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2017/12/14

Video monetizzabili, motore di fake news

Ultimo aggiornamento: 2017/12/14 20:55.

In questi giorni hanno iniziato a circolare due notizie apparentemente slegate ma in realtà parallele.

La prima riguarda un video che mostra un uomo che cammina in un grande giardino tenendo in mano un telo trasparente: quando lo dispiega davanti a sé, l’uomo diventa invisibile. Sembra quasi che il mantello dell’invisibilità di Harry Potter sia diventato realtà grazie alla scienza, se si dà retta alla descrizione che accompagna il video e che parla di “materiali quantici.. usabili dai militari”, ma in realtà si tratta di un effetto speciale video ottenuto con la tecnica cinematografica nota come chroma key oppure blue screen o green screen: il telo è di un particolare colore (di solito blu o verde) che viene sostituito digitalmente con un’immagine preregistrata di quello che sta dietro il telo, che così sembra creare l’invisibilità.

La seconda ha a che fare con un ventiduenne inglese, Jay Swingler, che ha deciso volontariamente di mettere la propria testa dentro un forno a microonde riempito di schiuma espandente, allo scopo di riprendersi in un video da pubblicare su Youtube insieme ad altri dello stesso genere demenziale. La schiuma si è solidificata e il ragazzo ha rischiato di morire soffocato, ma è stato salvato dall’intervento di ben cinque vigili del fuoco, come riferiscono la BBC e i pompieri delle West Midlands.

Cos’hanno in comune queste due storie? Lo stesso movente: fabbricare video che diventano popolari e generano soldi. Se un video riceve tante visualizzazioni, i social network e i siti come Youtube pagano i suoi creatori in cambio del diritto di inserirvi pubblicità. Questo meccanismo di monetizzazione dei video ha creato una vera e propria industria amatoriale di video falsi, con contenuti spesso scioccanti o demenziali, costruiti a tavolino per far parlare di sé ed essere condivisi, che non esisterebbero se non ci fosse l’incentivo del guadagno. E ci sono anche sciacalli che rubano i video virali altrui per monetizzarli.

Il video del mantello dell’invisibilità, per esempio, proviene dal social network cinese Weibo, ma è stato visto 32 milioni di volte da quando è stato condiviso su Facebook ed è stato citato da numerose testate giornalistiche (specificando chiaramente che si trattava di una finzione). Il video del gesto d’incoscienza del ragazzo britannico ha accumulato oltre tre milioni di visualizzazioni in pochi giorni. Questo significa che chi li ha pubblicati riceverà qualche migliaio di euro di compenso.

La monetizzazione su Internet di video falsi o fabbricati è una delle ragioni del boom delle notizie false basate su questi video: costano poco e rendono molto, anche per le testate giornalistiche che le ripubblicano senza verificarle. I social network stanno correndo ai ripari togliendo le pubblicità, e quindi l’incentivo economico, ai video che incoraggiano o promuovono comportamenti dannosi o pericolosi, ma questa rimozione avviene soltanto se un video viene segnalato dagli utenti (è successo per il video della testa nel microonde). Spetta quindi a noi utenti, insomma, agire per disincentivare questa forma di fake news.


Fonti aggiuntive: Bufale.net; Gizmodo; Snopes.com. Questo articolo è il testo preparato per il mio servizio La Rete in 3 minuti per Radio Inblu del 14 dicembre 2017.

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