Questo articolo era stato pubblicato
inizialmente il 9/12/2011 sul sito della Rete Tre della
Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile.
Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la
consultazione.
Un penetration tester, nonostante il nome
allusivo, è in realtà un informatico pagato da un ente o da
un'azienda per mettere alla prova i suoi sistemi di sicurezza
tentando di superarli come farebbe un criminale. Moran
Cerf è stato per alcuni anni uno di questi penetration tester
e ne ha combinate di cotte e di crude. Una delle sue avventure, in
particolare, è diventata famosa in Rete grazie a un video
nel quale racconta freneticamente la volta che rapinò una banca con
il consenso della banca stessa. Ma non via Internet: andando in banca
al grido di "Questa è una rapina!".
Una decina d'anni fa Cerf si guadagnava da vivere,
insieme a due assistenti, rubando dalle banche israeliane via
Internet da mille a diecimila dollari ogni settimana. Quando glielo
chiedevano, violava i loro sistemi e poi restituiva il maltolto e
spiegava all'istituto committente come aveva fatto e come si poteva
evitare che i ladri veri facessero altrettanto. Ma in un caso le cose
andarono un po' diversamente.
Andiamo indietro nel tempo, fino a settembre del
2000. In quel periodo, Cerf e colleghi riescono a violare
informaticamente una piccola banca ben prima della scadenza
dell'incarico. Avendo così un po' di tempo libero, Tami, la sua
collega, nota che il contratto include anche la possibilità di usare
mezzi fisici, e così propone a Cerf di fare una vera rapina alla
banca in questione.
Tami, racconta Cerf, ha appena lasciato il suo
partner ed è un po' instabile e non riesce a togliersi di testa
l'idea. Non capita tutti i giorni di trovarsi nella posizione di
poter rapinare una banca e di poter dire "tranquilli, me l'ha
chiesto la banca” se le cose vanno storte. Lei lo prega e lo
supplica, e alla fine Cerf acconsente.
Pianificano il colpo: la banca è piccola e c'è
una sola cassiera. Basta andare quando non ci sono clienti e non ci
saranno complicazioni. Prenderanno una cassetta di sicurezza
specifica e più tardi la restituiranno. Ma la rapina non va come
previsto.
Tami annuncia il classico "Questa è una
rapina!". Indietro non si torna. Uno deI "rapinatori"
chiede alla giovanissima cassiera di portarlo a prendere la cassetta
di sicurezza concordata, intanto che i colleghi scattano foto per
documentare eventuali altre falle di sicurezza della banca, come per
esempio Post-It con password bene in vista. La cassiera non si
scompone e li asseconda.
Cerf, che fino a questo punto si è finto cliente,
non ha nulla da fare, così aiuta il collega facendogli da scaletta
per permettergli di scattare le foto. La cassiera torna con la
cassetta ed è molto confusa quando vede un cliente (o quello che lei
pensa sia un cliente) aiutare un rapinatore a fare foto. La cassetta
di sicurezza viene aperta e nascono i problemi: contiene gioielli di
altissimo valore, per cui non la possono portare via perché supera
il limite concordato con la banca per il test di sicurezza.
I "rapinatori” cominciano a litigare sul da
farsi e la cassiera comincia a ridere. Uno dei colleghi di Cerf, un
diciassettenne, attacca bottone con la cassiera e comincia a darle il
suo numero di telefono. Cerf gli fa notare che mettersi i
passamontagna e poi dare alla cassiera il proprio numero di cellulare
non è una gran furbata, ma ormai la "rapina" sta andando a
rotoli. Poi entra in banca una signora con un bambino in braccio, e
Tami, la “rapinatrice” collega di Cerf, la aiuta reggendole il
pupo e cantando una ninnananna.
A quel punto Cerf si rende conto che il piano è
un disastro e ordina alla cassiera di rimettere a posto la cassetta
di sicurezza. La cassiera, con aplomb straordinario, risponde che se
la possono mettere a posto da soli e tira loro le chiavi. Tami
scoppia a piangere e gli improvvisatissimi rapinatori scappano dalla
banca. L'unico che ride, nell'auto con la quale fuggono in preda
all'imbarazzo, è il collega più giovane, che già pregusta
l'appuntamento con la cassiera della banca che ha appena rapinato.
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