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2019/09/01

Antibufala: l’ex direttore di “Quattroruote” e l’auto elettrica caricata dal “gruppo elettrogeno a benzina”

Ultimo aggiornamento: 2019/09/20 17:30.

Oggi (1/9/2019) Carlo Cavicchi, ex direttore di Quattroruote, ha postato su Twitter questa foto, descrivendola con le parole “Il futuro che avanza: un'automobile diesel con al traino un gruppo elettrogeno a benzina per ricaricare una vettura elettrica ferma...” (copia permanente su Archive.org).

Ma lo sfottò è decisamente mal giocato, perché in realtà quello che Cavicchi ha definito “gruppo elettrogeno a benzina” è una batteria. Specificamente, una batteria del tipo che viene usato sia per soccorrere un’auto elettrica rimasta inaspettatamente a corto di carica, sia per fornire un punto di ricarica mobile su prenotazione in posti dove manca una colonnina, come fa per esempio E-Gap a Milano e a Roma.

Sappiamo che si tratta di una batteria da un indizio che forse a Cavicchi è sfuggito: quella scritta “EV” che si nota sul presunto “gruppo elettrogeno a benzina”. Infatti cercando in Rete, come ha fatto egregiamente Lorenzo Marfisi, salta fuori che si tratta di questo “powerbank per auto” presentato in Austria e concepito per dare in 15 minuti una carica sufficiente ad arrivare alla colonnina più vicina.





Più specificamente, AFP segnala che la foto originale proviene dall’account Facebook dell’ÖAMTC, il touring club austriaco, dove è descritta come la prima prova di questo “powerbank mobile”, che in 20 minuti ha caricato una Mercedes elettrica abbastanza da permetterle di raggiungere la stazione di ricarica più vicina. È insomma l’equivalente elettrico della tanichetta di benzina.


Certo, si può ironizzare comunque sul fatto che il soccorso all’auto elettrica è stato prestato da un’auto diesel, ma va detto che nulla avrebbe impedito l’uso di un furgone elettrico o di un’auto elettrica per il traino della batteria di soccorso.

In ogni caso, è un peccato che un ex direttore di una testata specialistica come Quattroruote, che ha ancora il nick @Cavicchi4R che richiama la testata, si sia fatto guidare dalle bufale trovate in Rete (e già sbufalate da tempo) invece di informarsi e informare i suoi lettori.

Ho chiesto pubblicamente a Cavicchi se intende rettificare il suo tweet. Finora nessuna risposta.


2019/09/02 10:30


Il tweet di Cavicchi è stato eliminato. La copia su Archive.org rimane.


2019/09/20 17:30


Ho sentito Cavicchi al telefono, e mi ha chiarito che si è fidato di un amico, esperto del settore automobilistico, che gli aveva girato la foto prendendola da un giornale non italiano: si è trattato insomma di un classico errore senza malizia, dovuto al fenomeno del passaparola apparentemente autorevole ma in realtà distorto delle “catene di Sant’Antonio”. Cavicchi ha chiarito inoltre che ha tweetato a titolo personale, senza alcun intento di coinvolgere la redazione di Quattroruote, e che per maggiore chiarezza ha tolto l’indicazione “QR” dal proprio account.


Questo articolo è stato aggiornato per rettificare che Cavicchi è oggi ex direttore di Quattroruote, non direttore attuale come avevo scritto inizialmente, e vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.

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