Questo è il vero Trezor. |
Secondo quanto riportato dal Washington Post, un proprietario di criptovalute, Phillipe Christodoulou, afferma di aver perso circa 600.000 dollari per colpa di un’app presente nel blindatissimo App Store di Apple.
L’utente ha cercato nello store di Apple un’app per
Trezor, un dispositivo speciale che
custodisce criptovalute (un wallet hardware). Ha trovato l’app, con
tanto di recensioni a cinque stelle, e l’ha scaricata e installata. Poi ha
immesso le proprie credenziali nell’app. In meno di un secondo ha perso 17,1
bitcoin, che all’epoca dei fatti valevano circa 600.000 dollari. Anche altri
utenti hanno lamentato furti analoghi.
L’app, infatti, era una truffa, creata da criminali informatici che hanno
abusato del nome Trezor per rendersi visibili e ingannare gli utenti di questo
dispositivo. Trezor, infatti, non ha un’app ufficiale.
Christodoulou, però, non se la prende soltanto con i ladri informatici: incolpa Apple di aver contribuito a ingannarlo dandogli un falso senso di fiducia. Apple, infatti, presenta il suo App Store come un luogo sicuro e affidabile, nel quale ogni app viene controllata prima di essere messa a disposizione degli utenti.
L’utente ha segnalato il caso all’FBI e fa notare che Apple incassa dal 15 al
30% sulle vendite delle app e dice che questa commissione serve a finanziare i
controlli. Ma i controlli sono evidentemente meno robusti di quello che viene
dichiarato negli slogan. Apple ha rimosso l’app truffaldina, ma è ricomparsa
subito nello Store.
I controlli vengono aggirati con una tecnica semplice: il creatore dell’app pubblica nello Store una versione innocua dell’app, che supera le verifiche, e poi la sostituisce con un’altra versione che contiene la trappola. In questo caso, inoltre, i truffatori avevano usato apertamente il nome Trezor e il logo dell’azienda. Apple non se n‘è accorta.
Per evitare questo genere di danno, anche se non siete titolari di grandi
cifre in criptovalute, è sempre consigliabile andare sul sito ufficiale del
produttore di un dispositivo o di un’app e usare il link allo Store
appositamente fornito, invece di cercare alla cieca sullo Store.
Fonte aggiuntiva:
Cointelegraph.
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