Il funzionamento di questi assistenti vocali, infatti, prevede esplicitamente che vengano registrati e trasmessi alle rispettive case produttrici tutti i suoni ambientali captati dai loro microfoni appena prima e appena dopo che è stata pronunciata la wake word o parola di attivazione (“Alexa” o “OK, Google”, eccetera): i comandi, infatti, vengono interpretati dai computer remoti di queste case produttrici, non dal dispositivo locale.
A volte questi assistenti credono di aver sentito la wake word quando in realtà è stato detto qualcos’altro e quindi può capitare che prendano degli spezzoni di conversazione privata e li mandino a Google, Amazon, Microsoft o Apple, dove possono essere archiviati e ascoltati da alcuni dipendenti di queste aziende (se la cosa non vi piace, potete chiedere l’eliminazione delle registrazioni). Ma a parte questi incidenti, non effettuano intercettazioni generalizzate e di massa.
Anche così, comprensibilmente molti utenti non vogliono correre il rischio di avere orecchie indiscrete in casa, per esempio nei momenti intimi o durante incontri professionali confidenziali, per cui rifiutano di installare Alexa e simili in casa o in ufficio.
Però un assistente vocale è spesso molto comodo. I problemi di riservatezza e sorveglianza sparirebbero ce ne fosse uno che fa il riconoscimento vocale in locale, senza mandare spezzoni della nostra voce a nessuno e cancellandoli automaticamente dal dispositivo dopo che sono stati usati. Amazon ha presentato proprio questa possibilità pochi giorni fa: sarà disponibile “prossimamente”, perlomeno per gli utenti statunitensi (video, a 00:4:50).
Purtroppo questa opzione riguarda soltanto i dispositivi più recenti di Amazon, dotati di processore AZ1 Neural Edge e quindi è disponibile soltanto sugli Echo di quarta generazione, sull’Echo Show 10 e sui dispositivi futuri. Non sarà disponibile sui dispositivi precedenti.
È comunque un buon segno: la privacy aumenta e in più i tempi di risposta diventano più brevi grazie al fatto che il riconoscimento dei comandi avviene localmente invece di dover registrare la voce e mandarla via Internet a computer remoti che poi restituiscono l’azione corrispondente.
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