Cerca nel blog

2011/03/31

Presunto keylogger trovato nei portatili Samsung: prudenza prima di partire col linciaggio. Aggiornamento: falso allarme

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2011/04/05.

Sta facendo clamore in Rete la notizia secondo la quale sarebbe stato trovato in due laptop della Samsung del malware preinstallato: specificamente StarLogger, un keylogger, che registra tutto quello che viene digitato, password comprese. Sempre secondo la medesima notizia, il servizio clienti Samsung avrebbe ammesso che il programma viene installato intenzionalmente per “monitorare le prestazioni della macchina e scoprire come viene usata”.

Samsung ha dichiarato inizialmente che “prende molto, molto sul serio queste asserzioni” e le sta esaminando; inoltre ha aggiunto che non sapeva nulla della presenza di questo software sui propri laptop.

La notizia è partita da NetworkWorld (prima parte, seconda parte), che l'ha ricevuta da Mohamed Hassan, fondatore di una società di consulenza per la sicurezza informatica, ed è stata subito ripresa da molti siti (Geek.com, PCWorld, CNet). Ma ha un problema: ha una sola fonte. Le altre testate che hanno cercato di verificare l'accusa molto grave non hanno trovato tracce di StarLogger nei loro computer.

Una notizia clamorosa con una singola fonte non confermata corrisponde in pieno al criterio della Legge di Sagan: affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie. Finora di prove non ce ne sono, per cui la prudenza è d'obbligo. Nel frattempo, chi ha un laptop Samsung può verificare l'accusa (e segnalare nei commenti qui sotto i risultati) cercando nel Registro di Windows questa chiave:

HKEY_LOCAL_MACHINE\software\microsoft\windows\currentversion\run\winsl

Maggiori dettagli su come rilevare e rimuovere il presunto keylogger sono in questo articolo di CNet.

Nel frattempo, Samsungtomorrow.com ha dichiarato che l'accusa è falsa e che il software installato non è un keylogger.


Aggiornamento (13:15). Mikko Hypponen di F-Secure conferma che si tratta di un falso allarme: altri computer Samsung dello stesso modello di quello incriminato sono risultati privi di keylogger. La spiegazione più probabile è che l'antivirus usato da Hassan, Vipre, abbia trovato nei laptop una directory il cui nome corrisponde a quello della directory usata dal keylogger StarLogger e abbia dato l'allarme basandosi esclusivamente sul nome della directory (schermata), che in realtà era stata creata da un programma innocuo.


Aggiornamento (19:00). È stata confermata la spiegazione citata sopra: si tratta di un falso positivo causato dall'antivirus Vipre, ma resta da chiarire come mai il servizio clienti Samsung avrebbe dato una risposta così bizzarra (PCWorld). Gli autori di Vipre hanno chiesto scusa per l'errore e corretto il proprio programma.


Aggiornamento (2011/04/05). NetworkWorld ha pubblicato le proprie scuse e un'impietosa autoanalisi di dove ha fallito giornalisticamente. Chi lavora sbaglia; la serietà di una persona si valuta non dal fatto che non sbaglia mai, ma da come affronta i propri sbagli.

2011/03/27

Uno strano caso di cronopareidolia

Sì, sono un viaggiatore nel tempo. Ecco la prova



Eccomi in compagnia di Modigliani e Picasso a Parigi nel 1916. No, non è un fotomontaggio.


2011/03/28


Ora che è passato un po' dalla pubblicazione iniziale e abbiamo giocato, posso spiegare come stanno le cose. Ho ricevuto la segnalazione da Gabriele Mattei, che mi ha inviato l'immagine lasciandomi a bocca aperta: non mi capita spesso di riconoscermi in una fotografia di quasi cent'anni fa.

Ho pensato inizialmente a un fotomontaggio, ma una ricerca in Rete ha confermato che la fotografia è originale e non ritoccata per farmi uno scherzo: il mio sosia è l'artista André Salmon (1881-1969) e la medesima immagine si trova in siti al di sopra di ogni sospetto (sito ufficiale, Comune di Catania, Museo Thyssen via Wikipedia, il libro Modigliani di Fiorella Nicosia a pagina 48, Repubblica) attribuendola nientemeno che a Jean Cocteau e indicando che fu scattata a Parigi davanti al Café de la Rotonde. Impressionante.

Disinformatico radio del 25/3/2011

Domini porno, iPad2, Firefox 4, New York Times bucato, intercettazioni iraniane


È disponibile per lo scaricamento la puntata del Disinformatico radiofonico di venerdì scorso, dedicata al debutto dell'iPad2 e ai suoi concorrenti, ai nuovi domini .xxx per la pornografia, all'introduzione del paywall del New York Times (subito bucato), al rilascio di Firefox 4 e alla falsificazione di certificati SSL attribuita all'Iran per intercettare password e traffico cifrato dei dissidenti.

2011/03/25

Avanti, ma con moderazione

Ultimo aggiornamento: 2016/08/24 9:15

Avrete notato che ho attivato la moderazione preventiva dei commenti. So che è una scocciatura, ma per il momento è una misura necessaria in relazione a questioni personali e legali di cui per ora preferisco non parlare, ma che vi racconterò con piacere a cose fatte. Niente di grave, per carità, ma i commenti moderati mi facilitano la gestione della situazione.

Chiedo a tutti pazienza e comprensione.



2016/08/24 9:15



È passato un po’ di tempo e mi sono accorto che chi arriva qui non trova spiegazioni dell’annuncio, per cui aggiungo i link alla vicenda: uno, due. Ero stato querelato da un ufologo svizzero.

Podcast RSI 2011/03/25 - I testi della puntata

Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.

iPad 2 al debutto, prestazioni e concorrenti

Sbarca nei negozi europei l'iPad 2, la nuova versione del tablet di Apple. Rispetto all'edizione precedente promette più velocità, aggiunge fotocamera e telecamera integrate, un giroscopio e un'uscita HDMI. L'iPad 2 è anche più sottile e leggero del suo predecessore.

I primi risultati di vendita sono notevoli: al suo debutto negli Stati Uniti ne sono stati venduti circa un milione di esemplari nel primo fine settimana. Più in generale, l'iPad è leader incontrastato del settore dei computer a tavoletta, con oltre il 93% del mercato.

Nel frattempo la concorrenza, che al debutto del primo iPad latitava, s'è svegliata e il mercato è pieno di offerte alternative allettanti. I principali candidati a contendere il primato dell'iPad sono il Galaxy Tab 10.1 di Samsung e lo Xoom di Motorola. Entrambi sono basati sul sistema operativo aperto Android 3.0 e non hanno quindi molti dei vincoli del sistema chiuso usato da Apple. A differenza dell'iPad, i dispositivi Android supportano Flash di Adobe, indispensabile per interagire con molti siti dalla grafica sofisticata. Lo Xoom vanta anche uno schermo con risoluzione superiore a quella dell'iPad e un barometro (ammesso che se ne senta il bisogno).

Cosa conviene comperare? Dipende. I prezzi sono abbastanza paragonabili. Apple offre una rosa sempificata di modelli e un uso molto naturale per chi è già abituato ai suoi telefonini; i tablet alternativi richiedono un apprendimento più lungo, a meno che siate già utenti di Android, ma dipendono molto meno da un vero computer, sono molto ben integrati con i servizi online, specialmente quelli di Google, e hanno quasi sempre memorie rimovibili, molto comode per caricare rapidamente musica, film e telefilm su queste tavolette.

Nonostante l'abbondanza di tecnologia di questi dispositivi, alla fine però la scelta può dipendere da una considerazione apparentemente banale: le dimensioni. Le misure dell'iPad possono rendere difficile portarlo con sé in borsetta o in uno zainetto, mentre altri tablet più compatti si fanno trasportare più agevolmente. Consiglio pratico: andate in negozio e provate a infilare nella borsa i vari modelli. Ma assicuratevi di farlo con il consenso del negoziante e di pagare prima di allontanarvi.

Fonti: The Inquirer, TUAW.

.XXX, nuovi domini a luci rosse

Dopo più di dieci anni di discussioni è stato finalmente approvato il dominio di primo livello .xxx, affine ai domini .com e .org che tutti conosciamo e destinato ai siti pornografici. L'approvazione da parte dell'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) non introduce subito questo dominio; resta ancora da siglare un ultimo accordo con l'ente promotore del dominio .xxx, l'ICM Registry. La firma finale è prevista per giugno 2011, per cui non correte ancora a digitare indirizzi .xxx.

La ICM ha dichiarato di aver ricevuto già oltre 200.000 prenotazioni per siti .xxx, sostenendo che l'introduzione di "un indirizzo Web chiaramente definito per l'intrattenimento per adulti, non accessibile ai minori e il più possibile libero da frodi o virus informatici" renderà i consumatori "più pronti a fare acquisti".

