Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi piace, potete farne una anche voi (Paypal/ricarica Vodafone/wishlist Amazon) per incoraggiarmi a scrivere ancora. Ultimo aggiornamento: 2017/01/12 10:45.
Ieri c’è stato un delirio collettivo di titoli di testate giornalistiche che dichiaravano senza alcun dubbio che gli account di mail di Draghi, Renzi e Monti erano stati violati da Giulio e Maria Francesca Occhionero, colpiti da ordinanza di custodia cautelare nell’ambito del caso denominato EyePyramid. Ma queste dichiarazioni sono (almeno per ora) basate sul nulla: o meglio, sul fatto che nella versione circolante ieri dell’ordinanza di custodia cautelare per gli Occhionero mancava una pagina.
La pagina in questione era la 14, come segnalavo ieri, ed è una pagina cruciale: senza di essa, infatti, l’ordinanza sembra includere degli account di Matteo Renzi e di Mario Draghi fra quelli violati (“674 account, 29 dei quali corredati dalla relativa password”):
Stamattina ho scritto che la mancanza di quella pagina poteva trarre in inganno, e poco dopo Agi.it ha pubblicato una descrizione della pagina mancante, che spiega che l’elenco di pagina 15 (quello con i nomi di Renzi e Draghi) riguarda “account presenti nel database, benché privi di password” (sottolineatura presente nell’originale). L’ordinanza completa (inclusa la pagina 14) è stata pubblicata oggi qui su Agi.it grazie al lavoro di Matteo Flora.
Senza password, i nomi degli account non valgono nulla e la mancanza della password sembrerebbe indicare che questi account non sono stati affatto violati. Il Fatto Quotidiano scrive oggi che “Nei confronti degli ex presidenti del Consiglio Matteo Renzi e Mario Monti, nonché del presidente della Bce Mario Draghi c’è stato solo un tentativo, ma non l’accesso, alle caselle di posta elettronica.” Dello stesso tenore è anche questo articolo di Agi.it.
Finora non sono emersi altri documenti d’indagine che dichiarino che gli account di Draghi, Renzi e Monti siano stati violati, per cui i titoli giornalistici che li descrivono come “spiati” sembrano decisamente infondati, prematuri ed eccessivi. Altre cariche dello Stato, comunque, sembrano effettivamente essere state violate e il tentativo di attaccare l’ENAV c’è stato, sempre stando all’ordinanza di custodia cautelare, per cui gli Occhionero sono in ogni caso accusati di reati informatici molto gravi.
La notizia, insomma, c’è ma si sgonfia notevolmente. Molte testate giornalistiche hanno dato l’impressione che queste tre personalità di spicco fossero state attaccate con successo e spiate per anni: ora tutto indica che non è affatto così.
Segnalo, per chiudere, il sunto della situazione realizzato da Stefano Zanero.
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