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2003/04/20

[IxT] #2003-033 (20/4/2003).Tassa SIAE sui CD, non è una bufala

-- Problemi di numerazione?
-- Tassa SIAE sui CD, non è una bufala
-- La grande truffa dei dialer
-- Antibufala: la campagna Aquaplastics

Problemi di numerazione?

Se vi siete accorti che la newsletter ha fatto un saltino nella numerazione, passando da 031 (la precedente) a 033 (questa), niente panico: è semplicemente un mio disguido nella numerazione dei messaggi. Non avete perso nulla. Nel dubbio, comunque, trovate gli archivi della newsletter sul mio sito www.attivissimo.net.

Tassa SIAE sui CD, non è una bufala

Vorrei tanto potervi dire che è uno scherzo, ma non lo è. Ricordate l'appello della rivista AF Digitale, che alcuni mesi fa annunciava il rischio di un balzello sui CD vergini? L'indagine antibufala originale è qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/afdigitale.htm


Purtroppo non è una bufala. Il decreto esiste ed è stato approvato: è il decreto legislativo 9 aprile 2003, n.68, "Attuazione della direttiva 2001/29/CE sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella societa' dell'informazione", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 87 del 14-4-2003, Suppl. Ordinario n.61. Entrerà in vigore il 29 aprile 2003. Secondo AF Digitale, che ha diramato una circolare per annunciare l'approvazione, si pagheranno ad esempio 0,29 euro per i CD audio registrabili e 0,23 euro per i CD dati.

Da questo decreto non si salvano i supporti audio analogici (0,23 euro per ogni ora di registrazione), i minidisc (0,29 euro/ora), le memorie flash per i lettori MP3 e simili (0,36 euro per 64 megabyte), le videocassette (0,29 euro per ciascuna ora di registrazione) e i DVD registrabili (0,87 euro per 4,7 GB). Si paga inoltre un balzello sugli "apparecchi esclusivamente destinati alla registrazione analogica o digitale audio o video" (escludendo quindi forse i masterizzatori), pari al: 3 per cento dei relativi prezzi di listino al rivenditore.

Presso il sito di AF Digitale (http://www.afdigitale.it) trovate i punti salienti del decreto.

Qualcuno dovrebbe farmi la cortesia di spiegarmi perché mai io, utente onesto che uso i CD registrabili soltanto per masterizzare i backup dei miei dati e per fare una copia dei miei CD audio da tenere in auto (in modo da non perdere gli originali in caso di danneggiamento o furto), devo pagare una tassa antipirateria. Non ho piratato un bel nulla.

E' come se si facessero pagare le multe per eccesso di velocità spalmandole su tutti gli automobilisti e includendole nel bollo. Va a farsi benedire la presunzione di innocenza che, mi pareva, dovrebbe essere alla base del vivere civile.

Resta solo un rimedio: fare incetta di CD vergini prima del 29 aprile 2003, sempre che i negozi non abbiano già aumentato i prezzi. C'è chi pensa di andare a fare acquisti all'estero, nei paesi europei in cui queste idiozie non si fanno (alla faccia dell'Europa unita), ma attenzione: potrebbe essere considerato illegale importare CD che non hanno pagato il balzello. Come si potrà controllare questa importazione parallela, che farà sicuramente la fortuna di tante aziende estere a discapito di quelle italiane, non è dato saperlo. Come si farà a distribuire il ricavato di questa imposta fra gli artisti danneggiati dalla pirateria musicale (sarebbe questa la ragione ispiratrice del decreto) è altrettanto inconoscibile.

L'unica consolazione, per così dire, è che viene sancito ufficialmente il sacrosanto diritto alla copia privata per uso personale: l'articolo 9 infatti dice:
"[…] È consentita la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi su qualsiasi supporto, effettuata da una persona fisica per uso esclusivamente personale, purché senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali […]". In altre parole, farsi una copia dei propri CD e DVD è legale, se la copia è per uso personale.