La creazione di un dominio a luci rosse sarebbe finalizzata a facilitare il filtraggio dei contenuti ritenuti inadatti. Ma da parte degli addetti ai lavori, nel senso dei produttori di pornografia, si teme la ghettizzazione. Per contro, alcuni gruppi religiosi si sono opposti all'introduzione del dominio con la tripla X perché a loro dire legittimerebbe questo genere di materiale.

Procurarsi un dominio .xxx non è facile: bisogna dimostrare di far parte dell'industria dell'intrattenimento per adulti e ricevere l'approvazione della International Foundation for Online Responsibility (IFFOR). Non è chiaro come avvenga questa dimostrazione. Il paradosso è che nessuno degli operatori del settore sente il bisogno di questo nuovo dominio. Caso mai non ve ne foste accorti, la pornografia è già ben piazzata su Internet con i domini .com, e l'idea di dover spendere per registrare i propri nomi commerciali anche sul dominio .xxx non piace a nessuno. Immaginate inoltre cosa potrebbe succedere, per esempio, se qualcuno decidesse di registrare come dominio .xxx il nome e cognome di una persona.

L'unica azienda che manifesta entusiasmo per l'arrivo tanto sofferto dei domini .xxx è la ICM, che a 75 dollari a dominio dovrebbe aver già incassato venti milioni di dollari con le prevendite e prevede di raccogliere almeno 200 milioni l'anno. Per noi utenti, per ora, non cambia nulla, ed è prevedibile che non cambierà nulla neanche in futuro, visto che i siti pornografici continueranno a essere disponibili anche con i suffissi .com. Chi sperava di poter impostare semplicemente un filtro dicendo "blocca tutti i siti .xxx e mio figlio sarà al sicuro" resterà deluso.

L'unico vantaggio per gli utenti sarà che non potranno più dire di aver digitato per errore il nome di un sito Internet .xxx e di essersi imbattuti involontariamente in immagini invereconde.

Fonti: ZDNet, Wired, The Register, BBC.

Giornali online a pagamento: la beffa-flop del New York Times

Il New York Times, per anni consultabile gratuitamente via Internet, sta attivando una paywall: un accesso esclusivamente riservato agli abbonati paganti, con prezzi che variano dai 15 ai 35 dollari al mese. Ma gli utenti della Rete non hanno apprezzato molto la manovra e hanno attivato subito varie tecniche per aggirare le barriere a pagamento erette dal prestigioso quotidiano statunitense, con risultati imbarazzanti.

Infatti il sistema a pagamento è costato, secondo Bloomberg, circa 50 milioni di dollari, ma si scavalca con poche righe di Javascript che permettono di aggirare il limite di venti articoli gratuiti al mese. Superato questo limite, infatti, le notizie vengono coperte da un invito a sottoscrivere un abbonamento. Ma basta un clic con il pulsante destro sulla pagina che sta dietro l'invito e la scelta giusta dal menu che compare sullo schermo per rivelare il testo integrale dell'articolo.

Eludere le protezioni è talmente facile che un utente, il canadese David Hayes, ha addirittura scritto e distribuito NYTClean, un accessorio per tutti i principali browser moderni, che sblocca automaticamente il sito del giornale con quattro righe di Javascript. Gli articoli del NYT restano inoltre parzialmente accessibili se si passa attraverso un link di Google o Facebook.

La facilità con la quale si superano le protezioni del giornale potrebbe inquietare molti altri aspiranti editori digitali, ma non è da escludere che sia intenzionale: l'obiettivo di questi sistemi non è garantire che nessuno legga a scrocco, ma incoraggiare gli utenti online a pagare in cambio di un buon servizio. Se qualcuno legge a sbafo, pazienza. Del resto, gli editori non si lamentano se qualcuno sbircia il giornale altrui in autobus, in treno o al bar. Alla fine è tutta pubblicità.

Fonti: CNN, Niemanlab, Alternet, Punto Informatico, BoingBoing.

Arriva Firefox 4

È pronta da scaricare gratuitamente (anche in italiano) la versione 4 di Firefox, il popolare programma di navigazione, oggi più veloce, più stabile e più sicuro. Sfrutta più efficientemente lo spazio sullo schermo, che non basta mai specialmente sui laptop e netbook, disponendo in modo più compatto i pulsanti, i menu e le schede.

Un'altra miglioria che sarà molto apprezzata dagli internauti che saltano da un computer all'altro a casa o in ufficio è Firefox Sync: la sincronizzazione integrata, senza ricorrere a servizi esterni, fra installazioni separate di Firefox su computer distinti. Per esempio, potete concludere una navigazione sul vostro Firefox in ufficio e riprenderla sul vostro laptop o dispositivo mobile esattamente dove l'avevate interrotta: Firefox Sync sincronizza le password, i segnalibro, la cronologia e le schede aperte. Se dovete configurare un computer nuovo oppure reinstallare, con Sync vi troverete Firefox già completamente personalizzato.

Ci sono anche molte novità dietro le quinte, descritte dettagliatamente da Mozilla.com qui (in inglese), come la grafica tridimensionale, l'identificazione garantita dei siti, la navigazione privata migliorata, l'antivirus integrato e la protezione contro i crash e i siti-trappola, ma la cosa più semplice è scaricare, installare e provare, come hanno già fatto, stando alle cifre di Getfirefox.com, oltre 22 milioni di utenti. Firefox 4 è disponibile per Windows (anche XP), Linux e Mac OS X; prossimamente verrà distribuita la versione per Android.

Fonte aggiuntiva: The Register.

Aggiornate il vostro browser contro il "Comodogate"

Nove certificati SSL, utilizzati dai siti Web per autenticarsi di fronte agli internauti, sono stati falsificati da una mano ignota. Questi certificati sono estremamente importanti per la sicurezza: nelle mani sbagliate, permetterebbero di rubare password, leggere la mail e intercettare le comunicazioni degli utenti con Gmail, Google, Hotmail, Yahoo, Skype e Mozilla, i servizi di cui sono stati falsificati i certificati. Queste intercettazioni scavalcherebbero tutta la sicurezza fornita dalla cifratura SSL che di norma protegge adeguatamente questo genere di uso di Internet.

Secondo le dichiarazioni della Comodo, la società statunitense di emissione di certiicati SSL coinvolta suo malgrado nella produzione dei certificati falsi, gli indizi tecnici puntano in direzione dell'Iran e l'attacco non aveva finalità di crimine economico, perché ha preso di mira le infrastrutture di comunicazione invece di quelle finanziarie. Inoltre, secondo Comodo, i certificati fasulli sono utilizzabili solo se l'aggressore ha il controllo dell'infrastruttura DNS di Internet e quindi “è probabile che si tratti di un attacco condotto da uno stato”.

Questo genere di attacco, infatti, è particolarmente utile a un governo che voglia sorvegliare l'uso di Internet da parte di dissidenti, e non sembra un caso che si sia verificato proprio mentre molti paesi dell'Africa settentrionale e del Golfo sono nella bufera delle proteste popolari coordinate tramite Internet. Inoltre il tipo di attacco è utile soltanto a stati che non possono emettere dei propri certificati autentici, come è il caso, appunto, dell'Iran.

I certificati alterati sono stati revocati e Comodo ha allertato i produttori dei principali programmi di navigazione e le autorità governative. Sono state subito pubblicate nuove versioni di questi programmi: per tutelarsi contro questo attacco è importante scaricarle e installarle.

Fonti: PCPro, F-Secure, Microsoft, StartCom, TorProject.

2011/03/22

Le cose che non colsi - 2011/03/22

Superluna, tsunami, radiazioni, Firefly, Tron e altre in breve


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

A noi ce sarveranno le mignotte? Avete presente il sonetto attualissimo attribuito a Giuseppe Gioachino Belli che sta circolando in Rete e su Facebook? Indovinate un po': le cose non stanno come vengono raccontate nel messaggio che gira. Ci cascano anche i giornalisti. Tutta la storia è nella mia indagine per Wired.it.

Superluna/1. Paolo Nespoli, dalla sua postazione privilegiata sulla Stazione Spaziale Internazionale, non smette di deliziarci con le sue foto. Non perdetevi la sua sequenza del sorgere della “Superluna” (uno, due, tre, quattro, cinque, sei) e la foto finale.

Superluna/2. Per chi volesse sapere esattamente quanto era più grande del normale la cosiddetta Superluna, ho da proporvi, grazie alla NASA, un grafico molto eloquente. Space.com ha dieci fatti lunari poco conosciuti che potrebbero intrigarvi. Per chi aveva annunciato catastrofi in occasione dell'evento (19 marzo) ho invece solo una pernacchia di disprezzo.

