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2023/08/16

(AGG 2023/08/23) Twitterremoto, decima puntata: cambio di nome, Tweetdeck solo a pagamento, neonazisti riattivati e tanto altro

Pubblicazione iniziale: 2023/08/16 13:23. Ultimo aggiornamento: 2023/08/23 18:50.

Ieri sera mi è arrivata la classica goccia che fa traboccare il vaso: come preannunciato, Tweetdeck, l’interfaccia Web che rendeva usabile e utile Twitter, pardon X, è stata chiusa agli utenti non paganti.

Da ieri, digitando tweetdeck.twitter.com si viene rediretti su twitter.com/i/premium_sign_up, dove c’è l’invito ad abbonarsi a Twitter/X a pagamento.

Senza Tweetdeck mi è impossibile monitorare le notizie su Twitter/X come ho fatto per anni, trovando tantissime informazioni preziose che ho poi condiviso con voi. L’interfaccia Web per gli utenti non paganti è inutilizzabile, con il suo obbligo di refresh manuale, e il limite al numero di post che si può leggere è un disastro.

Tutto questo è aggirabile, lo so, ma a un certo punto gli ostacoli sono talmente tanti che finisce la pazienza e si lascia perdere. Oltretutto Mastodon sta crescendo bene e lì trovo moltissimi degli account che seguivo su Twitter/X.

Potrei pagare l’abbonamento a Twitter/X e risolvere tutto, certo. Mi terrei un pubblico piuttosto ampio (circa 416.000 follower), e le allerte antibufala e gli avvisi di sicurezza arriverebbero a più gente (visto che Twitter/X, limita la diffusione dei tweet degli utenti non paganti).

Ma mi fa ribrezzo l’idea di alimentare economicamente (e, nel mio piccolo, con la mia presenza e i miei contenuti) questa progressiva, inesorabile enshittification di un servizio che una volta era così prezioso e utile ma che ormai è diventato la piattaforma personale di propaganda di un Elon Musk sempre più paranoico e dissociato dalla realtà, che è arrivato a bloccare anche i suoi follower più leali (come Fred Lambert) al minimo sentore di dissidenza intanto che proclama di essere un paladino della libertà di espressione.

Riassumo qui le principali gocce dello stillicidio:

  • 24 luglio: Twitter cambia nome e diventa semplicemente X. Il rebranding è molto parziale, con un logo improvvisato e con un’interfaccia piena di riferimenti al vecchio nome. Concetti e parole che ormai fanno parte della storia di Internet, come tweetare, sono stati gettati dalla finestra e non hanno un rimpiazzo: come si dirà mandare un messaggio su X? "Xare"? (Gizmodo).
    Il cambio di nome non tiene conto delle regole dell’App Store di Apple, che non consente nomi di app con meno di due lettere, e quindi viene respinto da Apple; nei giorni successivi viene trovato un accordo (Ars Technica).
    Il logo di Twitter viene smontato dalla facciata del quartier generale dell’azienda a San Francisco, bloccando il traffico per i lavori senza nessuna misura di sicurezza e senza aver notificato le autorità, che interrompono lo smontaggio a metà. Sul tetto dell’edificio viene invece montata in fretta e furia una gigantesca X iperluminosa, anche qui senza i relativi permessi, e viene rimossa dopo le lamentele dei vicini abbagliati e le preoccupazioni per la sua precarietà (Gizmodo; Ars Technica).
  • 26 luglio: X intima agli inserzionisti di spendere almeno 1000 dollari al mese se vogliono mantenere il proprio status di “verificato” su X (Engadget).
  • 26 luglio: l’Indonesia blocca X.com, il sito di Musk ora legato a Twitter/X, perché il nome richiama i siti pornografici e viola le leggi locali contro la pornografia e il gioco d’azzardo (Gizmodo).
  • 26 luglio: Twitter toglie senza preavviso l’account @X all’utente che l’aveva aperto nel 2007, Gene X Hwang (Engadget; Ars Technica).
  • 2 agosto: pagare per usare X è talmente impopolare che X rende possibile nascondere il “bollino blu” che indica un utente pagante (Ars Technica). Tweetdeck diventa XPro (Engadget).
  • 7 agosto: X toglie e prende per sé, senza preavviso, il nome di account @music a chi lo aveva creato 16 anni fa e lo aveva fatto crescere fino ad avere oltre 500.000 follower (Overclock3d).
  • 15 agosto: X ha rallentato intenzionalmente e selettivamente di cinque secondi il caricamento di alcuni siti di notizie e social network linkati nei post su X. Sembra che si tratti dei siti che non vanno a genio a Musk: per esempio Reuters, New York Times, Mastodon, Facebook, Threads e Bluesky. In pratica X fa perdere tempo ai propri utenti pur di danneggiare i concorrenti e i siti di notizie che criticano Musk. Se un sito è lento a caricarsi, gli utenti facilmente smettono di aspettare e vanno altrove; inoltre quando un sito si carica lentamente, Google ne abbassa il ranking (Engadget; Gizmodo; Hacker News).
  • Sono stati ripristinati su X gli account precedentemente bannati di numerosi neonazisti, disinformatori seriali, antisemiti (esempio qui sotto), antivaccinisti, misogini e omofobi (Washington Post), come Kanye West (BBC), o di persone che hanno diffuso immagini di abusi su bambini, come Dom Lucre (Gizmodo; BoingBoing).
    A luglio 2023, Twitter/X ha pagato oltre 20.000 dollari a Andrew Tate, un influencer agli arresti domiciliari in Romania con l’accusa di stupro, traffico di esseri umani e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento sessuale di donne. Il pagamento è legato alla nuova formula di monetizzazione pubblicitaria di Twitter, che paga gli utenti abbonati se i loro tweet sono popolari e veicolano pubblicità (BoingBoing).
    Intanto si accumulano gli studi che indicano che le parole di odio su X sono in continuo aumento (Bloomberg (paywall); Ars Technica; Gizmodo).
    Anche Elon Musk diffonde teorie complottiste sui vaccini tramite X (BBC); quando il suo post viene segnalato e corretto dagli utenti con una nota pubblica, Musk fa rimuovere la nota (Gizmodo).
    A fine 2022, Musk aveva diffuso su Twitter accuse infondate di pedofilia rivolte a Yoel Roth, ex direttore del trust and safety di Twitter. Roth era stato costretto ad abbandonare di corsa la propria casa in seguito alle minacce di morte scaturite da queste accuse (Gizmodo).
    Sempre a fine 2022, gli inserzionisti hanno scoperto che le loro pubblicità comparivano accanto a tweet che promuovevano contenuti di abusi su minori (Gizmodo; Reuters via Business Insider); il fenomeno persiste anche a luglio 2023 (Engadget; Media Matters).
  • Su oltre 9000 scienziati che hanno risposto alla richiesta della rivista Nature, più della metà usa X meno di prima, il 7% ha smesso del tutto e il 46% ha aperto account su altri social network (Andrea Bettini/Nature).
  • Il 18 agosto Elon Musk sembra aver annunciato che la funzione di blocco su X verrà eliminata. La questione è complicata ed espressa vagamente: la approfondisco qui sotto.
  • Il 20 agosto un errore di gestione del dominio t.co usato da X come abbreviatore di URL ha fatto scomparire foto e link inclusi nei post fatti prima di dicembre 2014 (Guardian/TomCoates).
  • Il 21 agosto, PC Magazine ha pubblicato un articolo secondo il quale X richiederà agli utenti paganti di inviare un selfie fatto inquadrando un documento di identità; i dati personali verranno gestiti da una società israeliana, AU10TIX, che li custodirà per un massimo di 30 giorni. Molti dei dipendenti della società hanno legami con l’intelligence israeliana (Aljazeera). Questa decisione sembra contraddire il proposito originale di Musk di garantire l’identità degli utenti tramite l’autenticazione fornita dall’uso di una carta di credito per pagare l’abbonamento a X.

Twitter non era un paradiso neanche prima di Musk, ma adesso è diventato una fogna impresentabile e inutilizzabile. Per cui a questo punto faccio una breve comunicazione di servizio: non scrivetemi pubblicamente su Twitter/X, non vi leggerò (vedrò solo i messaggi diretti, ma con molto ritardo).

La finestra di Twitter che ho tenuto sempre aperta sul mio monitor per più di un decennio non funziona più. Un paio di volte al giorno scorrerò i tweet delle persone e delle organizzazioni che seguo, finché non scatterà il limite dei tweet leggibili giornalieri. Pubblicherò ancora qualche tweet per annunciare eventi e per segnalare notizie importanti o bufale, ma la mia interazione con Twitter sarà sostanzialmente inesistente. Non elimino il mio account per non buttare via sedici anni di messaggi e per non rendere illeggibili le tante conversazioni belle e le (meno numerose) discussioni accese alle quali ho partecipato. Ma per quel che mi riguarda, Twitter è morto. Riposi in pace, se può.