Ma attenzione: secondo l'articolo 26 è vietato scavalcare eventuali sistemi "efficaci" anticopia (e su quell'"efficaci" calerei un velo pietoso), per cui è illegale duplicare i CD anticopia attualmente in circolazione se la copia scavalca il sistema anticopia. E' consentita invece la copia analogica, a patto che non scavalchi il sistema anticopia: dice infatti AF Digitale che "viene poi perseguito, tra gli altri, chi: 'fabbrica, importa, distribuisce, vende, noleggia, cede a qualsiasi titolo, pubblicizza per la vendita e il noleggio, o detiene per scopi commerciali, attrezzature prodotti o componenti ovvero presta servizi che abbiano la prevalente finalità o l'uso commerciale di eludere efficaci misure tecnologiche (di protezione, ndr), ovvero siano principalmente progettati, prodotti, adattati o realizzati con la finalità di rendere possibile o facilitare l'elusione di predette misure.'"

Nel contempo, la copia analogica è consentita, e anzi _deve_ essere possibile, secondo quanto indicato dall'articolo 9: "I titolari dei diritti sono tenuti a consentire che, nonostante l'applicazione delle misure tecnologiche di cui all'art. 102-quater, la persona fisica che abbia acquisito il possesso legittimo di esemplari dell'opera o del materiale protetto, ovvero vi abbia avuto accesso legittimo, possa effettuare una copia privata, anche solo analogica, per uso personale, a condizione che tale possibilità non sia in contrasto con lo sfruttamento normale dell'opera o degli altri materiali e non arrechi ingiustificato pregiudizio ai titolari dei diritti."

Complimenti, ancora una volta, al Sublime Legislatore.

La grande truffa dei dialer

C'è una vasta categoria di appelli circolanti in Rete, e di banner pubblicitari presenti nelle pagine Web, la cui falsariga è un invito a visitare un sito, con la promessa apparentemente innocente di poter partecipare a un referendum/sondaggio oppure, più maliziosamente, di poter scaricare gratuitamente suonerie, musica commerciale o pornografia.

Per esempio, in occasione del conflitto in Iraq (aprile 2003) è circolato questo invito:

UN CLIC PER LA PACE...
O PER LA GUERRA?
Partecipa al nostro sondaggio!
Per eliminare Saddam è giusto scatenare
una GUERRA?
SI   NO

Attenzione! Non abboccate a questi inviti. Infatti entrambe le risposte, lungi dal contribuire a un sondaggio, portano alla stessa pagina Web, progettata in modo da scaricare automaticamente sul computer della vittima un cosiddetto dialer: un programma che altera i parametri della vostra connessione a Internet, cambiandone soprattutto il numero telefonico.

Altri siti usano altre "esche" più o meno erotiche oppure la promessa di scaricare musica o suonerie per cellulari, ma il concetto è sempre lo stesso: indurre in qualche modo l'utente a visitare una pagina dalla quale scaricare, più o meno consapevolmente, un dialer.

La truffa nasce dal fatto che il dialer riprogramma il vostro computer in modo da chiamare un numero a pagamento (prefisso 899 e simili), ben più salato del numero telefonico normale che usate per collegarvi a Internet. E soprattutto, nella maggior parte dei casi, lo riprogramma di nascosto, o perlomeno senza avvisarvi in modo chiaro del maggior costo che sosterrete.

Alcuni siti vi chiedono esplicitamente di scaricare ed eseguire "un piccolo programma" che permetterà di accedere ai loro "servizi particolari": non abboccate, è sicuramente un dialer. Altri siti, più subdolamente, creano pagine Web che scaricano ed eseguono automaticamente il dialer, senza che dobbiate scaricarlo ed eseguirlo manualmente.

Esistono infatti delle note vulnerabilità nei programmi più diffusi (Microsoft Internet Explorer, Microsoft Outlook, Microsoft Windows) che consentono a un sito o a un utente ostile di indurre il computer della vittima a scaricare ed eseguire un programma (in questo caso, un dialer) senza che l'utente se ne accorga e spesso senza che l'utente faccia altro che visualizzare un e-mail o una pagina Web appositamente confezionata. Se volete saperne di più, i siti Internet dedicati alla sicurezza sono strapieni di dettagli tecnici.

