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2019/05/25

Nufologia: no, la fila di punti luminosi in cielo non è uno sciame di dischi volanti alieni, piantatela

Ultimo aggiornamento: 2019/05/26 23:40.

Perché, perché qualunque cosa anche solo vagamente insolita vista in cielo deve subito essere interpretata come una visita di un veicolo extraterrestre?



Si tratta semplicemente dello sciame di satelliti Starlink, lanciato un paio di giorni fa da SpaceX: ben sessanta in una sola volta. Astronautinews.it ne parla in grande dettaglio.



I dettagli tecnici della ripresa di Marco Langbroek sono qui nel suo tweet e in questo suo breve post:



Sarebbe bello se tutti quelli che strillano di UFO e alieni alla minima occasione si informassero invece di fare l’ennesima figuraccia. La notizia del lancio di SpaceX non era certo segreta. Il video del lancio è stato trasmesso in diretta streaming da SpaceX (decollo a 00:13:50; separazione primo stadio a 00:16:40; espulsione carenatura a 00:17:40; accensione di rientro a 00:20:25; atterraggio del primo stadio sulla nave appoggio a 00:23:00; rilascio satelliti a 01:16:40):



La missione di SpaceX è particolarmente innovativa: oltre a recuperare il primo stadio del lanciatore e la carenatura (mentre tutte le aziende concorrenti sono ancora alle prese con lanciatori usa e getta), come ormai consueto, i satelliti sono stati lanciati in una sorta di catasta, impilati uno sull’altro, invece di usare il consueto traliccio di supporto e rilascio; usano motori a kripton anziché allo xenon in modo da ridurre anche del 90% i costi di propellente; integrano direttamente le antenne nel corpo dei satelliti, evitando le complicazioni e le possibilità di guasto di un sistema telescopico; l’uso di antenne di tipo phased array evita il problema del puntamento preciso.

I sessanta satelliti della costellazione Starlink sono i primi di un numero elevatissimo, che si sparpaglieranno nel cielo in modo da fornire connettività Internet globale a basso costo. Sono stati piazzati in orbita a 440 km di quota e useranno i propri motori a kripton per raggiungere la posizione e la quota definitive a 550 km di distanza dalla superficie terrestre.


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