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Sta girando nei media italiani (TG1 Online, AGI, TGCom, La Stampa) e di altri paesi (Huffington Post) la notizia che a Reconvilier, piccolo comune del Giura bernese, si sarebbe proceduto ad abbattere il barboncino di una signora italiana, Marilena Iannotta, che non aveva pagato la relativa tassa di 50 franchi. La fonte della notizia, datata 5 febbraio, è il fratello della signora, che si sarebbe offerta di pagare subito la tassa. Ma stando al racconto gli agenti sarebbero stati inflessibili.
Stranamente finora non ho trovato nei giornali svizzeri online nessuna conferma diretta di questa soppressione. Ci sono articoli (Ticinonline 18/1/2011, Ticinonline 18/1/2011, 24heures.ch 18/1/2011, TSR 9/1/2011, Blick 10/1/2011, Corriere del Ticino 18/1/2011, Le Temps 15/1/2011, Le Matin 18/1/2011) che parlano dell'iniziativa del sindaco di Reconvilier, Flavio Torti, di far rispettare la tassa sul possesso di cani segnalando l'ipotesi estrema del ricorso all'abbattimento dell'animale secondo quanto previsto da una legge del 1904 (specificamente l'articolo 4 della legge cantonale sulla tassa dei cani). I possessori di cani avrebbero ricevuto lettere di sollecito in questo senso a dicembre. Il sindaco avrebbe invece ricevuto minacce di morte da tutto il mondo oltre al saldo degli arretrati da parte di quasi tutti i possessori di cani.
Il comunicato stampa del consiglio municipale di Reconvilier in merito alla faccenda è datato 18 gennaio 2011 e dice chiaramente che non c'era alcuna intenzione di arrivare alla soppressione di animali (le evidenziazioni sono aggiunte):
Le conseil municipal n’a pas et n’a jamais eu l’intention d’organiser la solution canine finale que lui prêtent aujourd’hui les défenseurs des animaux. Il faut que cesse ce remue-ménage qui n’a pour résultat que de soutenir une minorité de mauvais payeurs, qui tentent de se soustraire à leurs obligations. Ceux-là n’ont pas droit à un traitement de faveur mais il est bien clair que cela ne se fera pas au détriment d’animaux.
Tutte le notizie sembrano però fermarsi al 18 gennaio scorso, tranne quelle pubblicate dai media italiani, che sono le uniche a parlare di soppressione del cane e citare il nome del suo padrone. La Badische Zeitung del 28 gennaio 2011 parla del caso, senza però parlare di abbattimenti già effettuati: anzi, cita dichiarazioni delle autorità di Reconvilier che precisano che qualora ci fosse un abbattimento dovrebbe avvenire secondo le norme contro la crudeltà verso gli animali. Sui siti svizzeri, compresa la RSI, non c'è traccia finora di quanto affermato dalle notizie italiane, a parte una segnalazione sul Caffè di oggi (6/2/2011), che però cita come fonte l'italiana AGI.
Nelle Pagine Bianche svizzere non c'è nessuna Iannotta o Jannotta a Reconvilier. Questo non vuol dire che la signora non esista: magari semplicemente non ha un numero telefonico in elenco a suo nome.
Oggi, domenica, gli uffici di Reconvilier sono chiusi ed è quindi impossibile contattare le autorità locali. Vedo cosa riesco a fare domani. Nel frattempo, prima di diffondere la notizia con il conseguente coro di luoghi comuni sul cinismo e la crudeltà, suggerisco prudenza.
Sia chiaro che non voglio fare polemica sull'assurdità di una legge che preveda l'uccisione dell'animale per colpa della cretineide del suo padrone e prego gli animalisterici di astenersi dai linciaggi: voglio solo chiarire i fatti.
La smentita delle autorità di Reconvilier
Ho ricevuto stamattina una mail di secca smentita dalle autorità municipali di Reconvilier. La signora Iannotta semplicemente non esiste. I dettagli sono in questo articolo.
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