Prima di andare a caccia di streghe fra gli utenti, i signori di Hollywood farebbero bene a guardarsi in casa. Ricordate il clamore che fece la distribuzione di Guerre Stellari Episodio III nei circuiti P2P prima ancora che uscisse al cinema? Be', è colpa di un addetto ai lavori di una casa di post-produzione. Uno che per il cinema ci lavora, insomma.
Come riferisce la Associated Press, il 27 settembre scorso sono state accusate formalmente otto persone. Secondo la ricostruzione depositata in tribunale a Los Angeles, il ventottenne Albert Valente ha preso una copia del film dal centro di post-produzione dove lavorava e dove venivano preparati gli screener (le copie su DVD date in anteprima ai critici) e l'ha data a un amico. Quest'amico l'ha data a un suo amico, che poi l'ha passato a tre amici, uno dei quali ne ha fatto una copia per il cugino, che poi l'ha prestata a Marc Hoaglin, 36 anni, di Huntington Beach, che è colui che ha messo il film su Internet il 18 maggio.
Valente è accusato di violazione volontaria del diritto d'autore per aver distribuito la propria copia del film e rischia fino a un anno di carcere, come gli altri componenti dell'informale catena di distribuzione. Hoaglin è accusato di aver pubblicato il film su Internet e rischia fino a tre anni di galera.
Episodio III ha raccolto incassi per 380 milioni di dollari soltanto negli USA, secondo l'Internet Movie Database. Una cifra spettacolare che rende poco plausibili le pretese perdite dovute alla pirateria cinematografica.
Fra l'altro, Dan Glickman, capo della MPAA, dice che i responsabili sono stati identificati grazie a segni univoci nascosti nelle varie copie d'anteprima del film destinate ai critici.
Mi sa che non hanno ancora capito, là a Hollywood, che chi guarda un film scaricato da Internet non sarebbe mai andato al cinema a pagare il biglietto, né tanto meno l'avrebbe comperato o noleggiato in DVD; quindi non è un cliente perduto.
L'altra cosa che andrebbe forse capita è che i critici, invece di starsene comodi a casa a vedersi i film in DVD in anteprima, farebbero bene a prendere il loro augusto sedere e ficcarlo nella poltrona di un cinema, come tutte le persone normali. Così non solo si chiuderebbe la falla degli screener, ma i critici potrebbero anche avere la reazione autentica del pubblico in sala.
Andare alla prima assoluta di Episodio III, gremita di fan sfegatati (in costume!!), e vederli uscire in imbarazzato silenzio a fine film è molto più illuminante di qualsiasi recensione scritta nello splendido isolamento di una redazione. Ve lo garantisco per esperienza.
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