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2011/03/11

Bizzarra mostra antipsichiatria a Lugano

Lugano, strana mostra contro la psichiatria del “Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani”. O dovremmo dire Scientology?


Nei giorni scorsi in giro per Lugano si sono visti degli strani poster che parlavano di “verità sugli abusi” della psichiatria e reclamizzavano una mostra tenuta al Palazzo dei Congressi. Nel poster e nei volantini era indicato il link www.cchr.org/it, che porta al sito multilingue del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani. O, per usare la versione inglese, la Citizens Commission on Human Rights. Che è un'organizzazione sponsorizzata da Scientology. Ma di quest'affiliazione controversa non c'erano indicazioni esplicite e facilmente rilevabili nella mostra e non ce n'erano del tutto nei manifesti e nei volantini.

Non è la prima volta che Scientology si presenta da queste parti usando espedienti o nomi alternativi per non farsi identificare: nel 2009 avviò una campagna pubblicitaria “Dico No alla droga, dico Sì alla vita” sugli autobus cittadini tramite la Fondazione Futura, i cui legami con Scientology furono rivelati fra molte polemiche da La Regione Ticino (Ticinonline, 19/9/2009; Ticinonline, 21/9/2009; Ticinonline, 23/9/2009). Altri nomi associati alla vicenda e indicati come emanazioni di Scientology sono la Foundation for a Drug Free World, Associazione Dico No alla Droga Dico Sì alla Vita e Associazione per un'Applicazione Pratica dello Studio (Registro del Commercio). La risposta del Consiglio di Stato a un'interrogazione indica inoltre la presenza di Scientology nell'associazione Vita Migliore.

A ottobre 2010 Scientology si è iscritta ad Artecasa, che è una fiera dell'arredamento, suscitando clamore in chi non si aspettava di trovare una “setta” (sic) fra gli espositori (Ticinonline, 26/10/2010).

Nei dati pubblici del Registro del Commercio ticinese sono registrate la Chiesa di Scientology Missione di Lugano (CH-514.6.013.879-4) e Scientology Centro di Filosofia Religiosa Applicata (CH-500.6.002.520-6).

La già citata risposta del Consiglio di Stato, pur sottolineando il diritto inviolabile alla libertà religiosa, contiene questo paragrafo interessante:

In Svizzera vi sono state in passato controversie sul presunto carattere pericoloso della Chiesa di Scientology. Nel 1998 e nel 2000 il Dipartimento federale di giustizia e polizia ha redatto due rapporti all'attenzione della Commissione consultiva in materia di protezione dello Stato, i quali hanno concluso che non sussistono indizi per dimostrare che la Chiesa di Scientology tenterebbe di infiltrare le strutture dello Stato e che pertanto non vi sarebbero i presupposti per raccomandare una sorveglianza preventiva da parte degli organi di polizia.

I metodi di reclutamento e di proselitismo hanno attirato l'attenzione dell'opinione pubblica elvetica e hanno indotto alcuni cantoni a muoversi in una direzione restrittiva. Il Tribunale federale è intervenuto in alcuni casi sull'uso dello spazio pubblico per scopi pubblicitari. Nel 1999 ha respinto un ricorso inoltrato dalla Chiesa di Scientology contro una disposizione introdotta nel Canton Basilea Città, dando ragione al cantone che ha previsto la punibilità di chi avvicina o cerca di avvicinare passanti in luoghi pubblici servendosi di metodi ingannevoli o sleali (DTF 125 I 369). Nel 2000 ha allentato una disposizione di legge troppo restrittiva della Città di Zurigo, precisando che un divieto generalizzato delle campagne pubblicitarie su suolo pubblico era da considerarsi sproporzionato (DTF 126 I 133).

Può sorprendere l'accenno all'“infiltrare le strutture dello Stato”, ma c'è un precedente: l'Operazione Biancaneve, in cui Scientology, negli anni Settanta, tentò di infiltrarsi nelle ambasciate, nelle agenzie e nel governo statunitense con circa 5000 agenti (United States Court of Appeals for the District of Columbia against Mary Sue Hubbard, Henning Heldt, Jane Kember et al.).

I metodi discutibili della Chiesa di Scientology hanno attirato l'attenzione di molti giornalisti: guardate il pedinamento e la vessazione subiti da un giornalista della BBC (video più esteso qui) o leggete l'approfondita indagine di Lawrence Wright per il New Yorker.

Si può argomentare che Scientology, in quanto religione, ha diritto di esistere. Ma quando una religione organizza pedinamenti e provocazioni, usa associazioni di copertura per non far emergere il proprio nome, porta Tom Cruise a registrare video deliranti come questo, e sostiene di conferire superpoteri ai propri adepti purché paghino laute cifre, è diritto di ogni cittadino porsi delle domande in proposito ed esigere trasparenza.

È un diritto che diventa dovere se poi una religione arriva ad organizzare – senza presentarsi per nome, ma usando associazioni-paravento – costose affissioni ed esposizioni nelle quali afferma che “gli psichiatri (e gli psicologi, a loro accomunati) «inventa­no» sempre nuovi disturbi essenzialmen­te allo scopo di «vendere» le loro cure (inef­ficaci ed eticamente riprovevoli), facen­do guadagni favolosi; per ampliare la lo­ro presa sull'umanità, gli psichiatri han­no inventato o sostenuto teorie pseudo­scientifiche - il darwinismo etico, l'eu­genetica, il razzismo - e hanno così con­tribuito ampiamente all'«olocausto» e all'«apartheid», alla pulizia etnica nei Bal­cani e (cosa che finora mi era sfuggita) al­l'attacco alle torri gemelle del 11.9. Que­sto perché il «numero 2» di Al Qaida, Ay­man Al Zawahiri, è un medico egiziano che «ha studiato psicologia»” (Corriere del Ticino, 9 marzo 2011).

Quelle che seguono sono alcune fotografie (cliccabili per ingrandirle) della mostra organizzata da Scientology a Lugano. Le pubblico per diritto di cronaca ad esposizione conclusa in modo che si possa documentare che cosa afferma Scientology. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questa breve indagine.



























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