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2022/10/22

FAQ: Perché “Il Disinformatico” ora è sempre in formato podcast a voce singola?

È un po’ che mi riprometto di scriverne pubblicamente e rispondere in dettaglio a una domanda che mi viene fatta molto spesso: come mai il Disinformatico da marzo 2021 (specificamente dal 19) non è più in diretta e in studio con un animatore o un’animatrice, in formato chiacchierata e disponibile anche in video, ma è un podcast puro nel quale parlo (quasi sempre) solo io? E come mai non torna al vecchio formato?

Molti che me lo chiedono pensano che il passaggio alla versione podcast puro sia stata una mia decisione oppure una conseguenza dell’emergenza Covid, ma non è così.

Il cambio è stata una conseguenza di una delle periodiche ristrutturazioni del palinsesto della Radio Svizzera di lingua italiana, durante la quale è stato deciso che nel nuovo format di Rete Tre (la rete che ospitava la diretta), più musicale e meno parlato, non aveva senso una trasmissione molto “parlata” come il Disinformatico, ma aveva molto senso mantenerla come podcast puro.

Le restrizioni legate al Covid in realtà non hanno giocato nessun ruolo nel cambiamento, e infatti le dirette in studio sono proseguite per un anno dopo l’inizio della pandemia, adottando le varie precauzioni introdotte man mano. 

La scelta di produrre il podcast puro usando i miei mezzi tecnici invece di andare negli studi della RSI è maturata man mano dopo un po’ di sperimentazione, perché l’autoproduzione mi faceva risparmiare il tempo di viaggio dal Maniero Digitale agli studi di Lugano e mi liberava da vincoli di orario (a volte registro il podcast di notte, specialmente quando ci sono aggiornamenti dell’ultimo momento, cosa impensabile se dovessi andare in studio). I contenuti e il formato del podcast sono scelti da me in piena autonomia, esattamente come in passato: ogni tanto faccio qualche esperimento, come il racconto di scienza futura o le puntate Story monotematiche.

So che a molti piaceva di più il format a due voci, più “chiacchieroso”, e confesso che anche a me manca l’interazione con gli animatori e le animatrici di ReteTre. Ogni tanto mi capita comunque di tornare in studio, anche in TV (con programmi come Filo diretto), ed è sempre un piacere; se un nuovo palinsesto lo chiederà, lo farò molto volentieri. 

Ma al tempo stesso il formato podcast mi permette di raccontare storie più complesse e complete, di aggiungere clip sonore che la diretta renderebbe molto più difficili da gestire, e di non dover cercare di adattare la narrazione ai tempi disponibili (e spesso imprevedibili) della diretta. Se la storia da raccontare è lunga, la posso presentare per intero, senza dover correre o stringere.

Ci tenevo a spiegarlo bene: spero di averlo fatto, ma se c’è qualche altro dettaglio che vorreste conoscere, chiedete pure nei commenti.

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2022/10/29. Il sondaggio si è chiuso con un 34,4% di votanti che preferiscono il podcast com’è ora, un 24,9% di persone che lo preferivano com’era prima e un 40,7% di partecipanti che dicono “È lo stesso”.

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