Mi hanno fatto questa domanda talmente tante volte che mi sa che è meglio farla
diventare una FAQ. Colgo lo spunto della mail che ho ricevuto da una lettrice,
che mi ha chiesto:
“In nome di che cosa, secondo lei, gli UFO non esistono? Io non so se
esistano o no, e non ho una risposta, ma metto in possibilità l’idea che non
siamo soli nell’universo. Non crede che gli ufologi possano avere anche solo
uno 0,001% di ragione?”.
Versione breve. Attenzione: UFO e vita nell'universo sono due questioni
completamente distinte. C'è vita nell'universo? Credo proprio di sì: non ne ho
le prove, ma la scienza mi permette di osare di sperare che ci sia. Questa vita
viene a trovarci e gli oggetti che vediamo in cielo e chiamiamo
“UFO” sono una sua manifestazione? Credo proprio di no: mancano prove
robuste e abbondano invece gli abbagli e gli imbrogli intenzionali. E se
qualcuno ha uno 0,001% di ragione, vuol dire che ha il 99,999% di torto, per cui
è meglio lasciarlo perdere.
Versione lunga. Non ho mai detto che “gli UFO non esistono” e non
mi permetterei mai di farlo, anche perché dovremmo prima metterci d'accordo su
cosa intendiamo per “UFO”: qualunque oggetto volante non identificato,
oppure specificamente un veicolo extraterrestre?
Se intendiamo un oggetto volante di qualunque genere che non è stato
identificato, la mia risposta è che gli UFO esistono eccome: un tafano che passa
davanti alla macchina fotografica, una lanterna cinese, il pianeta Giove, un
aquilone a LED, la Stazione Spaziale Internazionale sono tutti UFO se non ho
informazioni sufficienti a identificarli per quello che sono realmente.
Ma se per “UFO” intendiamo specificamente un veicolo pilotato da esseri
intelligenti non terrestri, allora la mia risposta è che non dico affatto che
non esistono: sarebbe una presa di posizione arrogante e illogica. Dico solo che
finora nessuno dei casi ufologici resi pubblici ha portato prove
sufficientemente forti, oggettive ed esaminabili. E per una cosa straordinaria
come la scoperta di visitatori extraterrestri che sono tra noi non bastano una
testimonianza di un metronotte, una foto sbiadita o un filmato di un'autopsia
aliena: servono prove con i controfiocchi. Anche perché in
ufologia i ciarlatani, i profittatori, i mitomani, i matti e i Giacobbo
abbondano, e molte persone sono sorprendentemente ignoranti su cosa c'è in cielo
e come funzionano le videocamere e le fotocamere e prendono facilmente abbagli e
vedono quello che vogliono vedere invece di quello che c'è.
Vale insomma la Legge di Sagan: affermazioni straordinarie esigono prove
straordinarie. E l'idea che intelligenze aliene scorrazzino nei nostri cieli è
un'affermazione spettacolarmente straordinaria, che come tale pretende
prove spettacolarmente forti. Che finora non si sono viste. Nessun disco volante
che atterra in uno stadio gremito davanti alle telecamere; nessun rapito da
alieni che torna a casa con un po' di pelle di ET sotto le unghie; nessun
manufatto manifestamente non terrestre e liberamente ispezionabile da esperti.
Niente. Solo dicerie e immagini sgranate. E tante, tante, tante falsificazioni
intenzionali. Gli ufologi, troppo creduloni e troppo spesso imbroglioni, insieme
al loro codazzo di cercatori di gloria e di giornalisti propinatori di
scoop facili, hanno reso ridicola la domanda più bella e più angosciante
dell'Universo: siamo soli?
A tutti quelli che pensano a un complotto ordito dai potenti della Terra per
nasconderci l'esistenza degli alieni dico solo una cosa: non ha senso. Se una
civiltà extraterrestre avesse tecnologie talmente avanzate da poter attraversare
gli abissi fra le stelle e venirci a trovare, pensate seriamente che una
qualunque potenza terrestre potrebbe tenerla sotto il proprio controllo? Sarebbe
come pensare che una tribù di guerrieri in canoa possa prendere impunemente il
controllo di una portaerei nucleare.
A chi invece dice che la quantità di segnalazioni e di avvistamenti è di per sé
prova che qualcosa c'è, ricordo che alla stessa stregua la quantità di
segnalazioni dovrebbe farci accettare come realtà le fatine, i demoni, i
folletti, i fantasmi e il mostro di Loch Ness. Ma mille abbagli non fanno un
fatto. Io, su un tema così importante, chiedo semplicemente prove: non mi
sembra una pretesa irragionevole.
Inoltre distinguo molto nettamente la questione dell'esistenza della
vita extraterrestre nel cosmo dall'ipotesi di una visita a noi da
parte di questa vita extraterrestre. Sto con il parere prevalente della comunità
scientifica: considerato che ogni galassia ha almeno cento miliardi di stelle,
ciascuna con uno o più pianeti, e che esistono almeno cento miliardi di
galassie, è statisticamente molto improbabile – quasi assurdo – che siamo
l'unica forma di vita intelligente nel cosmo. Non c'è nulla di speciale o di
raro o irripetibile in quello che è successo sulla Terra e che ha portato alla
nostra evoluzione ed esistenza attuale. Nulla vieta che sia successo altrove. Ma
abbiamo le prove che sia successo? No. Non ancora. Ma le stiamo cercando.
Guardiamo l'immensità di quei miliardi di miliardi di mondi e ci sentiamo soli.
L'idea che sia tutto deserto rasenta il blasfemo.
Siamo la prima generazione, in tutti i millenni di storia umana, che ha gli
strumenti tecnici per guardare al cielo e trovare la risposta a quella domanda
meravigliosa e inquietante. Oggi siamo in grado di visitare i mondi vicini e
vedere quelli lontani anni luce ed esplorarne le atmosfere alla ricerca dei
segni chimici della vita. Possiamo captare segnali di civiltà tecnologiche
all'altro capo della nostra galassia e possiamo anche noi mandare i nostri primi
incerti messaggi in bottiglia via radio. Non sprechiamo quest'occasione.
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