Mercurio. La sonda Messenger è in orbita intorno al pianeta più interno del nostro Sistema Solare dopo sei anni e mezzo di viaggio, dovuti alle limitazioni dei nostri sistemi di propulsione. Aveva già raggiunto Mercurio una prima volta nel 2008, ma per entrare in orbita ha dovuto ricorrere a un complicatissimo gioco di meccanica celeste. Geniale (USA Today).

Firefly, stop alla colletta. Nathan Fillion è contento dell'entusiasmo, vorrebbe rifare Firefly, ma chiede che non vengano più raccolti fondi per far ripartire la serie o acquistarne i diritti. La raccolta era già arrivata a un milione di dollari (Entertainment Weekly).

Costi dello spazio. A chi si lamenta che dovremmo smetterla di spendere soldi per le missioni spaziali, ricordo solo un dato, segnalato da The Atlantic: il governo americano spenderà 382 miliardi di dollari per acquistare 2443 sofisticatissimi caccia F-35, concepiti in un'era ormai scomparsa nella quale il nemico era tecnologicamente agguerrito. In termini numerici, secondo l'articolo, si tratta di una forza aerea venti volte superiore a quella russa e 15 volte superiore a quella cinese. Le spese di gestione di questa flotta ammonteranno a 650 miliardi di dollari. In altre parole, la spesa complessiva di circa mille miliardi di dollari è pari all'intero prodotto interno lordo dell'Australia. L'intero programma spaziale americano che ci portò sulla Luna costò, in dollari di oggi, circa 150 miliardi. Ne stiamo ricevendo ancora oggi le ricadute tecnologiche. Quali saranno le ricadute di 2443 caccia inutili e progettati durante la Guerra Fredda? Pensano di usarli contro le astronavi di Independence Day?

Yuri's Night. Il 12 aprile è il cinquantesimo anniversario del primo volo orbitale umano, quello di Yuri Gagarin. Ci saranno feste ed eventi a tema in giro per il mondo. I dettagli (e i loghi scaricabili per organizzare poster, spille e volantini) sono su Yurisnight.net.

Asteroide grande come una casa a meno della distanza Terra-Luna. Il 16 marzo è passato a 326.000 chilometri dalla Terra, più vicino della Luna, un asteroide di circa 14 metri di diametro (Space.com).

Svizzera, paradiso dei Mac. È il paese con la più alta densità di computer Apple, o più precisamente di dispositivi con sistema operativo Mac OS: il 17,6% (TUAW).

MacBook Pro nuovi s'impallano? Stando alle segnalazioni degli utenti, il problema è piuttosto frequente (Slashdot). Ma a quanto pare viene risolto dall'aggiornamento appena uscito (ZDnet; TUAW; Engadget; Ars Technica).

Metropolitana al terzo piano. Che ci fa una stazione della metropolitana londinese al terzo piano di un edificio a West Kensington? Fa delirare gli appassionati (con foto) (IanVisits).

Tsunami, terremoti, paure radioattive e giornalismo spazzatura. Per chi volesse evitare i catastrofismi dei giornalisti (come la CNN che misura falsamente le radiazioni usando uno strumento impostato in modo completamente sbagliato), le follie sull'ormesi e le scempiaggini degli ufologi e di Affaritaliani e andare al sodo con i fatti, Xkcd ha un magnifico grafico di cosa significano i vari livelli di esposizione alle radiazioni. Sapevate che mangiare una banana espone alle radiazioni? Non perdetevi lo sfogo di un insegnante alle prese con gli effetti del bombardamento di cretinate di Voyager su questo e altri argomenti menagramo.

Terremoto e asse terrestre. Lo spostamento dell'asse terrestre di cui si parla molto in Rete e negli altri media è solo calcolato e non misurato, come spiega la NASA. Amedeo Balbi vi offre lo spiegone in italiano.

Giappone, radiazioni e omeopatia. Pensiero del giorno (ispirato da un tweet di Michael Neale): le radiazioni che arrivano negli USA sono dosi così basse che gli omeopati le dovrebbero consigliare come rimedio antiradiazioni.

2012, geniale trovata per fare soldi. Per soli 24 dollari e 49 cent potete comperarvi un bel biglietto di prima classe per l'astronave che vi porterà in salvo dalla catastrofe del 2012, con tanto di carta d'imbarco e tessera identificativa. Ma l'offerta di EscapeEarth2012 non è truffaldina: vi viene detto chiaro e tondo che si tratta di un pezzo di carta da mostrare come trovata agli amici. Ma viene anche garantito che vi verranno restituiti i soldi se acquistate un biglietto e non arrivate sani e salvi su un altro pianeta in caso di apocalisse nel 2012.

Religioni, estinzione predetta matematicamente in nove paesi? La notizia probabilmente approderà nei media italofoni tra qualche giorno, ma andiamoci piano. Intanto segnalo l'articolo della BBC e l'articolo scientifico dal quale parte l'idea.

Facebook: invito a party sfugge di mano, rispondono in duecentomila. Succede in Australia, dove una studentessa ha dovuto annullare la propria festa per il sedicesimo compleanno perché il suo invito, diffuso incautamente su Facebook dicendo che gli amici potevano a loro volta invitare gli amici e usando maldestramente le impostazioni di privacy di Facebook, le è esploso in faccia con la complicità del gruppo Anonymous. La polizia ha dovuto pattugliare la zona (Zdnet). 

Censure online. Una serie interessante di grafici e dati sui vari livelli di censura della Rete e sulle loro tecniche e motivazioni.

Libia e operazioni segrete intercettate dagli appassionati. Una fantastica dimostrazione di come sia facile, per un comune cittadino dotato di tempo e competenze, raccogliere informazioni un tempo riservate alle spie: in Olanda c'è chi intercetta i segnali radio e gli spostamenti dei voli militari italiani, statunitensi e britannici e pubblica i messaggi diffusi dagli aerei dedicati alla guerra psicologica (Wired.com).

Tron, cortometraggio fra primo e secondo film. The Next Day spiega molte cose e contiene un paio di chicche da intenditori. Lo trovate qui su Dailymotion.

Audio 3D? Un professore di fisica della Princeton University, Edgar Choueiri, offre dimostrazioni del suo innovativo sistema per generare una vera tridimensionalità dei suoni usando semplicemente un filtro software che (a suo dire) elimina il crosstalk. Non servirebbe rifare le registrazioni: quelle stereo vanno già bene. Da vedere (o sentire) per credere (BBC).

Messaggi segreti nel Samsung Galaxy Tab. Il tablet della Samsung ospita una bella collezione di silicon art: disegni annidati nello schema dei circuiti. C'è persino il draghetto Grisù insieme a Calimero (Chipworks).

2011/03/21

Quel profetico sonetto del Belli

Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it, dove però non è più disponibile, per cui lo ripubblico qui.

C'è chi lo intitola “Er Ber Paese” e c'è chi meno aulicamente ne usa il verso finale come titolo: “A noi ce sarveranno le mignotte”, ma è indubbio che il sonetto in romanesco attribuito a Giuseppe Gioachino Belli imperversa in Rete grazie alla sua vivace descrizione della situazione dell'epoca del poeta (1791-1863), che ricalca in modo impressionante quella odierna.

Mentre ch’er ber paese se sprofonna
tra frane, teremoti, innondazzioni
mentre che sò finiti li mijioni
pe turà un deficit de la Madonna
Mentre scole e musei cadeno a pezzi
e l’atenei nun c’hanno più quadrini
pè la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi
Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano
e le pensioni sò sempre ppiù basse
Una luce s’è accesa nella notte.
Dormi tranquillo popolo itajiano.
A noi ce sarveranno le mignotte.

Chiaroveggenza? Corsi e ricorsi storici? Un bel modo per dire in rima che in Italia non cambia mai niente e fare polemica politica? Ognuno è libero di interpretare come vuole il successo mediatico di questi versi, ma c'è un fatto di base che è uguale per tutti: il sonetto è un falso, nonostante venga presentato come autentico da una miriade di blogger e utenti di Facebook (e anche da Oliviero Beha) e lo si potrebbe scoprire facilmente, se solo si volesse, grazie agli strumenti della Rete.

Basta infatti consultare una buona enciclopedia per scoprire che Belli scrisse in tutto 2279 sonetti, principalmente fra il 1830 e il 1847, e una consultazione di Wikipedia permette di sapere che i sonetti sono interamente disponibili online per esempio su Intratext.com. Una rapida ricerca in questa raccolta non trova il sonetto sotto indagine.

