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Il problema di fondo dell'uso delle impronte digitali come sistema di controllo degli accessi è che l'impronta digitale non è una password: al massimo è un identificativo d'utente. Infatti le password non si lasciano in giro dappertutto (gli esperti del Security Research Labs hanno sconfitto il Galaxy S5 usando proprio un'impronta raccolta e duplicata) e soprattutto si possono cambiare se vengono rubate. Cambiare le proprie impronte digitali è perlomeno disagevole.
Intendiamoci: in condizioni normali, un sensore d'impronte è sicuro grosso modo quanto un PIN a quattro cifre, nel senso che è un deterrente ragionevole e sufficiente a scoraggiare i ficcanaso occasionali, ma non sarà un ostacolo serio per un aggressore deciso. Mentre costringervi a rivelare un PIN memorizzato può richiedere un certo impegno, un'impronta digitale si ottiene facilmente: basta agguantare una vostra mano con la forza o aspettare che vi appisoliate. Ma questi sono scenari che normalmente, si spera, non capitano spesso.
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