Pochi giorni fa un gruppo di investitori ha dato un milione di dollari ai creatori di un'app che non fa altro che permettere ai suoi utenti di mandare la parola “Yo” agli altri. Se pensavate che il limite di 140 caratteri di Twitter fosse un incentivo alla frivolezza e alla stupidità, Yo di certo non risolleverà le vostre speranze nell'intelligenza della comunicazione online.
Yo (per Android e iOS) è nato per scherzo il primo d'aprile, ha richiesto solo otto ore di lavoro e ora ha 50.000 utenti. Un milione di dollari per una giornata di lavoro: roba da mandare in depressione gli sviluppatori di app che si spremono le meningi per mesi creando app che poi non usa nessuno.
Un singolo investitore, Moshe Hogeg, ha già versato a Yo ben 200.000 dollari. E uno si chiede: ma perché? Lui risponde che è l'app del momento, l'ha lodata un guru di Internet come Marc Andreesen (creatore del primo browser, Mosaic, e cofondatore di Netscape) e non si sa mai che diventi un successone; del resto all'inizio nessuno pensava che Google avrebbe mai fatto un centesimo.
Yo è l'equivalente online degli “squillini”, le chiamate fatte a vuoto riagganciando subito per comunicare gratuitamente. Come si fa uno squillino per avvisare che si è arrivati all'appuntamento o per dire al partner che lo stiamo pensando, si può fare uno Yo. L'interfaccia è assolutamente elementare: un elenco di nomi di amici, a caratteri cubitali, da toccare per mandare loro uno “Yo”. Che vuol dire tutto e niente: è una chiamata d'attenzione, è un saluto, è un “come stai”. Tutto in due caratteri. Farà soldi? Per i suoi creatori li ha già fatti, ed è questo che conta.
Aggiornamento (13:30): L'app Yo è già stata bucata, permettendo di rubare identità, numeri di telefono e altro ancora. Otto ore di lavoro erano forse pochine per fare un'app fatta bene.
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