Non solo: un'analisi letteraria trova nel sonetto una collezione di anacronismi e assurdità che tradiscono la natura moderna dei versi. L'indizio principale è il riferimento alle pensioni, che all'epoca del Belli non esistevano nell'accezione moderna di prestazione spettante per diritto ma erano un privilegio riservato a pochi. Ma ci sono molti altri elementi fuori dal tempo, lucidamente analizzati per esempio su Admodeo con ampi riferimenti specialistici.

Secondo un commento pubblicato su Osservatorio dei Laici, l'autore del falso sarebbe un certo “M.G.”, che avrebbe inviato il sonetto-burla via mail alla fine di novembre 2010 “a 24 tra parenti stretti ed amici”, indicandone chiaramente l'origine fasulla. “Poi tutto si è ampliato in progressione geometrica”, come accade spesso con le cose pubblicate in Rete, e s'è persa l'indicazione dello scherzo.

Quale che sia la provenienza del sonetto, il suo successo è una perfetta dimostrazione di uno dei fattori ricorrenti nelle bufale e nelle catene di Sant'Antonio: tendiamo a propagare le storie che si adattano ai nostri preconcetti. Il loro adattarsi alla nostra visione del mondo e il loro messaggio morale inibiscono la normale cautela che spingerebbe a verificare prima di pubblicare. In altre parole, tendiamo a inoltrare non tanto il vero, ma ciò che vogliamo che sia vero.

2011/03/19

Disinformatico radio di ieri

Terremoti e tsunami portano a truffe, UFO e virus


Ieri la puntata del Disinformatico radiofonico sulla Rete Tre della RSI (podcast disponibile temporaneamente qui) è stata dedicata al quarantennale del primo virus informatico, alle nuove impostazioni di sicurezza di Twitter, alle dicerie sul terremoto in Giappone causato da HAARP, agli allarmi UFO e nucleari fasulli relativi allo tsunami giapponese e alle truffe e trappole virali create dai criminali informatici per sfruttare l'emozione intorno a queste due catastrofi.

Ho inoltre completato l'indagine sul mio “avvistamento UFO” personale con un po' di foto che confermano l'ipotesi iniziale: sì, è un riflesso su un edificio, e alcuni di voi hanno anche identificato l'edificio specifico. Complimenti!

2011/03/18

Podcast RSI 2011/03/18 - I testi della puntata

Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.

Terremoti, tsunami e sciacalli

Internet si sta rivelando uno strumento prezioso per la disseminazione di informazioni riguardanti il terremoto e lo tsunami che hanno colpito il Giappone, ma è anche il veicolo di numerosi tentativi di truffa e d'inganno basati su questa catastrofe. C'è infatti chi specula sulle paure e le ansie diffuse.

I criminali informatici sfruttano sempre le notizie drammatiche come esca per le proprie trappole. Per esempio, occorre diffidare delle mail che parlano di video scioccanti provenienti dal Giappone: contengono link a pagine Web infettanti, secondo le segnalazioni della società di sicurezza Sophos, che raccomanda a ogni internauta di tenere aggiornato il proprio antivirus, installare gli aggiornamenti di sicurezza del proprio software e di consultare i siti delle testate giornalistiche per avere informazioni sul disastro.

La medesima fonte segnala in particolare Ibuzzu.fr, le cui pagine rubano i clic di Facebook facendo cliccare inconsapevolmente "Mi piace" sul video e quindi facendolo comparire nella bacheca Facebook degli utenti, che quindi sembrano promuoverlo e contribuiscono a diffonderlo ulteriormente.

Per gli utenti di Facebook c'è anche la trappola ruba-clic di un presunto video che mostrerebbe una balena scagliata dentro un edificio dallo tsunami: in realtà è solo un'esca per indurre a cliccare su un sondaggio, per il quale i criminali riceveranno un compenso. Date quindi un'occhiata al contenuto della vostra bacheca su Facebook e resistete alla tentazione di queste esche.

Tsunami giapponese, UFO e falsi allarmi

Oltre ai video e ai messaggi-esca concepiti per infettare il vostro computer o la vostra pagina Facebook sfruttando l'emotività legata alle notizie del disastro giapponese, il passaparola della Rete fa circolare allarmi e notizie senza fondamento.

Per esempio, si segnala (anche in italiano) un avvistamento ufologico in un video dello tsunami presente su Youtube. Ma il fantomatico “UFO”, come segnala con linguaggio colorito Photobuster, sito dedicato all'analisi tecnica delle immagini ufologiche, è semplicemente un elicottero: basta guardare il video originale, che è in alta definizione e mostra chiaramente il velivolo.

Ancora più inquietante e altrettanto fasulla è la mappa della diffusione della radioattività fino alle coste del continente americano che gira allegata a numerosi messaggi e viene presentata da alcuni siti (come Ecplanet o I Am Bored), asserendo che entro dieci giorni la costa occidentale degli Stati Uniti e del Canada verrebbe colpita da dosi letali di radiazioni pari a 750 rad, provenienti dalla centrale nucleare di Fukushima danneggiata dal sisma e dallo tsunami. La mappa include il logo dell' Australian Radiation Services, società australiana di monitoraggio delle radiazioni, ma il sito della società e il celebre sito antibufala Snopes.com avvisano che si tratta di un falso fabbricato da ignoti.

Anche altri canali di comunicazione stanno diffondendo bufale: la BBC ha dovuto smentire un SMS di istruzioni contro le radiazioni che le era stato attribuito. Alla smentita si sono associati Hoax-Slayer.com, UrbanLegends.com e le autorità delle Filippine, dove il falso allarme avrebbe causato panico in alcune scuole e un' impennata nelle vendite di Betadine, prodotto consigliato dalle istruzioni fasulle ma in realtà privo di qualunque efficacia contro le radiazioni nucleari.

I terremoti sono causati dagli apparati di HAARP?

Una delle dicerie più estreme circolanti in Rete a proposito del terremoto giapponese dell'11 marzo e dei terremoti in generale riguarda un loro presunto legame con le attività di HAARP, una installazione scientifica situata in Alaska che studia gli effetti delle onde radio sull'alta atmosfera. Girano allarmi su Facebook e altri siti dedicati al culto delle catastrofi (Ecplanet.com, Comedonchisciotte.org) secondo i quali il sisma sarebbe stato causato volontariamente dai militari statunitensi usando appunto l'installazione HAARP.

Secondo i dati scientifici, tuttavia, si tratta semplicemente di speculazioni sulla paura e sulla pelle dei morti in Giappone. Infatti le quantità di energia emesse da HAARP non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle di un terremoto: HAARP ha una potenza di emissione di circa 3,6 megawatt: un dato verificabile andando nelle vicinanze dell'installazione con un po' di strumentazione facilmente acquistabile (cosa che i vari catastrofisti si guardano bene dal fare). È poco più della potenza di emissione massima di alcune stazioni radio in onde lunghe (per esempio il trasmettitore di Roumoules in Francia) e meno di quella di una moderna locomotiva.

Invece un terremoto come quello avvenuto in Giappone (grado 9 sulla scala Richter) ha un'energia equivalente alla detonazione di 475 milioni di tonnellate di tritolo. Pensare che si possa scatenare con un trasmettitore radio come HAARP una catastrofe paragonabile all'esplosione simultanea di venticinquemila bombe atomiche come quelle che distrussero Hiroshima e Nagasaki pare perlomeno poco probabile.

Per chi volesse documentarsi con i fatti tecnici sull'argomento è disponibile un chiaro articolo su HAARP e sulle sue attività, scritto dall'astronomo Gianni Comoretto.

Twitter, come attivare la sicurezza contro le intercettazioni

Twitter, il social network minimalista che sta prendendo piede fra gli internauti come complemento o alternativa a Facebook, si è dimostrato particolarmente vulnerabile alle intercettazioni da parte di programmi come Firesheep, un'estensione gratuita di Firefox pensata proprio per rendere evidente una delle più serie vulnerabilità dei social network e di molti siti sociali e indurre i rispettivi gestori a prendere provvedimenti.

La vulnerabilità, chiamata session-jacking, permette di prendere temporaneamente il controllo di una sessione di un utente (per esempio quando si collega a Facebook per aggiornare la propria pagina attraverso una connessione senza fili Wifi), in modo da pubblicare messaggi al suo posto oppure cambiargli la password e quindi impadronirsi definitivamente del profilo dell'utente, accedendo a tutte le sue informazioni private, come è successo di recente ad Ashton Kutcher.

La soluzione è attivare la cifratura dell'intera sessione, come ha già fatto Gmail, che la impone automaticamente. Altri servizi, come Facebook e Hotmail, la attivano solo su richiesta dell'utente. Twitter, invece, non la offriva neanche come opzione, fino a pochi giorni fa, restando quindi altamente vulnerabile a meno che l'utente si ricordasse di accedere al servizio digitando HTTPS al posto di HTTP.

