Si può girare su se stessi senza temere di restare impigliati nei cavi (non ce ne sono) e si può usare un’area di gioco molto ampia (un piano intero di una casa per esempio). Ho un Quest e confermo che è spettacolarmente portatile. Beat Saber senza cavi è una goduria. Vader Immortal giocato in una sala molto ampia è incredibilmente immersivo.
Il suo limite, però, è che non supporta molte app che sono disponibili per altri sistemi, anche della stessa marca, come i Rift. Nessun problema: Oculus ha annunciato Oculus Link, che permette di collegare il Quest a un PC tramite un cavo USB-C e di usare la potenza di calcolo del PC per vedere sul Quest le app disponibili in Oculus Desktop.
In pratica, spiega Engadget, il Quest diventa un visore sul quale vengono mostrate le immagini renderizzate sul PC, con una latenza bassissima. In questo modo Oculus Link fa diventare il Quest l’equivalente di un Oculus Rift (a parte la frequenza di refresh, limitata a 72 Hz ma comunque sufficiente).
Non è l’unica novità annunciata in questi giorni per il Quest: c’è anche il Passthrough, ossia la possibilità di vedere il mondo esterno in 3D attraverso le telecamere incorporate nel visore se si sconfina dall’area di gioco (attualmente la visione è solo 2D). Questa funzione sarà anche attivabile a comando per potersi guardare intorno durante l’uso del Quest.
Inoltre Facebook, proprietaria di Oculus, ha annunciato che le app disponibili per Oculus Go saranno disponibili anche per il Quest.
Ma la chicca più golosa è la possibilità, prevista per il 2020, di fare a meno dei controller da tenere in mano e attivare il hand tracking, ossia il rilevamento delle mani. Interagire con le app usando direttamente i movimenti delle dita delle mani, invece di premere pulsanti su un controller, rende ancora più naturale l’uso della realtà virtuale e consente di evitare il problema frequente del lancio accidentale dei controller.
Nessun commento:
Posta un commento