Ultimo aggiornamento: 2018/04/05 14:35.
Come si fa a confezionare una fake news di successo? Ci vuole un ingrediente che gli studiosi del settore chiamano spreadability, che si può tradurre come diffondibilità, propagabilità (grazie a chi ha suggerito questa traduzione nei commenti) o, più liberamente, come viralità. La notizia falsa, in altre parole, deve avere qualcosa che induca gli utenti a diffonderla, condividendola via mail o nei social network.
Quel “qualcosa” può anche essere un fatto reale, alterato e riconfezionato in modo da diventare ingannevole. Un esempio perfetto di questo ingrediente arriva proprio in questi giorni da una notizia diffusa da moltissimi utenti di Facebook: quella secondo la quale Mark Zuckerberg avrebbe inventato la sigla “BFF” come codice per consentire agli utenti di assicurarsi che il loro account sia al sicuro su Facebook.
L'appello invita a condividere e commentare includendo la sigla “BFF”, dicendo che “se esce verde è perché il vostro account è protetto, ma se non spunta verde, fate una modifica immediatamente. Contrassegna il tuo account perché sarà una galleria di disco.”
La frase è completamente senza senso: non si capisce in che modo sia protetto l’account e contro cosa lo sia, ed è ancora più incomprensibile cosa sia una “galleria di disco”. Ma tutto questo per molti a quanto pare non ha alcuna importanza e l’appello, che è falso, circola intensamente, perché ha un ingrediente che apparentemente lo autentica: infatti se scrivete BFF in Facebook, su quasi tutti gli smartphone, tablet e computer la sigla si colora davvero di verde e parte un’animazione.
Ma in realtà questa è una funzione decorativa di Facebook, che non c’entra nulla con la protezione, e la sigla BFF non l’ha affatto inventata Zuckerberg adesso, ma è in uso da più di vent’anni, visto che secondo il New Oxford American Dictionary risale al 1996 e sta per “best friend forever”, ossia “miglior amico (o amica) per sempre”.
Animazioni come quella associata alla sigla BFF esistono in Facebook da ottobre del 2017 anche per altre parole, come “baci”, “auguri”, “congratulazioni” o “complimenti”, o abbreviazioni come “LMAO” (che significa “sto ridendo a crepapelle”). Su Medium.com c’è un elenco parziale di queste parole o frasi in varie lingue. Anche in questi casi le animazioni non hanno alcun effetto di sicurezza, anche se è vero che se a voi non compaiono vuol dire probabilmente che avete una versione molto vecchia dell’app di Facebook o che il vostro dispositivo ha bisogno di un aggiornamento, ma la loro assenza non indica affatto che il vostro account è stato violato.
Fra l'altro, le animazioni sono disattivabili per un singolo post toccando i tre puntini accanto al post e scegliendo Rimuovi gli effetti del testo.
Questa bufala esiste anche in altre lingue: se ne trovano in circolazione, per esempio, versioni in francese, tedesco, spagnolo e inglese. La versione tedesca circola almeno dalla metà di febbraio scorso. Come molte false notizie e dicerie dello stesso genere, non si sa chi l’abbia creata e non è chiaro se si tratti di una fandonia inventata consapevolmente, magari per vedere quanta gente ci casca, o di un malinteso di un utente che è poi stato condiviso senza fermarsi a pensare.
Comunque sia, vale sempre la regola consueta: il modo migliore per fermare una catena di Sant’Antonio come questa, se non avete tempo di fermarvi a verificarla, è semplicemente non condividerla.
Questo articolo è basato sul testo preparato per il mio servizio La Rete in 3 minuti per Radio Inblu del 5 aprile 2018. Fonti aggiuntive: Butac.it, Hoax-Slayer.net, Snopes.com, Davidpuente.it.
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