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2016/01/23

Il razzo di Bezos vola nello spazio di nuovo

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Ieri il vettore New Shepard di Blue Origin, l’azienda spaziale di Jeff Bezos (Amazon), è tornato nello spazio ed è atterrato verticalmente, dimostrando di essere riutilizzabile. Ha sostanzialmente ripetuto il volo del 23 novembre scorso: ha superato la linea di Karman (la quota di 100 chilometri alla quale, per convenzione, si definisce l’inizio dello spazio e la fine dell’atmosfera) ed è tornato al punto di lancio per un atteraggio verticale usando esclusivamente la spinta del proprio motore a razzo.

“Il primo razzo a superare la linea di Karman e poi atterrare verticalmente sulla Terra... è ora il primo ad averlo fatto due volte”, annuncia orgogliosamente il video del nuovo volo, pubblicato da Blue Origin:



Come per il precedente, anche per questo volo è importante sottolineare che la velocità laterale, quella che conta veramente per un veicolo che voglia entrare in orbita intorno alla Terra e costituisce la sfida maggiore per un vettore spaziale, è stata zero: New Shepard, nella sua configurazione attuale, consente soltanto di fare una capatina nello spazio ma poi ricade a terra, perché senza velocità laterale (e tanta: servono 28.000 km/h) non si resta in orbita.

Neanche il primo stadio del Falcon 9 di SpaceX raggiunge la velocità orbitale, però ha una velocità laterale che gli permette di contribuire alla messa in orbita di un carico. New Shepard, invece, non può mettere in orbita nulla.

Anche con questa limitazione, il secondo volo di New Shepard è un grande risultato tecnico, perché dimostra una capacità di riutilizzo e di atterraggio verticale controllato di un veicolo spaziale (sia pure suborbitale) senza le spese eccessive e i tempi di manutenzione e riparazione esagerati che furono la palla al piede dell’unico veicolo spaziale orbitale riutilizzabile entrato in servizio: lo Shuttle statunitense (lo shuttle russo Buran prometteva bene, in questo senso, ma fece un solo volo, per cui non sapremo mai quanto fosse realmente riutilizzabile).

Stando al comunicato di Blue Origin, Jeff Bezos ha piani molto ambiziosi: vuole creare versioni progressivamente più grandi e dice di avere in corso da più di tre anni lo sviluppo del suo primo veicolo orbitale, che pur essendo il più piccolo della famiglia di veicoli orbitali sarà parecchie volte più grande del New Shepard.

Mi manca il tempo di tradurre tutto il comunicato, ma lo ripubblico in originale qui sotto.

The very same New Shepard booster that flew above the Karman line and then landed vertically at its launch site last November has now flown and landed again, demonstrating reuse. This time, New Shepard reached an apogee of 333,582 feet (101.7 kilometers) before both capsule and booster gently returned to Earth for recovery and reuse.

Watch the re-flight at: www.blueorigin.com/news

Data from the November mission matched our preflight predictions closely, which made preparations for today’s re-flight relatively straightforward. The team replaced the crew capsule parachutes, replaced the pyro igniters, conducted functional and avionics checkouts, and made several software improvements, including a noteworthy one. Rather than the vehicle translating to land at the exact center of the pad, it now initially targets the center, but then sets down at a position of convenience on the pad, prioritizing vehicle attitude ahead of precise lateral positioning. It’s like a pilot lining up a plane with the centerline of the runway. If the plane is a few feet off center as you get close, you don’t swerve at the last minute to ensure hitting the exact mid-point. You just land a few feet left or right of the centerline. Our Monte Carlo sims of New Shepard landings show this new strategy increases margins, improving the vehicle’s ability to reject disturbances created by low-altitude winds.

Though wings and parachutes have their adherents and their advantages, I’m a huge fan of rocket-powered vertical landing. Why? Because — to achieve our vision of millions of people living and working in space — we will need to build very large rocket boosters. And the vertical landing architecture scales extraordinarily well. When you do a vertical landing, you’re solving the classic inverted pendulum problem, and the inverted pendulum problem gets a bit easier as the pendulum gets a bit bigger. Try balancing a pencil on the tip of your finger. Now try it with a broomstick. The broomstick is simpler because its greater moment of inertia makes it easier to balance. We solved the inverted pendulum problem on New Shepard with an engine that dynamically gimbals to balance the vehicle as it descends. And since New Shepard is the smallest booster we will ever build, this carefully choreographed dance atop our plume will just get easier from here. We’re already more than three years into development of our first orbital vehicle. Though it will be the small vehicle in our orbital family, it’s still many times larger than New Shepard. I hope to share details about this first orbital vehicle this year.

Also this year, we’ll start full-engine testing of the BE-4 and launch and land our New Shepard rocket – again and again. If you want to stay up to date with all the interesting work that our team is doing, sign up for email updates at www.blueorigin.com/interested.

Gradatim Ferociter!

Jeff Bezos


Fonti aggiuntive: NasaSpaceflight.

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