Questa è la grafica, magnificamente sobria, del sito della BBC ieri, nel giorno dell’annuncio della morte della regina Elisabetta II, che ha regnato per settant’anni.
La maggior parte dei suoi sudditi, e delle persone oggi viventi in qualunque paese del mondo, non ha nessun ricordo di un monarca britannico diversi da lei. Per il Regno Unito (sempre meno unito) è un momento atteso ma non per questo meno surreale: cambiano di colpo l’inno nazionale, le diciture su tutti i passaporti e tutti i documenti legali, i nomi dei tribunali e dei legali (il Queen’s Counsel diventa King’s Counsel), le buche delle lettere, le etichette dei prodotti, gli stemmi sui francobolli e sulle divise della polizia e mille altre sfaccettature della vita quotidiana.
Here is the moment Huw Edwards on BBC One announced the death of HM The Queen. pic.twitter.com/ar08Ox27Cr
— Scott Bryan (@scottygb) September 8, 2022
Come molti di voi sanno, sono cittadino britannico, nato a York, per cui la notizia mi tocca da vicino. Non sono mai stato un fan della famiglia reale e personalmente trovo che una monarchia sia una delle tante istituzioni insostenibilmente sfarzose e prive di senso nell’era moderna. Ma non posso che ammirare il garbo, la tenacia, la serietà e il pizzico di controllato umorismo con cui Elizabeth Alexandra Mary Windsor ha vissuto sotto i riflettori svolgendo per sette decenni un lavoro difficile che non si era neanche scelta.
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