Ultimo aggiornamento: 2022/03/22 9:30.
Fra le esperienze che pensavo di vivere quest’anno non c’erano di certo le minacce personali mandatemi via Twitter da Dmitri Rogozin, attuale direttore dell’agenzia spaziale russa Roscosmos.
Ieri Rogozin (o qualcuno che usa il suo account Twitter ufficiale autenticato) ha pubblicato questo tweet, decisamente slegato dalle attività spaziali: “Ucraina ed Europa? "Rifugiato" dall'Ucraina spiega agli italiani chi è il capo della casa. Probabilmente i fascisti ucraini vieteranno presto agli italiani in Italia di parlare italiano. L'Europa ora l'Ucraina!“
Ucraina ed Europa?
— РОГОЗИН (@Rogozin) March 16, 2022
"Rifugiato" dall'Ucraina spiega agli italiani chi è il capo della casa. Probabilmente i fascisti ucraini vieteranno presto agli italiani in Italia di parlare italiano.
L'Europa ora l'Ucraina! pic.twitter.com/z6zPtksLbV
Mi sono limitato a farne un retweet commentandolo con queste parole: “Questo è quello che pubblica il direttore dell'agenzia spaziale russa. Ditemi se è il caso di dare credito a una persona del genere.”
Questo è quello che pubblica il direttore dell'agenzia spaziale russa.
— Paolo Attivissimo (@disinformatico) March 16, 2022
Ditemi se è il caso di dare credito a una persona del genere. https://t.co/wGJm5X7RLX
Il mio “dare credito” era riferito al fatto che alcune dichiarazioni di Rogozin nei giorni scorsi erano state riprese con molto clamore dalla stampa perché sembravano voler minacciare di far precipitare la Stazione Spaziale Internazionale (ho spiegato qui perché non era il caso di preoccuparsi).
Rogozin è intervenuto sul mio retweet rispondendomi così: “Voglio solo avvisarti di quello che ti succederà presto. Questi fascisti ucraini a cui dai il benvenuto rovineranno la tua vita e quella dei tuoi figli.”
Voglio solo avvisarti di quello che ti succederà presto. Questi fascisti ucraini a cui dai il benvenuto rovineranno la tua vita e quella dei tuoi figli.
— РОГОЗИН (@Rogozin) March 16, 2022
Ho retweetato queste parole di Rogozin commentandole come segue: “Wow, persino i messaggi personalizzati. La propaganda russa ha rubli da spendere.” Ho salvato copia permanente dei tweet di Rogozin qui e qui.
Ho poi chiesto a Rogozin come mai, se l’Ucraina è così piena di fascisti come dice, la Russia ha così tanta voglia di annetterla: “Please explain: if Ukraine is so full of fascists as you claim, why is Russia so eager to absorb Ukraine?”
Molti lettori (troppi per ringraziarli tutti) hanno scovato l’origine del video citato da Rogozin: si tratta di una storia avvenuta a Roma e risalente al novembre del 2018 (lo si nota dalla totale assenza di mascherine), come documentato a suo tempo da Corriere e askanews.
Mi sono limitato a rispondere a Rogozin con queste parole: “Sir, the video you posted is from 2018 [link al video] I hope that this is not how you want to be remembered by history.”
Qualcuno potrebbe essere tentato di pensare che questo episodio dimostri una mia ipotetica importanza di cui forse dovrei vantarmi, ma non sono d’accordo: credo piuttosto che dimostri la capillarità, ma anche la disperazione, della propaganda russa.
Certo che dopo i comportamenti di Rogozin in questa circostanza e nei giorni scorsi, con i suoi tweet di minaccia alla stabilità della Stazione Spaziale Internazionale, sarà molto difficile che la collaborazione spaziale con la Russia possa riprendere senza che ci sia un radicale cambiamento nel governo del paese e nell’amministrazione della sua agenzia spaziale. Rogozin, infatti, ha avviato battibecchi pubblici anche con l’astronauta statunitense Scott Kelly e con Elon Musk.
I primi risultati di questi comportamenti si sono già manifestati: OneWeb, un’azienda che si era affidata a Roscosmos per il lancio della propria costellazione di satelliti, ora lancerà tramite SpaceX. La perdita di questa commessa costerà molto al programma spaziale russo.
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