Molte di queste vulnerabilità non sono rilevabili dai comuni antivirus, per cui la presenza dell'antivirus aggiornato sul vostro computer non deve darvi una sensazione di falsa sicurezza. Gli unici rimedi contro questi sistemi truffaldini sono i soliti, ben noti a chi ha a cuore la propria sicurezza informatica:

1. Non scaricare mai da Internet nulla di cui non si sia assolutamente sicuri
2. Se un'offerta è troppo bella per essere vera, probabilmente c'è sotto una fregatura
3. Non usare programmi notoriamente vulnerabili: esistono altri programmi più sicuri (Opera, Mozilla, Pegasus, Eudora, The Bat!...)
4. Non usare Windows, dato che i dialer sono realizzati soltanto per Windows

Sono immuni da questo raggiro gli utenti che non usano una connessione telefonica per accedere a Internet e usano invece una connessione ADSL o in fibra ottica o la rete informatica aziendale, purché non abbiano il filo del telefono collegato al computer per altri motivi (ad esempio perché usano il PC come segreteria telefonica o per mandare e ricevere fax).

Ricordate che potete rivolgervi gratuitamente a Telecom Italia, al 187, per far disattivare l'accesso ai numeri 144, 166 e 899. In questo modo, se anche venite infettati, il dialer non riuscirà a fare alcuna chiamata e quindi non andrete incontro a salassi in bolletta.

Antibufala: la campagna Aquaplastics

Circola un appello che dice grosso modo "Basta un clic sul sito www.aquaplastics.org per donare acqua all'Africa. L'iniziativa è dei produttori di materie plastiche in Europa, l'obiettivo è 1,5 milioni di clic e 150000 euro andranno all'associazione umanitaria WaterAid."
 
Il sito citato esiste e effettivamente presenta una campagna in inglese (ma c'è anche l'italiano) che promette una donazione di 150.000 euro, da parte dell'industria della plastica, a WaterAid se viene raggiunto un totale di un milione e mezzo di cliccate sul sito (nella zona "click to donate") entro il 22 giugno 2003.

Il sito WaterAid citato (http://www.wateraid.org/) appartiene effettivamente a un ente benefico registrato in Inghilterra (WaterAid, Prince Consort House, 27-29 Albert Embankment, London, SE1 7UB, UK. Tel: +44 (0) 20 7793 4500. UK Registered Charity No. 288701).

L'industria della plastica citata è l'APME (Association of Plastics Manufacturers in Europe), il cui sito (http://www.apme.org/dashboard/presentation_layer_htm/dashboard.asp) conferma l'iniziativa benefica.

In altre parole, sembra trattarsi di una regolare attività promozionale per incentivare l'uso della plastica: i fabbricanti di plastica sponsorizzano, WaterAid riceve i soldi della sponsorizzazione e li investe per fornire acqua al Terzo Mondo. Preferibilmente usando tubature in plastica, ovviamente.

Fino a prova contraria, l'iniziativa ha quindi tutti i requisiti per essere considerata affidabile. Lascio naturalmente a voi decidere se partecipare o meno: segnalo solo alcuni fatti che possono aiutarvi nella valutazione dell'efficacia economica dell'iniziativa.

Secondo quanto indicato sul sito, una cliccata vale 10 eurocent, ogni utente può cliccare una sola volta al giorno e c'è tempo soltanto fino al 22 giugno 2003. Iniziando oggi (20/4/2003) ci sono quindi circa 60 giorni di tempo: significa che ogni utente può generare una donazione massima di 6 euro. Non è una gran cifra, ma non è neppure una miseria. Se volete dare di più, comunque, potete farlo tramite le pagine interne del sito.

Ciao e buona Pasqua da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

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