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Ieri, proprio mentre la capsula spaziale Dragon decollava per prepararsi ad effettuare il primo attracco di un veicolo commerciale alla Stazione Spaziale Internazionale, inaugurando una nuova fase dell'esplorazione spaziale e portando nello spazio le ceneri dell'astronauta Gordon Cooper e dell'attore James Doohan (Scotty di Star Trek), ho finito di aggiornare e ampliare il mio libro Luna? Sì, ci siamo andati!: quello che risponde ai più frequenti dubbi sugli sbarchi lunari e racconta alcune delle chicche poco conosciute di queste avventure esplorative rimaste ineguagliate a distanza di quarant'anni.
Ho aggiunto circa 14.000 parole al testo iniziale per tenere conto della nuova documentazione, sia russa sia statunitense, delle dichiarazioni e delle interviste più recenti agli astronauti e ai tecnici protagonisti delle missioni, e delle immagini offerte dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter che ha fotografato in dettaglio i siti degli allunaggi. Ho incluso anche un'appendice che riepiloga tutti i dati salienti delle missioni Apollo come guida di riferimento rapido. L'elenco completo degli aggiornamenti è pubblicato qui.
Ho pubblicato questa nuova edizione simultaneamente su carta e in formato digitale: l'edizione cartacea è acquistabile su Lulu.com oppure direttamente dalle mie mani in occasione delle conferenze che tengo su questo e altri argomenti, mentre quella digitale è scaricabile gratuitamente come PDF a bassa risoluzione e come EPUB oppure a prezzo simbolico (5,40€) in formato Kindle su Amazon.it.
A distanza di due anni dal debutto, posso cominciare a fare un bilancio di questo mio primo esperimento di editoria senza editore (il libro è interamente autoprodotto ed è distribuito tramite Amazon e Lulu, senza passare per una casa editrice: sarebbe fantascienza, se non ci fosse Internet).
Dal punto di vista della libertà d'espressione, ovviamente, non c'è paragone: il libro contiene esattamente quello che scelgo io, senza limiti di lunghezza o pressioni editoriali, e senza nessun revisore troppo solerte che ne alteri il contenuto senza chiedermi se va bene. Dal punto di vista della flessibilità, l'editoria digitale vince a mani basse: aggiornamenti, revisioni e correzioni vanno online nel giro di ventiquattro ore e non c'è da aspettare una prossima (eventuale) tiratura. Tutte le copie distribuite da quel momento in poi sono già aggiornate.
Ovviamente gestire tutta la filiera ha dei costi in termini di apprendimento e lavoro (l'impaginazione la faccio io, per esempio), ma ne vale la pena, soprattutto per un motivo: il libro resta mio. Non ho firmato nessun contratto che ne cede i diritti esclusivi a un editore che può, se gli gira, tenere il mio libro nel cassetto per dieci anni dopo la prima tiratura perché a suo parere non è più economicamente conveniente ristamparlo. C'è da sempre un conflitto di fondo fra autori ed editori: gli autori vogliono far circolare il più possibile le proprie opere, mentre gli editori vogliono controllare questa circolazione. L'autopubblicazione elimina il conflitto e mi permette di coinvolgere i lettori nel processo di produzione e revisione, fornendo un prodotto migliore per tutti.
Non posso neanche lamentarmi della resa economica, che è paragonabile a quella degli altri miei libri pubblicati tramite editori tradizionali. Con una piccola, importante differenza: le royalties degli editori tradizionali arrivano un anno dopo, mentre quelle di Amazon e Lulu arrivano nel giro di due mesi. Per chi non vive d'aria è una differenza non da poco.
Maggiori dettagli su Luna?, che presenterò di persona questo weekend a Bellaria nel corso della Sticcon, sono nell'articolo di presentazione. Buona lettura e ad astra!
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