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2021/12/16

Matrimoni nel Metaverso? Per Facebook si fanno senza niente dalla vita in giù

La notizia della coppia statunitense che ha celebrato il proprio matrimonio nel “metaverso” ha fatto il giro del mondo, ma è importante non equivocare: il Metaverso di Facebook/Meta non c’entra nulla. Anzi, se pensate di sposarvi nella realtà virtuale di Mark Zuckerberg preparatevi a una delusione, perché nell’attuale prototipo del Metaverso, ossia Horizon Worlds, non avrete nulla dalla vita in giù.

I coniugi Gagnon, la cui cerimonia nuziale virtuale è diventata così virale, hanno infatti utilizzato un software completamente differente, che ha dato a loro e ai loro invitati degli avatar dotati di un corpo completo, anche se i volti erano un po’ stilizzati e parecchio inquietanti.

Invece Horizon Worlds offre avatar letteralmente troncati: le gambe e il bacino semplicemente non esistono, forse per evitare che gli utenti abusino della possibilità di scegliere la propria anatomia e il proprio vestiario. E la grafica, per quanto migliore di quella del matrimonio virtuale dei Gagnon, non è certo quella fluida e pulita della pubblicità.

Questo è come viene presentato Horizon Worlds nei video promozionali di Meta, che precisano che si tratta di “immagini simulate che non sono rappresentative del prodotto attuale”:

Da pochi giorni Horizon Worlds è disponibile al pubblico, dopo oltre due anni di sperimentazione limitata agli addetti, e quindi possiamo finalmente vedere com’è fatto realmente quello che ha in mente Mark Zuckerberg per il futuro di Internet.

Per entrare in Horizon Worlds i requisiti hardware sono abbastanza modesti: basta avere un visore per realtà virtuale Oculus Quest 2  (che funziona senza aver bisogno di un potente computer di supporto) e un account Facebook. L’accesso è gratuito.

Il problema sta nei requisiti personali: bisogna essere maggiorenni e soprattutto vivere negli Stati Uniti o in Canada (o convincere Facebook di essere residenti di questi paesi). Chi soddisfa queste condizioni ha cominciato a pubblicare i primi video delle proprie esperienze, e il confronto con i video promozionali è piuttosto impietoso: gli avatar e gli ambienti sono molto schematici e ben lontani dalle ombreggiature e dalle curve morbide mostrate negli spot.

 

Una volta entrati, si hanno a disposizione degli strumenti piuttosto sofisticati per creare strutture e oggetti interattivi nell’ambiente: chiunque abbia mai giocato a Fortnite, Roblox o Minecraft si troverà a proprio agio. Si possono anche aggiungere suoni personalizzati, tratti da un repertorio incluso in Horizon Worlds, e i primi partecipanti hanno già iniziato a costruire un gran numero di ambienti pubblicamente accessibili e molto dettagliati.

La cosa probabilmente più interessante per i tipi creativi è la disponibilità di un linguaggio di programmazione (Meta parla di script blocks) che consente di assegnare agli oggetti delle funzioni, creando quindi dei meccanismi e addirittura dei veri e propri giochi interattivi.

Per quanto riguarda il proprio aspetto in questa bozza del Metaverso, a parte l’assenza di metà corpo, è tutto personalizzabile con notevole dettaglio, e l’interazione con gli altri partecipanti è molto fluida e abbastanza naturale: ogni avatar si muove seguendo i movimenti delle mani e della testa del suo utente, che vengono rilevati dal visore e dai controller. Se due o più utenti tengono unite le mani virtuali per qualche secondo, diventano un gruppo che si sposta insieme.

Ci sono aree dove si partecipa a gare sparatutto, altre nelle quali si può fare musica usando strumenti virtuali, e altre ancora nelle quali si possono lanciare aeroplanini di carta o tirare con arco e frecce. Per ora è tutto gratis e non si parla di soldi per skin o indumenti personalizzati. Quasi tutto quello che si vede è creato dagli utenti stessi.

È insomma un luogo piuttosto interessante e divertente, ma come in qualunque ambiente nel quale ci sono altre persone, sia pure virtuali, ci sono anche delle esigenze di protezione. Per impostazione predefinita, tutto quello che si dice ad alta voce viene captato dal microfono del visore e diffuso dentro la propria area di Horizon Worlds. Questo rende facile attaccare bottone con gli altri utenti. Magari anche troppo facile: in ogni caso, chi vuole stare in pace ha una modalità protetta facilmente accessibile, nella quale diventa invisibile agli altri, che non possono sentirlo, ed è possibile bloccare gli utenti con i quali non si vuole interagire.

Ma se invece si vuole interagire con gli altri, bisogna sopportarne le voci in sottofondo, e siccome siamo in realtà virtuale immersiva e tridimensionale, rispetto a una conversazione scritta sui social network si amplifica il disagio di vedere qualcuno che si avvicina, allunga le mani e dice cose indesiderate. Ci sono già stati casi di molestie, come racconta The Verge

Ogni sessione di Horizon Worlds è dotata di una sorta di bodycam, che registra localmente quello che viene detto e fatto e lo tiene a disposizione in caso di comportamenti inadatti, per cui c’è un discreto deterrente. Però questa soluzione tecnologica non risolve il problema dei bambini rumorosi e iperattivi, che sono presenti anche qui e strillano parecchio perché non si rendono conto che gli altri li sentono. Forse è il caso di rifugiarsi in una delle zone di meditazione.

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