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2003/01/28

[IxT] #2003-006 (28/1/2003). Antibufala Nestlé, PC immortali, Palladium cambia nome

Antibufala: Nestlé vuole 6 milioni di dollari dall'Etiopia affamata

Sta circolando un appello a boicottare la Nestlé perché ha chiesto sei milioni di dollari all'Etiopia. “CONSUMATORE, giovane o vecchio che tu sia, per cortesia, esci dall'apatia!” inizia l'appello. “Spendi un attimo del tuo tempo per leggere questa missiva e se puoi, inoltrala ad altri indirizzi, GRAZIE! Ecco la la goccia che fa traboccare il vaso! Nestlé batte cassa in Etiopia esigendo 6 milioni di dollari come risarcimento dal paese più affamato del mondo.”

Segue un elenco di ditte e prodotti che, stando all'appello, farebbero parte della multinazionale svizzera.

In sintesi, l'appello è corretto nel dichiarare che la Nestlé ha chiesto un risarcimento di sei milioni di dollari all'Etiopia, che è effettivamente scossa da una terribile carestia. Tuttavia il messaggio è ormai da considerare scaduto, perché di fronte all'indignazione pubblica per un comportamento così gretto, il 24 gennaio 2003 Nestlé ha fatto dietrofront e ha chiesto un risarcimento simbolico di 1,5 milioni di dollari, che devolverà immediatamente in aiuti umanitari.

Dettagli e documentazione sono nel Dossier Antibufala che trovate qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/nestle_etiopia.htm

La vicenda è quindi conclusa e non ha più senso boicottare Nestlé per questa ragione specifica. La risoluzione di questa vicenda non influisce sulle altre ragioni per cui circolano altri inviti al boicottaggio della Nestlé, come descritto in un'altra indagine antibufala:

http://www.attivissimo.net/antibufala/boicottaggio_nestle.htm

Fermate la terza guerra mondiale: le varianti

Avete presente l'appello secondo il quale l'ONU raccoglierebbe firme contro la guerra? Ne ho parlato in un'indagine antibufala:

http://www.attivissimo.net/antibufala/fermate_la_guerra.htm

L'appello ha ora subito un paio di mutazioni interessanti. La prima propone l'indirizzo unicwash@unicwash.or, ed è semplicemente il risultato di un errore di ricopiatura (si è persa la G finale dell'indirizzo); quindi per questa versione valgono le considerazioni già presentate nell'indagine sopra citata.

C'è però anche un'altra variante, che invita ad inviare le "firme" agli indirizzi usa@un.int e president@whitehouse.gov. Dato che questi due indirizzi appartengono rispettivamente alla missione USA presso le Nazioni Unite e al Presidente degli Stati Uniti, questa variante non è una bufala a tutti gli effetti: continua a essere falsa l'affermazione secondo la quale l'ONU sta raccogliendo firme via e-mail, ma perlomeno le "firme" raccolte dall'appello vengono recapitate a indirizzi dove c'è una vaga possibilità che qualcuno le noti.

Occorre però tenere presente che le "firme" raccolte in questo modo non hanno alcun valore, dato che chiunque potrebbe scriverle inventandosele di sana pianta, e verranno quindi tenute in ben poca considerazione.

A proposito di astrologia

Grazie a tutti per le segnalazioni di siti astrologici che potrebbero chiarire l'affermazione di un lettore, fatta in risposta alla mia indagine antibufala sul Decimo Pianeta:

http://www.attivissimo.net/antibufala/decimo_pianeta.htm

Secondo il lettore, l'astrologia già tiene conto di ben dodici pianeti e quindi l'annuncio di un "decimo pianeta" non deve essere visto come una sorpresa se non da quei miscredenti degli astronomi. Ho girato in lungo e in largo, e nessuno dei siti astrologici che ho visitato conta dodici pianeti. Ne contano tutti dieci. Santo cielo! Dieci? Non saranno dodici, ma comunque sono dieci: dunque hanno previsto il decimo pianeta citato dall'indagine antibufala. O almeno così pare di primo acchito.