Sono attivo, invece, su Mastodon, dove il mio account è https://mastodon.uno/@ildisinformatico, leggibile da chiunque, gratis, senza limitazioni o filtri e senza pubblicità ficcate in gola. Ho circa 8600 follower, pochi rispetto ai 400.000 su X, ma è un inizio. Meglio pochi ma buoni. E in effetti su Mastodon, almeno per ora, si respira un’aria differente: gli hater sono quasi inesistenti, i contenuti sono di altissimo livello e tutti possono editare i propri post senza dover pagare abbonamenti a personaggi discutibili.

Iscriversi a Mastodon è facile come aprire una casella di mail ed è gratuito: ho scritto una miniguida apposita (https://attivissimo.blogspot.com/2022/11/podcast-rsi.html). Se non sapete chi seguire per cominciare, provate con la mia lista di account che seguo: https://mastodon.uno/@ildisinformatico/following. Ci vediamo là, se volete.

Prevengo l’inevitabile domanda: si può criticare Elon Musk e al tempo stesso apprezzare Tesla e SpaceX per i loro meriti tecnici. Sono aziende separate gestite in maniere separate, e a capo di SpaceX e Tesla ci sono persone capaci. A capo di Twitter no. Certo, in teoria Musk potrebbe tentare di dare direttive idiote o suicide anche a queste aziende, ma ci sono leggi (specialmente a tutela dei consumatori, nel caso delle auto) che lo rendono poco conveniente se non punibile. In ogni caso, sta diventando difficile, se non imbarazzante, avere o pensare di avere una Tesla (ne ho una, di seconda mano, e non ho intenzione di sbarazzarmene).

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Il blocco del Blocca

2023/08/20 18:20. Come accennavo sopra, Musk ha annunciato il 18 agosto che la funzione di blocco verrà eliminata come feature, salvo per i messaggi diretti (“Block is going to be deleted as a “feature”, except for DMs”). Le parole che ha usato sono piuttosto ambigue, ma sembrano voler dire che non ci sarà più modo su X di bloccare spammer, hater, molestatori e postatori di contenuti osceni o offensivi sotto i propri post. In altre parole, gli utenti saranno obbligati a interagire con le persone peggiori possibili.

Questa decisione, fra l’altro, secondo molte interpretazioni sarebbe contraria alle regole dell’App Store di Apple, che prevedono l’obbligo di una funzione che “permetta di bloccare gli utenti molesti” (BBC). Idem per le regole del Play Store di Google. Secondo altre interpretazioni, l’obbligo riguarderebbe la possibilità del sito di bloccare (bannare) un utente, non il blocco di un utente da parte di un altro, e si cita a supporto il caso di Slack facendo notare che Slack sta introducendo questo blocco solo ora, pur essendo negli app store da un decennio.

Resterebbe la funzione Mute (Silenzia), che però silenzia un hater o stalker o altro idiota soltanto per l’utente ma non impedisce al suddetto idiota di vedere i follower di quell’utente e di molestarli o perseguitarli o di intervenire in un thread e fare spamming o creare scompiglio o disinformazione.

Le motivazioni e l’utilità di questa decisione di Elon Musk non sono chiare, e conviene come al solito aspettare di vedere cosa verrà fatto in concreto, ma l’idea di essere di nuovo presi di mira da tutte le persone odiose che abbiamo bloccato per ottime ragioni in tutti questi anni su Twitter sembra un ulteriore motivo per smettere di usare Twitter/X.

2023/08/21 22:20. L’attore James Woods, un tempo sostenitore di Musk, ha avuto un battibecco online (ovviamente su X) con Musk stesso, a proposito della decisione di Musk di rimuovere la possibilità di bloccare un utente. La discussione si è conclusa quando Musk ha bloccato Woods. Quod erat demonstrandum.

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2023/08/23. Twitter/X ha subìto un “drastico calo” della sua popolarità negli app store e in altri sistemi di misura della findability (facilità di trovare qualcosa). Chi cerca il vecchio nome, che è ancora largamente in uso nei media e fra gli utenti, adesso trova pubblicità di concorrenti e spam pubblicitario. Cercare la lettera X, fra l’altro, è semplicemente impossibile. La follia di liquidare un marchio conosciutissimo ed esistente da quasi vent’anni è palese (BoingBoing). 

Twitter/X intende inoltre “togliere i titoli e le informazioni descrittive dai link condivisi su questo servizio”. Un post su X mostrerà soltanto l’immagine associata alla notizia linkata (Fortune tramite BoingBoing).

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