Ma Twitter ha annunciato martedì scorso che ha aggiunto l'opzione di cifratura automatica alle proprie impostazioni (è la voce Solo HTTPS nel menu Utenza) e che prossimamente spera di renderla predefinita, notando che l'applicazione ufficiale di Twitter per iPhone e iPad usa la cifratura automaticamente anche se non attivate quest'opzione.

La cifratura è indubbiamente utile, ma per il momento funziona con alcune limitazioni: dai browser di alcuni dispositivi mobili si attiva solo se si passa tramite https://mobile.twitter.com. Inoltre alcune applicazioni non ufficiali di Twitter per ora non la gestiscono, per cui chi le usa rimane facilmente intercettabile.

La regola semplice è evitare di usare Twitter su reti Wifi pubbliche: usarlo invece collegandosi a Internet tramite la rete telefonica cellulare riduce drasticamente il rischio d'intercettazione.

Il primo virus compie quarant'anni

Quarant'anni fa nasceva quello che per molti esperti è il primo virus informatico della storia. All'epoca quest'espressione non esisteva ancora (fu coniata nel mondo accademico da Fred Cohen nel 1984, anche se la letteratura di fantascienza la introdusse nel 1972 grazie a David Gerrold), ma indubbiamente il programma Creeper, scritto da Bob Thomas e Ray Tomlinson, aveva tutte le caratteristiche di un virus per computer.

Creeper prese il proprio nome da un personaggio del cartone animato Scooby Doo e fu disseminato a partire dal computer DEC PDP-10 usato dalla BBN Technologies il 17 marzo 1971, diffondendosi attraverso la rete informatica Arpanet (uno dei precursori di Internet) visualizzando sui terminali il messaggio "Sono Creeper, prova a prendermi!" ("I'm the Creeper, catch me if you can!") su tutti i computer dello stesso tipo (PDP-10 con sistema operativo TENEX) che riusciva ad infettare.

L'unica differenza di Creeper rispetto ai virus moderni era che quando infettava un computer si cancellava dal computer precedentemente colpito, per cui invece di moltiplicarsi in pratica saltava da un computer all'altro; inoltre non aveva uno scopo distruttivo o pratico, ma era una semplice dimostrazione del concetto.

Per assistere alla nascita del primo virus per personal computer bisogna arrivare al 1981, con Elk Cloner per Apple, scritto da Richard Skrenta. Il primo antivirus, invece, nacque proprio per debellare Creeper e si chiamava Reaper (da Grim Reaper, “tristo mietitore", nome anglosassone della personificazione della morte). Da allora il gioco di guardie e ladri fra virus e antivirus va avanti: c'è un bel grafico dell'evoluzione dei virus qui, e le varianti sul tema sono davvero innumerevoli. Sapevate che ci sono virus come Kenilfe che si propagano tramite il programma AutoCAD?

2011/03/17

Robot in fuga sulla ISS

Robonaut evade, Paolo Nespoli lo recupera


C'è l'unboxing, il rito di aprire per la prima volta la confezione di un nuovo gadget tecnologico, e poi c'è questo: la madre di tutti gli unboxing. Perché un conto è esaltarsi aprendo la scatola di un nuovo iPad o di un altro gingillo hi-tech a casa propria, un altro è farlo a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e avere da spacchettare un robot umanoide funzionante.

Pochi minuti fa è stato pubblicato (su Facebook, ahinoi) il video dell'apertura dell'imballo di Robonaut. Ma c'è una sorpresa inquietante. Ciliegina sulla torta: la richiesta del Controllo Missione di verificare se c'è qualche parentela con HAL.

HAARP causa i terremoti? È idiota come chiedersi se le scoregge causano gli uragani

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2011/03/24.

Due righe veloci a commento di tutte le assurdità senza pudore che mi state segnalando a proposito del presunto ruolo dell'installazione scientifica HAARP nel causare terremoti: una tesi idiota che solo un cretino o una persona in malafede può proporre per speculare sulla paura e sulla pelle dei morti in Giappone.

La ragione è molto semplice: le quantità di energia in gioco non sono nemmeno lontanamente paragonabili. HAARP ha una potenza di emissione di circa 3,6 megawatt: un dato che chi sostiene queste teorie potrebbe benissimo verificare, se davvero volesse fare chiarezza, andando nelle vicinanze dell'installazione con un po' di strumentazione facilmente acquistabile. È poco più della potenza di emissione massima di Radio Montecarlo in onde lunghe (trasmettitore di Roumoules; dati riferiti alla potenza dei trasmettitori).

Un terremoto come quello avvenuto in Giappone (9 sulla scala Richter) ha un'energia equivalente a 475 milioni di tonnellate di tritolo. Chiunque pensi che si possa scatenare con un trasmettitore radio come HAARP una catastrofe paragonabile all'esplosione simultanea di venticinquemila bombe atomiche come quelle che distrussero Hiroshima e Nagasaki è un illuso tanto quanto chi pensa di poter muovere le nuvole facendo una scoreggia.

Per chi volesse documentarsi con i fatti tecnici, invece di ripetere le chiacchiere degli sciacalli, c'è un ottimo articolo su HAARP dell'astronomo Gianni Comoretto.

Quindi, cari complottisti, cari Roberto Quaglia, Edoardo Capuano e altri menagramo assortiti, piantatela e abbiate un briciolo di rispetto. Non per la scienza, che dimostrate di non essere in grado di capire, ma almeno per le migliaia di morti.


2011/03/24


Roberto Quaglia ha replicato indirettamente al mio articolo additando un mio presunto errore fondamentale: l'aver usato il sito ufficiale di HAARP come fonte per il dato sulla sua potenza di emissione (“con quale geniale investigazione il Nostro ha scoperto che HAARP consuma solo 3,6 Megwatt [sic]? Consultando il sito ufficiale di HAARP”). Purtroppo omette di precisare che nel mio articolo avevo già ricordato ai dubbiosi che la potenza di HAARP è facilmente verificabile andando in loco con strumenti facilmente reperibili.

Quaglia preferisce citare come fonte della potenza di HAARP un articolo della rivista Popular Science, a suo avviso più affidabile di un sito ufficiale. Può anche darsi, e in effetti Popular Science gode di ottima reputazione fra le riviste scientifiche divulgative. Mi viene il dubbio che se HAARP fosse davvero un'arma top-top-top secret capace di generare terremoti, chi la comanda troverebbe il modo di manipolare anche Popular Science. Ma sorvoliamo.

L'articolo citato da Quaglia attribuisce a HAARP una potenza molto maggiore di quella indicata dal sito ufficiale: 1,7 gigawatt. Questo sembra contraddire il dato ufficiale. Purtroppo Quaglia non ha specificato che – come peraltro detto nel medesimo articolo di Popular Science – 1,7 gigawatt è la potenza irradiata effettiva, che semplificando è il prodotto della potenza alimentata all'antenna e del guadagno fornito dall'antenna stessa (dettagli). I 3,6 megawatt che ho citato io sono la potenza ai generatori (e quindi, sempre semplificando, ai trasmettitori). Quaglia sta confrontando pere con mele, insomma.

Non solo: la potenza ai generatori è indicata anche nell'articolo di Popular Science citato da Quaglia: “A bank of six 2.5megawatt, 3,600-horsepower diesel generators powers the IRI prototype”. Megawatt, non gigawatt.

Forse Quaglia ha preferito citare il dato dei gigawatt di potenza irradiata effettiva perché è più sensazionale e giustifica la sua argomentazione. Infatti scrive che “Se HAARP è in grado di sparare 1,7 Gigawatt nella ionosfera, non si può più considerare triviale la discussione se questo possa avere effetti di tipo sismico.” Invece la discussione è e resta triviale. Anche moltiplicando per circa 500 volte la potenza in gioco, come fa Quaglia, e dando per buone le sue cifre, il discorso non cambia: rispetto alle energie necessarie per scatenare un terremoto i gigawatt sono niente. Poi ci sarebbe da spiegare come un segnale radio in Alaska possa muovere la crosta terrestre in Giappone, ma questa è un'altra storia.

Per restare nel triviale, è come se qualcuno dicesse che l'idea di spostare le nuvole con un peto è un'evidente baggianata, ma magari cinquecento peti tutti insieme potrebbero farcela.

2011/03/14

11/9, ritrovamento “ufficiale” di esplosivo nelle Torri Gemelle

Trovato esplosivo nelle Torri, “ora è ufficiale”: notizia vecchia di due anni e sbufalata dagli stessi cospirazionisti


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Rispondo brevemente ai tanti che mi stanno segnalando la circolazione di una notizia intitolata “11 Settembre: ritrovato esplosivo nelle Torri, ora e’ ufficiale”, secondo la quale sarebbero state trovate “tracce di esplosivi di nano-termite” nei detriti del World Trade Center.

