosissimo, con utenti infuriati non solo perché non potevano giocare con le loro costose console, ma anche perché i loro dati personali (mail, password, indirizzi di casa) erano a spasso e per sei giorni Sony ha rifiutato di dare spiegazioni esaurienti sull'entità del problema.
Tra le società violate risalta anche il nome di RSA Security, una delle principali società di crittografia, i cui prodotti vengono utilizzati da quasi tutti i computer del mondo: è stata bucata a giugno per ottenere credenziali che consentissero di penetrare nei sistemi della Lockheed Martin, uno dei principali fornitori delle forze armate statunitensi, presumibilmente a scopo di spionaggio.
Ci sono anche attacchi informatici in senso inverso: grandi aziende che ficcano il naso negli affari degli utenti. A luglio viene resa pubblica la ripetuta violazione, da parte del giornale britannico News of the World, delle segreterie e della messaggistica dei telefonini di celebrità e persone comuni per avere scoop da pubblicare. Persino i familiari delle vittime di attacchi terroristici si sono trovati spiati dai giornalisti del tabloid. Lo scandalo ha portato alla sua chiusura. e all'arresto del suo ex redattore capo Andy Coulson.
Sul fronte dei videogiochi, il 2011 verrà ricordato come l'anno in cui finalmente arrivò, dopo quindici anni di annunci, attese e sviluppo, Duke Nukem Forever. Ma sarebbe stato meglio lasciar perdere: stroncato dagli utenti per la qualità scadente e l'umorismo offensivo e banale, ha spinto siti di riferimento come Ars Technica a dire che "chi ci ha lavorato dovrebbe vergognarsi". Le vendite sono state meno che stellari.
Per finire va registrato l'insuccesso del 3D digitale. Le vendite dei televisori tridimensionali sono state modeste: gli utenti non vogliono indossare occhialini scomodi e ci sono pochi film e programmi disponibili da vedere in 3D. Anche Nintendo, con la sua console portatile 3DS che a marzo crea la terza dimensione senza occhialini, si trova con prezzi inizialmente troppo alti e poco software: vende meglio quando straccia il prezzo da 250 a 180 dollari quattro mesi più tardi e offre giochi più interessanti, ma la 3DS contribuisce al primo anno di passivo della Nintendo in tre decenni.
Cosa ci porterà il 2012 digitale?
Sarebbe bello avere la sfera di cristallo e poter prevedere con precisione quali saranno le innovazioni tecnologiche del 2012, ma in mancanza di poteri magici si può estrapolare qualche scenario plausibile sulla base dei segnali che arrivano dalle case produttrici.
La parola-chiave del 2012 sembra essere interfaccia: il modo di comunicare con i nostri dispositivi tecnologici potrebbe cambiare drasticamente grazie all'introduzione di schermi flessibili sui telefonini, proposti per esempio da Nokia e Samsung: una torsione o una flessione di una zona verrebbe interpretata come comando. Kinect di Microsoft promette di offrire i cosiddetti gesti spaziali, ossia gesti tridimensionali che vengono tradotti in comandi senza toccare e imbrattare di ditate lo schermo. I sistemi operativi per computer del 2012 (Windows 8, OS X Lion) sono già predisposti per questo genere d'interazione. Anche i comandi vocali promettono bene, con l'arrivo delle versioni multilingue di Siri e altri servizi di riconoscimento vocale, e i telefonini potranno essere usati per i piccoli pagamenti al posto della carta di credito semplicemente toccando il terminale d'acquisto con il cellulare grazie alla tecnologia NFC.
Sul fronte del software, sembra ormai scontata la graduale scomparsa di Flash, che per anni è stato il principale veicolo delle animazioni e dei video sul Web: Adobe lo toglierà dai dispositivi mobili e Apple già non lo installa su Lion e iPhone/iPad. Il suo successore, a detta degli esperti, è HTML5, più potente e leggero. Anche Java rischia l'estinzione a causa di vulnerabilità e scarso uso. Sarà invece interessante vedere Windows 8 debuttare anche sui processori ARM, dopo decenni di legame strettissimo con i processori Intel.
In termini di hardware si profila la riduzione dei volumi di vendita dei personal computer generalisti, soppiantati da dispositivi specializzati e "chiusi" (controllati dai produttori) come iPad e console da gioco.
Continuerà la guerra dei browser, che sembra in procinto di diventare una lotta a tre: se fino a poco tempo fa Internet Explorer era il gigante da battere e Firefox sembrava l'unico rivale possibile, Chrome ha avuto un'ascesa notevole nel 2011 e si appresta a superare Firefox (detiene già oltre il 25% del mercato).
Sul fronte dei social network spiccherà la quotazione in Borsa di Facebook, che dovrebbe avere un valore stimato di 100 miliardi di dollari.
La vera rivoluzione, però, potrebbe venire non tanto dalla tecnologia, ma dagli utenti. Due miliardi di esseri umani sono già online e nel 2012 dovrebbe collegarsi anche il terzo. Il 57% già ora risiede nei paesi emergenti, e questo sposterà il baricentro culturale e linguistico della Rete. Prepariamoci.
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