Il gatto ha solo funzioni compensatorie della bruttezza della vicenda trattata. |
Questa teoria si scontra con alcuni fatti. Tipo questo: Attilio Barbieri, che scrive per Libero Quotidiano e mi risulta essere un giornalista dell’Ordine, quindi uno di quelli “bollinabili”, scrive questa perla, ripubblicata anche da Dagospia (l'evidenziazione è mia):
Così, ad esempio, un «rifornimento» sulla Hyundai Kona - sempre alle colonnine - costa da 32 a 50,56 euro, sulla Mercedes Eqc da 40 a 63,20 euro e sulla Tesla Model S da 50 a 79 euro. Ma per le vetture che escono dalle fabbriche di Jeff Bezos possono appoggiarsi su una rete di rifornimento dedicata, la Supercharger, accessibile solo ai clienti
Avete capito bene. Attilio Barbieri, che vorrebbe spiegare ai lettori il complesso mondo dell’auto elettrica, non sa neanche distinguere fra Jeff Bezos (boss di Amazon) e Elon Musk (boss di Tesla).
Ho salvato una copia permanente su Archive.org dell’articolo. Questo è uno screenshot:
Il resto dell’articolo è una collezione di fandonie, errori e luoghi comuni beceri e stantii che dimostrano una spettacolare incompetenza nel settore oltre che un pregiudizio di fondo verso la materia (“oggetto di culto del Green new deal in salsa euro-italiana”), scegliendo sistematicamente i casi più estremi e irrealistici per far sembrare che “un viaggio con l’auto elettrica costa quattro volte tanto”.
Qualcuno mi spieghi, allora, come mai io in due anni di uso della mia piccola auto elettrica per tutti gli spostamenti locali ho risparmiato circa milletrecento euro, invece di spendere “quattro volte tanto”. E se avessi usato l’auto elettrica anche per i viaggi che per ora faccio ancora con la mia auto a benzina avrei risparmiato 4800 euro. Posso presentare i conti, se qualcuno ha dubbi.
Avrei anch’io da proporre un bollino per questo genere di giornalismo, ma non è del genere immaginato dall’Ordine. E nemmeno dello stesso colore.
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