La vicenda è in realtà vecchia di almeno due anni ed è stata smentita addirittura dai sostenitori delle tesi di complotto. Non ha nulla di “ufficiale” e la rivista scientifica che ha pubblicato la presunta scoperta non è “una delle riviste più accreditate negli USA” e “rispettata all'interno della comunità scientifica”, come asserisce la notizia. È talmente rispettata che ha impact factor zero ed è uscita con tre soli numeri in quattro anni, saltando del tutto la pubblicazione nel 2010. Per una ragione molto semplice: accettava anche articoli composti da parole senza senso. Bastava pagare.

Se vi interessano i dettagli, sono qui su Undicisettembre.info.

2011/03/13

Dibattito sulle “scie chimiche” annullato

Forfait degli sciachimisti: il faccia a faccia di Milano non si fa


Per il 20 marzo prossimo era previsto un faccia a faccia fra me e Tom Bosco sul tema delle “scie chimiche” presso la Libreria Esoterica, ma Bosco ha rinunciato all'incontro, per dirla con le parole dell'ufficio stampa di Nexus Edizioni, “a causa di problemi organizzativi di varia natura, non dipendenti dalla nostra volontà”.

Altri sostenitori della tesi delle “scie chimiche” sono stati contattati per sostituirlo, ma nessuno si è reso disponibile. Mi piacerebbe moltissimo raccontarvi i dettagli di questa vicenda e le motivazioni del forfait, ma si tratta di corrispondenza privata, quindi non chiedetemeli.

Come ho già detto agli organizzatori, resto a disposizione di chiunque voglia intavolare un dibattito alla pari sul tema delle “scie chimiche”. Forza, gente, fatevi avanti: non avrete mica paura di zio Paolo?

Disinformatico radio di venerdì

I temi del Disinformatico radiofonico


È disponibile temporaneamente il podcast della scorsa puntata del Disinformatico dedicata alla campagna contro Internet Explorer 6 indetta da Microsoft, all'evoluzione dei prezzi per gigabyte dei dischi rigidi, ai mega aggiornamenti di Apple che lasciano indietro gli utenti dei "vecchi" iPhone e iPod touch, alla disfida dei browser Pwn2own e alle catastrofi profetizzate per il 19 marzo a causa della "Superluna" e tragicamente smentite dal terremoto e tsunami in Giappone.

A proposito delle tesi sulla "Superluna" che avrebbe causato il disastro giapponese, leggete la spiegazione della NASA (in sintesi, la Luna non è e non sarà più vicina alla Terra di quanto non lo sia già stata in passato tante volte e quindi non c'è motivo di pensare ad effetti differenti da quelli consueti); c'è anche quella del CICAP su Queryonline. Cito giusto una riga: "Quando il terremoto in Giappone ha colpito, la scorsa notte, la Luna era a circa 400.000 km di distanza. Quindi non solo non era al suo punto più vicino, era effettivamente più distante di quanto non sia in media." Capito, giornalisti sensazionalisti e astrologi menagramo?

2011/03/11

Bizzarra mostra antipsichiatria a Lugano

Lugano, strana mostra contro la psichiatria del “Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani”. O dovremmo dire Scientology?


Nei giorni scorsi in giro per Lugano si sono visti degli strani poster che parlavano di “verità sugli abusi” della psichiatria e reclamizzavano una mostra tenuta al Palazzo dei Congressi. Nel poster e nei volantini era indicato il link www.cchr.org/it, che porta al sito multilingue del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani. O, per usare la versione inglese, la Citizens Commission on Human Rights. Che è un'organizzazione sponsorizzata da Scientology. Ma di quest'affiliazione controversa non c'erano indicazioni esplicite e facilmente rilevabili nella mostra e non ce n'erano del tutto nei manifesti e nei volantini.

Non è la prima volta che Scientology si presenta da queste parti usando espedienti o nomi alternativi per non farsi identificare: nel 2009 avviò una campagna pubblicitaria “Dico No alla droga, dico Sì alla vita” sugli autobus cittadini tramite la Fondazione Futura, i cui legami con Scientology furono rivelati fra molte polemiche da La Regione Ticino (Ticinonline, 19/9/2009; Ticinonline, 21/9/2009; Ticinonline, 23/9/2009). Altri nomi associati alla vicenda e indicati come emanazioni di Scientology sono la Foundation for a Drug Free World, Associazione Dico No alla Droga Dico Sì alla Vita e Associazione per un'Applicazione Pratica dello Studio (Registro del Commercio). La risposta del Consiglio di Stato a un'interrogazione indica inoltre la presenza di Scientology nell'associazione Vita Migliore.

A ottobre 2010 Scientology si è iscritta ad Artecasa, che è una fiera dell'arredamento, suscitando clamore in chi non si aspettava di trovare una “setta” (sic) fra gli espositori (Ticinonline, 26/10/2010).

Nei dati pubblici del Registro del Commercio ticinese sono registrate la Chiesa di Scientology Missione di Lugano (CH-514.6.013.879-4) e Scientology Centro di Filosofia Religiosa Applicata (CH-500.6.002.520-6).

La già citata risposta del Consiglio di Stato, pur sottolineando il diritto inviolabile alla libertà religiosa, contiene questo paragrafo interessante:

In Svizzera vi sono state in passato controversie sul presunto carattere pericoloso della Chiesa di Scientology. Nel 1998 e nel 2000 il Dipartimento federale di giustizia e polizia ha redatto due rapporti all'attenzione della Commissione consultiva in materia di protezione dello Stato, i quali hanno concluso che non sussistono indizi per dimostrare che la Chiesa di Scientology tenterebbe di infiltrare le strutture dello Stato e che pertanto non vi sarebbero i presupposti per raccomandare una sorveglianza preventiva da parte degli organi di polizia.

I metodi di reclutamento e di proselitismo hanno attirato l'attenzione dell'opinione pubblica elvetica e hanno indotto alcuni cantoni a muoversi in una direzione restrittiva. Il Tribunale federale è intervenuto in alcuni casi sull'uso dello spazio pubblico per scopi pubblicitari. Nel 1999 ha respinto un ricorso inoltrato dalla Chiesa di Scientology contro una disposizione introdotta nel Canton Basilea Città, dando ragione al cantone che ha previsto la punibilità di chi avvicina o cerca di avvicinare passanti in luoghi pubblici servendosi di metodi ingannevoli o sleali (DTF 125 I 369). Nel 2000 ha allentato una disposizione di legge troppo restrittiva della Città di Zurigo, precisando che un divieto generalizzato delle campagne pubblicitarie su suolo pubblico era da considerarsi sproporzionato (DTF 126 I 133).

Può sorprendere l'accenno all'“infiltrare le strutture dello Stato”, ma c'è un precedente: l'Operazione Biancaneve, in cui Scientology, negli anni Settanta, tentò di infiltrarsi nelle ambasciate, nelle agenzie e nel governo statunitense con circa 5000 agenti (United States Court of Appeals for the District of Columbia against Mary Sue Hubbard, Henning Heldt, Jane Kember et al.).

I metodi discutibili della Chiesa di Scientology hanno attirato l'attenzione di molti giornalisti: guardate il pedinamento e la vessazione subiti da un giornalista della BBC (video più esteso qui) o leggete l'approfondita indagine di Lawrence Wright per il New Yorker.

Si può argomentare che Scientology, in quanto religione, ha diritto di esistere. Ma quando una religione organizza pedinamenti e provocazioni, usa associazioni di copertura per non far emergere il proprio nome, porta Tom Cruise a registrare video deliranti come questo, e sostiene di conferire superpoteri ai propri adepti purché paghino laute cifre, è diritto di ogni cittadino porsi delle domande in proposito ed esigere trasparenza.

È un diritto che diventa dovere se poi una religione arriva ad organizzare – senza presentarsi per nome, ma usando associazioni-paravento – costose affissioni ed esposizioni nelle quali afferma che “gli psichiatri (e gli psicologi, a loro accomunati) «inventa­no» sempre nuovi disturbi essenzialmen­te allo scopo di «vendere» le loro cure (inef­ficaci ed eticamente riprovevoli), facen­do guadagni favolosi; per ampliare la lo­ro presa sull'umanità, gli psichiatri han­no inventato o sostenuto teorie pseudo­scientifiche - il darwinismo etico, l'eu­genetica, il razzismo - e hanno così con­tribuito ampiamente all'«olocausto» e all'«apartheid», alla pulizia etnica nei Bal­cani e (cosa che finora mi era sfuggita) al­l'attacco alle torri gemelle del 11.9. Que­sto perché il «numero 2» di Al Qaida, Ay­man Al Zawahiri, è un medico egiziano che «ha studiato psicologia»” (Corriere del Ticino, 9 marzo 2011).