Niente panico: infatti in astrologia anche il Sole e la Luna sono considerati "pianeti" (nel senso antico del termine, ossia "astro che ha un moto proprio nel cielo"), mentre in astronomia la Luna è un satellite e il Sole è una stella; in astrologia la Terra non è un pianeta (in astronomia sì). Naturalmente l'uso dello stesso termine in due modi diversi causa infiniti equivoci. L'insieme di otto dei nove pianeti "tradizionali", del Sole e della Luna porta quindi a dieci il totale dei "pianeti" astrologici. Nulla a che vedere, insomma, con fantomatici decimi, undicesimi o dodicesimi pianeti (nel senso astronomico del termine, che è quello usato dall'appello sul Decimo Pianeta) che l'astrologia conoscerebbe prima dell'astronomia.

Workspot, il PC virtuale che non invecchia mai

Per dieci dollari al mese, Workspot offre una workstation grafica remota, accessibile da qualsiasi PC collegato a Internet, con 100 mega di spazio su disco, applicazioni per ufficio, grafica e e-mail utilizzabili proprio come se risiedessero sul vostro computer. Manutenzione zero, installazione zero, requisiti di sistema minimi. Più che una semplice occasione per provare Linux senza tribolazioni, è finalmente un sistema concreto per trasformare il software in un servizio affidabile alla pari di acqua, luce e telefono.

Io l'ho provato, e ne sono rimasto abbastanza entusiasta da scriverne un articolo: chissà se è questo il futuro dell'informatica.

http://www.apogeonline.com/webzine/2003/01/28/01/200301280101

Ancora sul PC spione spento

Ricordate la notizia del conduttore Rai spiato “anche a computer spento”? econdo le segnalazioni di alcuni lettori, nella bufala è incappato anche il TG3, che come Italia 1 nel riportare la notizia avrebbe sottolineato proprio questo aspetto inquietante (e impossibile). Punto Informatico, nel dubbio, si limita a chiamare quel titolo del Messaggero, che a quanto pare ha scatenato tutto il pasticcio, "una boutade" (http://punto-informatico.it/p.asp?i=42809). Per la cronaca, il computer in questione sarebbe un Mac.

Ricevo oggi da un lettore (Fabio M****za) la segnalazione che il mistero del computer spione anche da spento si è risolta nella maniera più prevedibile: ossia, che la fonte delle minacce non era “un perfido hacker, ma un paranoico vecchietto, vicino di casa... Pare che, per una cornetta appoggiata male dopo una conversazione dal conduttore Rai, il suddetto fosse stato in grado di carpire brandelli di conversazione di casa Visca: da qui la misteriosa capacità, prima addebitata a profondissime capacità informatiche, di essere a conoscenza di particolari privati della vita della vittima.” Nessuna alta tecnologia, nessun complotto di supermaghi dell'informatica capaci come il dottor Frankenstein di ridar vita ai computer spenti, ma una banale cornetta agganciata male.

L'aggiornamento alla notizia, mi dice Fabio, è stato pubblicato su Repubblica di domenica, naturalmente con molta meno enfasi dello strillo iniziale da panico generalizzato, per cui a molti resterà il dubbio di poter essere spiati dal PC spento. E poi mi chiedono perché m'inferocisco quando mi chiamano “giornalista”.

Pazienza: altro materiale per Clarence.com e la sua rubrica “penne rubate all'agricoltura”. Ma porcate giornalistiche a parte, la falsa notizia ha suscitato molti interrogativi. E' davvero possibile fare una cosa del genere, magari approfittando di certe situazioni particolari?

Per esempio, alcuni lettori (come Gbissa) hanno commentato che alcune schede di rete, presenti in certi computer, hanno una funzione denominata "Wake on LAN", che permette di accendere il pc da remoto. Un computer dotato di una scheda di questo genere e configurato in modo da accettare comandi di accensione ricevuti tramite i cavi di rete (opzione di solito disattivata di default), se collegato a Internet tramite quella scheda di rete, potrebbe essere acceso a distanza.

Il problema è che quel computer dovrebbe avere un indirizzo IP fisso, altrimenti l'aspirante intruso non saprebbe come raggiungerlo per mandargli il comando di accensione a distanza, e dovrebbe essere collegato direttamente a Internet senza router o firewall hardware. La maggior parte dei collegamenti a Internet domestici ha invece un indirizzo IP “dinamico”, ossia sempre variabile, che renderebbe impossibile per l'intruso contattare la scheda di rete del PC e “svegliarlo”.

