Blastar è un videogioco tipico degli anni Ottanta: un miscuglio semplificato di Space Invaders e Asteroid, con le astronavi degli alieni nemici che si spostano lateralmente sullo schermo e vanno colpite con i proiettili sparati dall’astronave del giocatore.
Fin qui niente di speciale; anzi, il gioco è primitivo anche per gli standard molto modesti di quell’epoca e non va confuso con il quasi omonimo Blaster per Atari. Ma se guardiamo l’età del suo creatore cominciano le sorprese: si trattava di un ragazzo di dodici anni che viveva in Sudafrica e che aveva imparato a programmare da solo leggendo un libro.
I suoi sforzi gli valsero 500 dollari, pagatigli dalla rivista PC and Office Technology che pubblicò il listato (la sequenza delle istruzioni di programmazione) affinché altri utenti potessero trascriverlo e caricarlo nei propri computer, come si usava allora: Internet era embrionale, non era aperta al pubblico e comunque nessuno aveva il modem per collegarvisi e i dischetti erano costosissimi, per cui ci si arrangiava trascrivendo i programmi a mano.
La sorpresa più grossa, però, arriva guardando il nome del ragazzino, stampato sulla rivista: Elon Musk.
L’immagine qui sopra è tratta dal libro di Ashlee Vance Elon Musk: Tesla, SpaceX, and the Quest for A Fantastic Future (2015), una cui edizione si può sfogliare qui su Issuu.com.
Che fine ha fatto quel gioco? È ancora disponibile: un ingegnere del software di Google di nome Tomas Lloret Llinares ha convertito il programma di Elon Musk in HTML5, creando una pagina Web nella quale potete giocare a Blastar con qualunque browser moderno.
Fonti aggiuntive: The Verge, Business Insider, Fortune, Wait But Why, Popular Mechanics.
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