Quelle che seguono sono alcune fotografie (cliccabili per ingrandirle) della mostra organizzata da Scientology a Lugano. Le pubblico per diritto di cronaca ad esposizione conclusa in modo che si possa documentare che cosa afferma Scientology. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questa breve indagine.



























Podcast RSI 2011/03/11 - I testi della puntata

Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.

Campagna contro Internet Explorer 6... targata Microsoft?

Smettete di usare Internet Explorer 6: una richiesta che arriva da una fonte apparentemente improbabile, ossia Microsoft. C'è infatti una campagna autentica, da parte di Microsoft, per indurre gli utenti a sbarazzarsi di un programma di navigazione nato quasi dieci anni fa e ormai ampiamente obsoleto e incompatibile con gli attuali standard di sicurezza e di composizione delle pagine Web.

Microsoft non ne può più di supportare un programma così vecchio (anche perché ha pubblicato due versioni successive molto più aggiornate) e i creatori di siti Web sono stufi di dover progettare le pagine dei siti in modo da gestire le idiosincrasie di IE6. Così è nata la campagna IE6 Countdown, il cui obiettivo è portare al di sotto dell'11% l'uso di IE6, attualmente fermo al 12% a livello mondiale.

Il sito offre anche una classifica dei bravi e cattivi: in cima ai ritardatari c'è la Cina (34,5%), mentre i più bravi sono i norvegesi (0,7%). La Svizzera si piazza al 3,9%: un dato al di sotto della media mondiale, ma comunque da migliorare. Datevi da fare e spargete la voce: come dice Microsoft, gli amici non lasciano che gli amici usino Internet Explorer 6.

Prezzi dei dischi rigidi, cronologia shock

Fra gli informatici è molto nota la cosiddetta Legge di Moore, secondo la quale il numero di transistor che si possono realizzare su un circuito integrato raddoppia grosso modo ogni due anni e con esso aumentano le prestazioni dei nostri computer. La legge, formulata nel 1965 da Gordon Moore, cofondatore di Intel, si è rivelata sorprendentemente valida e longeva.

È forse meno nota un'altra legge informatica, la Legge di Kryder, in base alla quale la densità di memorizzazione dei dischi rigidi raddoppia ogni anno. La legge prende il nome da Mark Kryder, ex presidente per la ricerca e principale responsabile tecnico della Seagate.

Anche questa legge si è dimostrata valida negli ultimi anni, e l'aumento di densità è stato accompagnato da un calo dei prezzi altrettanto vivace. C'è chi, come Matt Komorowski, ha tracciato l'andamento dei prezzi per gigabyte dal 1980 in poi e ha scoperto che negli ultimi trent'anni la capacità è raddoppiata, a parità di costo, ogni 14 mesi ed è aumentata di un ordine di grandezza ogni 48 mesi.

Per esempio, nel 1980 un disco rigido da 26 megabyte costava 5000 dollari, pari a 193.000 dollari per gigabyte; nel 1990 il prezzo al gigabyte era sceso a 9000 dollari; nel 2000 era precipitato a 19 dollari, e oggi un gigabyte è arrivato a sette centesimi di dollaro. Mica male.

Aggiornamento mega per Apple; iPhone vecchi a bocca asciutta

Utenti Apple, aggiornatevi se potete: è uscita la versione 4.3 di iOS, il sistema operativo di iPod touch, iPhone e iPad che rattoppa varie falle di sicurezza definite "critiche". In un caso bastava un'immagine in formato TIFF appositamente confezionata per causare danni.

Il problema è che l'aggiornamento gratuito non è disponibile per chi ha iPhone precedenti al 3GS e iPod touch non recenti (versioni precedenti alla terza generazione), che quindi restano vulnerabili a una semplice visita a un sito Web ostile.

L'aggiornamento massiccio (pesa mezzo gigabyte) si installa tramite iTunes, secondo la consueta prassi di Apple, e offre varie funzioni molto desiderabili, come il tethering e l'hotspot personale. Degna di nota l'introduzione dell'obbligo di reimmettere la password per gli acquisti fatti all'interno delle applicazioni, in modo da evitare soprattutto ai bambini di addebitare spese senza rendersene conto.

Contemporaneamente è stata pubblicata la nuova versione di Safari, la 5.0.4, che risolve altri problemi di sicurezza per i computer Apple (ben 62 falle). L'aggiornamento dovrebbe avvenire in modo automatico.

La disfida dei browser, edizione 2011

Strage di browser, e non solo, al consueto appuntamento annuale Pwn2Own del CanSecWest, la gara di sicurezza informatica che si tiene ogni anno a Vancouver. Gli esperti di sicurezza si cimentano nell'impresa di violare la sicurezza dei principali programmi di navigazione per computer e telefonini semplicemente usandoli per visitare un sito appositamente confezionato: se ce la fanno, il computer o telefonino diventa loro insieme a un premio in denaro. In cambio devono mantenere segreta la tecnica usata per vincere e passarne i dettagli alle aziende produttrici di software affinché rimedino alla vulnerabilità.

Anche quest'anno il bilancio non è rassicurante. Charlie Miller, già vincitore di altre edizioni della gara, è riuscito a violare la sicurezza dell'iPhone, rubandone la rubrica degli indirizzi attraverso una falla di Mobile Safari. La falla esiste nella versione 4.2.1 del software dell'iPhone ed è rimediata dall'aggiornamento alla versione 4.3, che è già disponibile.

Stephen Fewer ha bucato la sicurezza di Internet Explorer 8 su Windows 7 con Service Pack 1 e si è aggiudicato 15.000 dollari e il laptop usato come bersaglio. Safari di Apple è crollato in cinque secondi su un Mac dotato di Mac OS X aggiornatissimo, e anche il Blackberry è andato in tilt grazie all'attacco confezionato da Vincenzo Iozzo, Willem Pinckaers e Ralf Philipp Weinmann.

Google Chrome, Firefox e Android se la sono cavata indenni nonostante il premio di 20.000 dollari offerto da Google per chi fosse riuscito a compromettere la sicurezza di un PC con Windows 7 attraverso Chrome. Nessuno si è presentato alla sfida per Chrome, probabilmente grazie al rattoppo massiccio pubblicato da Google all'ultimo minuto.

Come se non bastasse, Nico Golde e Collin Mulliner hanno dimostrato l'SMS della morte, capace di mandare in tilt temporaneamente o definitivamente buona parte dei telefonini "normali" (non smartphone) semplicemente mandandogli un messaggino.

Fonti aggiuntive: ZDNet, Mygadgetnews, Ibtimes, The Register, Ars Technica, Threatpost.

Lunageddon: La Luna sarà più vicina il 19 marzo, causerà disastri?

Non sorprendetevi se la prossima Luna piena, prevista per il 19 marzo, vi sembrerà più grande del solito: lo sarà veramente. La distanza fra la Terra e la Luna, infatti, non è fissa, ma varia ogni mese secondo un ciclo ben conosciuto. La Luna piena del 19 marzo avverrà quando il nostro satellite sarà al perigeo, ossia alla distanza minima da noi (circa 356.000 chilometri), e questa coincidenza produrrà una differenza di dimensioni visibile ad occhio nudo.

Naturalmente ci sono i menagramo che temono che questa vicinanza inconsueta causi terremoti, eruzioni e sconquassi d'ogni sorta e parlano di “superluna" e "Lunageddon", notando che vicinanze analoghe durante la Luna piena si sono verificate nel 1955, nel 1974, nel 1992 e nel 2005: tutti anni nei quali si sono verificati cataclismi. Per esempio, dicono, lo tsunami devastante che colpì l'Indonesia nel 2005 avvenne due settimane prima di una "superluna".

Ma un'occhiata a un buon sito di astronomia ridimensiona l'allarme: non fa alcuna differenza se la massima vicinanza avviene durante la Luna piena o durante un'altra fase lunare, e vicinanze simili a quella del 19 marzo prossimo avvengono ogni mese. Quella che avverrà fra pochi giorni è la massima degli ultimi 18 anni, ma non è un record particolarmente spettacolare.

Infatti il calcolatore di distanze massime e minime della Luna presso Fourmilab.ch chiarisce che il 19 marzo la Luna sarà più vicina alla Terra soltanto di circa 1700 chilometri rispetto alla sua massima vicinanza precedente, quello del 19 febbraio scorso. Inoltre si tratta di 1700 chilometri rispetto a una variazione mensile di circa 49.000 chilometri (fra 407.000 e 356.000 chilometri): poca cosa, insomma. Inconstant Moon offre un disegno in scala del sistema Terra-Luna che chiarisce visivamente questa variazione.