L'altra considerazione da fare è che il computer, una volta acceso, fa rumore (ventole, dischi rigidi) e manifesta l'accensione tramite qualche lucetta sulla tastiera, sul monitor o sul mouse. Certo, alcuni modelli di Mac (come quello della falsa notizia) non hanno ventole e quindi sono estremamente silenziosi, ma il disco rigido prima o poi gira e si fa sentire.

In altre parole, un'intrusione che consenta di accendere a distanza un PC spento richiede una combinazione incredibilmente rara di circostanze: un indirizzo IP fisso, l'assenza di qualsiasi firewall hardware, una scheda di rete configurata per avviarsi se riceve un certo segnale dal cavo di rete, e un computer talmente silenzioso da non riuscire a distinguere se è acceso o spento. Di certo non sono circostanze molto frequenti, per cui dormite sonni tranquilli. I veri pericoli informatici sono altri.

Se proprio siete paranoici, comunque, potete ricorrere a un rimedio estremamente semplice: staccare dal PC il cavo di connessione a Internet quando non lo state usando. Nonostante i progressi dell'informatica, infatti, è ancora estremamente difficile per un intruso entrare in un PC scollegato. E per maggior scrupolo, potete staccare la spina di alimentazione, così non c'è il rischio di lasciare il computer inavvertitamente in standby anziché spegnerlo veramente. Questo, oltre a proteggervi in buona misura dalle intrusioni, vi ripara anche dalle sgradite sorprese che possono capitare in caso di temporale, quando i fulmini generano scariche elettriche nei cavi telefonici e di alimentazione che possono causare notevoli danni al computer.

Chioccioline

Psst, vuole vedere i sorgenti di Windows? No, grazie. Avete presente l'offerta di Microsoft di esaminare il suo codice sorgente (o meglio, “le offerte”, visto che ce ne sono a bizzeffe oltre all'ultima tanto strombazzata)? Be', a quanto pare non si sta formando la coda di curiosi, per usare un eufemismo. Secondo una segnalazione di The Register,

http://212.100.234.54/content/4/28981.html

una delle iniziative di apertura, denominata “Shared Source”, ha attratto ben.... quindici sviluppatori software OEM; a livello accademico, solo centocinquanta istituti in tutto il mondo. I dati provengono da una presentazione di Microsoft Benelux, di cui trovate qui un'immagine:

http://www.foo.be/photo/ms-pres-lux/img_0221r.jpg

Notate che le altre cifre citate nell'immagine parlano di “eligible”, ossia “aventi diritto”, non di partecipanti. Mah!

Kevin ritorna online.... con Windows XP? Secondo questa foto della rivista Wired,

http://www.wired.com/news/images/full/mitnick245_f.jpg

Kevin Mitnick, uno dei più famosi e pluriprocessati intrusi informatici, è tornato online, dopo gli anni di libertà vigilata in cui gli è stato proibito addirittura di toccare un computer. La cosa sorprendente è che lo ha fatto, a giudicare dalla foto, usando Windows XP, che non è quel che si dice il non plus ultra per uno smanettone. Forse gli hanno messo in mano un sistema operativo giocattolo perché volevano essere sicuri che non potesse fare danni.

Palladium cambia nome. Secondo quanto riportato da Cnet:

http://news.com.com/2100-1001-982127.html

Microsoft ha deciso di abbandonare il nome “Palladium” per la sua controversa iniziativa per creare un computer “protetto” (nel senso di “l'utente ci fa solo quello che decidono Microsoft, Hollywood e le case discografiche”). Ora si chiama, in modo assai meno accattivante, “Next-Generation Secure Computing Base”. Ufficialmente il cambio di nome (che era inizialmente per uso interno a Microsoft, come avviene per tanti altri progetti) è dovuto non solo al fatto che il marchio Palladium era già registrato da un'altra azienda, ma soprattutto al fatto che “Microsoft sta accogliendo questa tecnologia nel senso di includerla in Windows per il prossimo decennio”, dice il rappresentante di zio Bill. Se a voi questa non sembra una giustificazione sensata per cambiare il nome, siete in buona compagnia.

I maligni dicono che intorno a Palladium si erano levate talmente tante proteste che l'immagine pubblica del progetto doveva subire un restyling radicale: chiamiamolo con un altro nome e penseranno che è una cosa nuova, insomma. Di certo “Palladium” si prestava meglio agli slogan anti-Microsoft di quanto si presti il nuovo nome: provateci voi a dire “No alla Next-Generation Secure Computing Base!”.

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

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