Sistematicamente, durante ogni evento drammatico di portata mondiale, dalle guerre ai terremoti alle pandemie, i media ci propongono scene di accaparramento nei supermercati. In tutto il mondo, in queste scene c’è un prodotto immancabile: la carta igienica. Perché?
Sono state presentate numerose teorie psicologiche per giustificare questo strano comportamento, dal bisogno di fare un gesto che dia una sensazione di controllo della situazione allo spirito imitativo, per cui vediamo qualcuno fare scorta di carta igienica e quindi tendiamo a fare altrettanto.
Ma ci sono anche alcune spiegazioni che hanno poco a che fare con la psicologia e molto con la creazione di miti e disinformazione.
Una teoria, proposta per esempio dalla ricercatrice di comportamenti dei consumatori Kit Yarrow su Ars Technica, è che la sparizione della carta igienica sia in realtà un fenomeno mediatico: riceviamo la maggior parte delle informazioni in forma visiva, e quindi un oggetto ingombrante e vistoso come un pacco di carta igienica spicca di più rispetto a una scatoletta di tonno, sia nel carrello della spesa pieno, sia come spazio vuoto sugli scaffali, e quindi finiscono per essere privilegiate le immagini di carta igienica. Il consumatore con il megapacco da trentadue rotoli sottobraccio è sicuramente più fotogenico di un cliente con otto scatole di spaghetti o penne lisce.
Queste immagini sono incoraggiate nei media anche dall’aspetto leggermente ridicolo e assurdo dell’incetta di carta igienica rispetto a una più sensata scorta di zucchero, detersivo o disinfettante per le mani.
Il fenomeno, insomma, sarebbe una creazione dei media. Quasi una fake news.
Un’altra teoria si basa su un’osservazione ancora più concreta, e vale in particolare per il momento che stiamo vivendo: l’improvviso cambiamento delle nostre abitudini, con un’ampia fetta della popolazione che rimane in casa invece di andare a scuola o al lavoro, ha come conseguenza il fatto che si consuma più carta igienica a casa (circa il 40% in più) e molta meno nei luoghi pubblici, e la produzione per questi due settori segue filiere completamente separate: piccoli pacchi di carta di elevata qualità da una parte, grandi rotoli di qualità più industriale consegnati su pallet dall’altra, spesso prodotti da aziende distinte.
Questo causerebbe un effettivo aumento della necessità di carta igienica per uso domestico e spiegherebbe il momentaneo svuotamento degli scaffali mentre la produzione si adegua all’aumento di domanda domestica e al calo di quella di scuole, uffici, stadi, aeroporti, stazioni, autogrill, ristoranti e altro ancora.
Oltretutto le grandi dimensioni dei pacchi di carta igienica al supermercato comportano il fatto che bastano pochi acquisti in più per svuotare uno scaffale di carta; questo non vale, invece, per altri prodotti ben più compatti.
Se almeno una di queste teorie è valida, possiamo smettere di dare la colpa di queste momentanee penurie alla stupidità del genere umano. Però ammettiamolo: la tesi della stupidità dava più soddisfazione.
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