In realtà i cataclismi avvengono purtroppo in continuazione, ed è facile trovare coincidenze con qualunque fenomeno periodico. Il massimo che ci si può attendere, secondo gli astronomi, è una marea leggermente più pronunciata.

2011/03/09

Social engineering EPIC FAIL

Cercano di rubare i dati personali per telefono. A Kevin Mitnick


Dal Twitter di Kevin Mitnick di pochi minuti fa (se non sapete chi è, sappiatelo):

"Una rimbambita chiama da Skype il mio cellulare e finge di essere una che emette carte di credito e me ne offre una"
"Ha insistito sulla mia data di nascita per DIMOSTRARE che ho almeno 18 anni. Le ho detto che dovevo guardare la mia patente perché mi ero dimenticato la mia data di nascita"
"E mi ha pure ringraziato per il mio tempo... HAHAHAHAHHAHAHAHA"
"Ho registrato la chiamata. Potrei pubblicarla da qualche parte se ho tempo"
"Controllerò con il mio avvocato per sapere se la posso pubblicare... non voglio finire sotto processo"

Darei molto per sentire quella chiamata.

1 aprile 2011, erbe medicinali vietate nell’UE?

Appello per fermare la direttiva UE contro le medicine naturali


Circola da un po' di mesi un appello che mette in guardia contro l'avvento di una temibile direttiva europea che consegnerebbe a Big Pharma il potere di vietare ogni prodotto medicinale alternativo. Vietato anche insegnare o scrivere di terapie basate su piante e simili. Finalmente ho trovato il tempo di fare l'indagine: la trovate qui su Wired.

Ho appena visto un UFO

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2011/03/18.

Vi ricordate la vicenda dell'UFO di San Nicola Manfredi? Un gruppo di ufologi ha rifiutato l'ipotesi che si trattasse di un riflesso del sole su una finestra distante. Ma pochi minuti fa, mentre seguivo l'atterraggio dello shuttle Discovery, ho avuto anch'io il mio avvistamento. Uguale uguale. Guardate infatti qui sotto:

È un dettaglio della fotografia qui sotto, scattata con una Canon EOS 550D e un obiettivo 50mm f/1.8. Purtroppo il fenomeno è durato una manciata di minuti ed è scomparso prima che finissi di montare un teleobiettivo. I dati EXIF indicano le 18:58 come ora di scatto perché non ho corretto per l'ora legale, ma l'ora effettiva era le 17:58.


Come potete notare dalla fotografia intera, apparentemente non c'era sole e il cielo pareva coperto, ma in realtà il cielo era coperto da foschia nella mia zona, appena fuori Lugano, ma le montagne lontane erano illuminate dal sole, come si poteva scorgere a occhio nudo e si può notare in questa elaborazione:

Tanto per darvi un'idea della geografia della zona, questa è la mappa. Io stavo a Barbengo e guardavo in direzione nord-est. Devo ancora localizzare con certezza la fonte del riflesso, ma dovrebbe situarsi verso il Monte Bar: chiedo aiuto ai nativi. Se fosse sul Monte Bar, si troverebbe a circa 17 chilometri di distanza, ma è possibile che si trovi sulle colline antistanti.

Questa è una foto di maggio 2010 presa dalla stessa posizione e nella medesima direzione:

È la visuale dalla finestra del mio ufficio al Maniero Digitale, per cui ce l'ho sott'occhio tutti i giorni. Eppure è la prima volta che noto un riflesso del genere: segno che occorre un'angolazione molto specifica del sole per ottenere l'effetto. Domani, tempo meteorologico permettendo, proverò a fotografare la zona con un teleobiettivo potente.

Naturalmente, a differenza di quanto fanno certi (f)ufologi, tutti i dati e le immagini originali saranno a disposizione di tutti su semplice richiesta.


Aggiornamento. Paolo "Photobuster" Bertotti ha preparato un montaggio delle due foto che permette di localizzare meglio la sorgente luminosa. Tiziano R. ha fatto un'analisi e ipotizza che si tratti dell'Alpe Musgatina, facilmente reperibile in Google Earth.


2011/03/18


Ho approfittato della bella giornata di sole per fare un po' di foto e posso confermare la teoria di Rodri e Marmota: il riflesso coincide esattamente con un edificio che dovrebbe essere l'Alpe Musgatina (mappa), a circa 16 chilometri di distanza in linea d'aria.

Qui vedete la sovrapposizione in trasparenza della foto con il riflesso e di una fotografia scattata dalla medesima posizione con un teleobiettivo da 650 mm (gentilmente prestato da Andrea Tedeschi).



Direi che il caso è chiuso ed è una buona dimostrazione di come si dovrebbe realmente fare un'indagine su un avvistamento misterioso invece di esaminare pixel deformati. Grazie a tutti per aver collaborato!

Rientro dello Shuttle Discovery

In diretta in HD il rientro della navetta spaziale Discovery


Mancano pochi minuti all'accensione dei motori per far scendere dall'orbita terrestre la navetta Discovery. Descriverò le fasi salienti dell'operazione via Twitter. Se volete una risoluzione ancora maggiore per il video, andate al link diretto qui.


Video originale su Ustream

Antibufala: erbe medicinali vietate nell’UE dal primo aprile!

Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it, dove ora non è più disponibile, per cui lo ripubblico qui.

Da alcuni mesi circola in Rete, via mail e Facebook, un allarme per una direttiva dell'Unione Europea che avrebbe conseguenze catastrofiche per le terapie basate su erbe e rimedi naturali. Nell'allarme, di cui trovate molte copie online, si afferma che “La Comunita' Europea dal 2011 vuole cancellare la liberta' di scelta di come ci si vuole curare... sara' proibito qualsiasi insegnamento di terapie alternative!”.

Sempre secondo l'appello, “dal 1 aprile 2011 tutte le erbe medicinali diventeranno praticamente illegali nell'Unione Europea” grazie alla “European Directive on Traditional Herbal Medicinal Products (THMPD)”: saranno proibiti “tutti i preparati fino ad oggi chiamati integratori alimentari”. Inoltre saranno chiuse “tutte le scuole omeopatiche ed altre scuole di terapie naturali” e sarà vietata “la vendita di libri riguardanti terapie erboristiche, fitoterapiche e di oligoelementi”.

L'appello rimanda a una petizione in inglese su Ipetitions.com, che accusa l'UE, il governo britannico, l'establishment medico e i media nazionali di aver volutamente tenuto all'oscuro la popolazione. Dietro tutto l'affare ci sarebbe l'industria farmaceutica, ansiosa di bloccare il successo delle terapie alternative. Niente paura: tutto è rimediabile, secondo l'appello, raccogliendo 35 milioni di firme (o, più correttamente, di adesioni online). Finora, però, la petizione è arrivata solo a quota 103.000 adesioni. E c'è un altro problema: visitando il sito dell'erboristeria che ha avviato la petizione si scopre una pagina che chiarisce che la petizione è aperta soltanto ai cittadini britannici (“This petition is valid for UK citizens and Ex-Pats only... EU members and the International community must not sign this petition unless you have UK Citizenship”).

Ma esiste questa direttiva così liberticida? Sì, esiste, anche se l'appello si guarda bene dal fornire un riferimento per consultarla. Per fortuna basta una rapida ricerca negli archivi pubblici dell'Unione Europea per trovarla: è la direttiva 2004/24/CE con la relativa direttiva di modifica 2004/27/CE. Il tutto è disponibile anche in italiano.

Leggendo la direttiva si scopre che non vieta affatto l'insegnamento delle terapie alternative o la vendita di libri sull'argomento e non impone la chiusura delle scuole di omeopatia o terapie naturali, come asserisce l'appello. Più semplicemente, qualunque prodotto vegetale tradizionale che voglia essere venduto come medicinale nell'UE dovrà rispettare le stesse regole di qualità e trasparenza e le stesse garanzie di sicurezza ed efficacia che pretendiamo dai medicinali prodotti in laboratorio dalle società farmaceutiche. Se un prodotto non viene venduto come medicinale ma viene offerto come integratore alimentare o alimento, non ricade nell'ambito di questa direttiva.

In altre parole, le erbe medicinali non verranno affatto rese illegali dal primo aprile e non sarà necessario rivolgersi a un pusher per procurarsi un po' di salvia o di menta. Come capita spesso, l'appello cavalca i pregiudizi di chi teme grandi complotti da parte dei poteri forti e del Nuovo Ordine Mondiale (citato persino dall'estensore dell'appello originale).

Prima che qualcuno insinui che sto difendendo Big Pharma, suggerisco la lettura del comunicato stampa della Federazione Erboristi Italiani, che non a caso s'intitola “Quanto allarmismo!”. Parole sante.