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2023/08/09

Il supertestimone ufologico al Congresso ha avuto un ricovero psichiatrico e problemi di alcolismo. Però continuate pure a credergli sulla parola

Gli ufologi e i sognatori alienofili criticano spesso i debunker dicendo che sono troppo cinici. No, non è cinismo: è esperienza.

Abbiamo visto infinite volte comparire sulla scena il testimone ufologico “definitivo”, al quale ci veniva detto che dovevamo credere assolutamente quando parlava di rapimenti alieni, dischi volanti precipitati e via discorrendo, perché era graniticamente affidabile. “Perché mai un militare di carriera dovrebbe rischiare appunto la carriera e la propria reputazione dichiarando il falso? Quindi dice il vero!” 

E quando facevamo notare che il supertestimone non portava uno straccio di prova oggettiva per le sue dichiarazioni strabilianti ma aveva solo parole, parole, parole, raccattate con infoiato entusiasmo da stuoli di ciarlatani del giornalismo in cerca di aria fritta con la quale colmare il vuoto fra un clic pubblicitario e l’altro, arrivava puntuale l’obiezione “Eh, ma non può portare le prove oggettive perché altrimenti lo farebbero fuori! Le presenterà nelle sedi opportune!” Che però, stranamente, non si concretizzavano mai. Né le sedi, né tanto meno le prove.

È successo anche stavolta, come si è visto anche nei commenti agli articoli (uno e due) che ho dedicato alla vicenda dell’audizione di David Grusch al Congresso degli Stati Uniti. Dai, Paolo, un giovane e brillante ufficiale dell’intelligence che ha autorizzazioni di sicurezza di altissimo livello non può contar balle. Non può rischiare la carriera senza motivo. È un militare, e si sa che i militari sono tutti d’un pezzo, ordine e disciplina, gli dobbiamo credere, c’è in gioco la sua carriera, magari anche la sua stessa vita se parla troppo, eccetera, eccetera, eccetera. Il solito repertorio.

Stasera The Intercept ha pubblicato un’indagine secondo la quale David Grusch è stato ricoverato in una struttura di supporto psichiatrico nel 2018 per varie ragioni, una delle quali è che ha chiesto alla moglie di ucciderlo dopo che lei gli ha detto che lui era un alcolizzato e aveva bisogno di aiuto. Lui era furibondo perché le armi di casa erano sotto chiave e lui non sapeva dove si trovasse la chiave. Lei ha chiamato la polizia (“Subj is intoxicated / Husband asked compl to kill him / he is very angry guns are locked up / he does not know where key is”). Grusch è stato trattenuto e poi visitato da uno specialista in salute mentale, che ha chiesto a un magistrato di emettere un ordine di detenzione temporanea, in base al quale Grusch è stato portato alla Loudoun Adult Medical Psychiatric Services per un ricovero.

Nel 2014 era già successa una cosa simile: una minaccia di suicidio, segnalata alla polizia, con la segnalazione che Grusch era violento e aveva accesso a un’arma.

È quanto emerge non da chissà quali documenti “fatti trapelare per screditarlo”, come diranno sicuramente tutti gli ufologi che si sono dimostrati ancora una volta allocchi pronti a credere a tutto, ma dai documenti pubblici e pubblicati anni fa dalle autorità dello stato della Virginia. The Intercept ha esercitato il diritto di accesso a questi documenti, secondo il Freedom of Information Act, e li ha inclusi nella propria indagine. Ha fatto, insomma, giornalismo.

Screenshot dei documenti pubblici raccolti da The Intercept.

È triste dover scavare nella vita e nella salute di una persona, ma in questo caso è necessario per capire come stanno realmente le cose. Alla luce di questi fatti, le obiezioni degli ufologi trovano una risposta. Probabilmente non quella che, ingenuamente, speravano ancora una volta di avere.

 

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