Ultimo aggiornamento: 2021/06/210 12:30.
ANSA ha pubblicato un tweet linguisticamente disastroso a proposito dell’annuncio di Demi Lovato di essere una persona non binaria e di chiedere, come fanno molte persone non binarie, che si usi they e them al posto di he/him o she/her come suo pronome: “La cantante Demi Lovato ha rivelato di essere non-binaria e ha chiesto di rivolgersi a lei con il pronome 'voi' o 'loro'. In un video e un messaggio Twitter ha spiegato di essere "orgogliosa" di questo cambiamento.”
La cantante Demi Lovato ha rivelato di essere non-binaria e ha chiesto di rivolgersi a lei con il pronome 'voi' o 'loro'. In un video e un messaggio Twitter ha spiegato di essere "orgogliosa" di questo cambiamento. #ANSA https://t.co/u6dwz47NTJ
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) May 19, 2021
Come traduttore, come madrelingua inglese e come persona che per lavoro e affetti segue le questioni di identità di genere, il tweet di ANSA mi ha fatto accapponare la pelle. È assolutamente sbagliato, anche dal punto di vista schiettamente tecnico, tradurre il they chiesto da Demi Lovato con voi o con loro. Inoltre fare un tweet tutto al femminile proprio quando una persona chiede di non essere citata al femminile o al maschile è una dimostrazione di insensibilità davvero imbarazzante.
Metto subito in chiaro una cosa: chiunque venga qui a commentare che si tratta
di “stupidaggini gender” e di
“resa al politically correct” riceverà un accompagnamento immediato
alla porta. Le sfumature dell’identità di genere possono essere difficili da
capire, ma sono assolutamente reali. La biologia e la natura non sono in
bianco e nero, zero e uno, e sarebbe ora di metterselo in testa per non fare
la figura di quelli che vogliono continuare a credere che il Sole giri intorno
alla Terra quando i dati dicono che non è così. E non si tratta di opinioni o
di “scelte personali”: chi si trova con un disagio di identità di genere non
ha scelto di averlo, esattamente come voi non avete “scelto” di essere, che
so, eterosessuali o biondi o alti. Se non vi è chiaro, provate a informarvi. Un buon punto di partenza è questa serie di articoli su Butac, in particolare le parti 3 e 4.
Detto questo, qui mi dedico soprattutto alla questione linguistica, che è spiegata egregiamente da Licia Corbolante
qui: il they/them delle persone non binarie non è affatto un “voi” o un
“loro”. È un pronome singolare, non plurale, e in inglese si usa
per indicare una persona senza specificarne il genere. È un uso intraducibile
in italiano, dove abbiamo solo lui o lei e siamo quasi sempre
costretti a specificare il genere della persona che stiamo citando (anche se
esistono delle
buone soluzioni, parziali ma facili da mettere in pratica).
Prevengo un’obiezione politico-linguistica inevitabile: no, non è una cosa
introdotta di recente. Il they singolare esiste, in inglese, da circa
seicento anni. L’unica novità è che è stato adottato anche dalle persone non binarie e
accolto con questa accezione nei dizionari (Merriam-Webster, 2019). E se la cosa vi scandalizza perché non ve l’hanno insegnata a
scuola, beh, è ora di aggiornarsi, tutto qui. L’ho fatto anch’io.
Per i sostenitori della teoria del complotto gender per sovvertire le fondamenta linguistiche e incrinare la famiglia, a parte un invito a crescere invece di fare i bambini invasati, cito qualche esempio di they singolare proveniente da tempi non sospetti:
- and every one to rest themselves betake — William Shakespeare
- I would have everybody marry if they can do it properly — Jane Austen
- it is too hideous for anyone in their senses to buy — W. H. Auden
- a person can't help their birth — W. M. Thackeray
- no man goes to battle to be killed.—But they do get killed — G. B. Shaw
E per finire:
- If you love somebody, set them free — Sting
Questa costruzione può sembrare dissonante per i non madrelingua, ma è perfettamente normale, tanto che molti madrelingua nemmeno si accorgono di usarla. No one has to go if they don't want to è decisamente più idiomatico ed eufonico di No one has to go if he or she doesn't want to.
Altra obiezione frequente: usare il they anche per il singolare crea confusione fra singolare e plurale, quindi è inaccettabile, si dice. Scusate, ma avete considerato che you fa esattamente la stessa cosa?
Oltretutto questa critica arriverebbe da un pulpito decisamente ipocrita, dato che per esempio in italiano è sempre più diffuso l’uso di gli non solo per indicare indifferentemente una o più persone, ma anche per indicare una o più donne. Eppure non vedo orde con torce e forconi chiedere il ritorno per legge del le e del loro per evitare di essere travolti dalla confusione di genere.
E che dire dell’uso del lei in italiano come forma di cortesia verso gli uomini? Anche qui non vedo nessuno strillare che a furia di dare loro del lei, i maschi diverranno tutti effeminati. Beh, ci aveva provato un certo dittatorucolo circa cent’anni fa, ma non è andata particolarmente bene.
Quindi ANSA come avrebbe potuto scrivere il suo tweet in maniera non imbarazzante? Per esempio così: “L’artista Demi Lovato ha rivelato di essere una persona non-binaria e ha chiesto che si usi il pronome 'they'. In un video e un messaggio Twitter ha spiegato di "provare orgoglio" per questo cambiamento.”
Visto? Non è difficile. Basta volere, e basta avere un po’ di rispetto per gli altri.
----
2021/06/10 12:30. Se vi interessa la situazione in Svizzera sul linguaggio inclusivo, c’è un articolo molto ricco di fonti su Swissinfo.ch (in italiano).
Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico) o altri metodi.
Nessun commento:
Posta un commento