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2004/09/06

[IxT] Il brevetto Microsoft sul Tab nei browser? Una bufala

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "giovanni.feller", "malesani" e "elena.porcelli".

Rieccomi dopo una tonificante pausa estiva: spero di trovarvi altrettanto ricaricati. Il Servizio Antibufala riparte tra un paio di giorni con un'infornata di nuove indagini sui temi che mi avete segnalato in queste settimane. E per chi ha seguito le mie vicende, posso confermare che la migrazione al Mac è stato un gioioso successo.

Comincio con una notiziola in un certo senso "preventiva": ho visto in giro parecchi commenti allarmati a proposito di un brevetto Microsoft che, stando alle voci che corrono, coprirebbe qualsiasi browser che usi il tasto Tab (o qualsiasi altro tasto) per saltare da un link all'altro in una pagina Web. Vorrei smentire subito la storia prima che si levi la solita ondata di proteste confuse.

La notizia, pubblicata per esempio da Slashdot, pare provenire in origine dal blog di Steve Suehring, redattore di LinuxWorld, che dichiara che il brevetto USA 6785865 sarebbe un brevetto che copre "nientemeno che l'uso della tastiera per navigare all'interno di una pagina Web", col risultato che qualsiasi browser non-Microsoft sarebbe in violazione del brevetto della società di zio Bill.

Si è gridato subito allo scandalo e all'ennesima manovra di Microsoft per soffocare il software libero tramite l'arma dei brevetti software, ma nella foga ci si è dimenticati di un paio di dettagli, verificabili consultando gratuitamente l'archivio dei brevetti USA e il testo integrale del brevetto citato.

Il primo dettaglio è che il brevetto è datato 1997. Di conseguenza, considerarlo come una mossa nella recente campagna di Microsoft contro l'open source è uno strafalcione che è meglio evitare per non far cadere nel ridicolo una causa peraltro validissima come l'opposizione ai brevetti software, che rendono impossibile l'innovazione da parte dei singoli e delle piccole società di software a tutto vantaggio delle grandi multinazionali del settore.

Il secondo dettaglio è che il brevetto non copre affatto tutti i browser che consentono la navigazione tramite tastiera. In un brevetto, quello che conta è il testo della prima rivendicazione, non il riassunto (Abstract) citato da Suehring. La prima rivendicazione descrive in realtà un particolare metodo per evidenziare i link in un documento.

In pratica, il metodo organizza i link in una sequenza di una lista di elementi, in base alla posizione dei link nel documento. Questa lista ha la particolarità di "comprendere informazioni che descrivono l'ubicazione di un link successivo e il suo tipo". Pigiando un tasto, il focus (per esempio l'evidenziazione o il cursore) passa al link successivo.

In altre parole, il brevetto non copre qualsiasi browser che permette di spostarsi da un link all'altro premendo un tasto, ma soltanto un browser che permetta di farlo e al tempo stesso generi una lista di link comprendenti informazioni sui link successivi, con tanto di tipo di quei link. Una cosa ben diversa, insomma, e tutto sommato innovativa per i browser dell'epoca (ricordate com'era l'Internet Explorer 3.0 citato nel brevetto?).

Sono contrario ai brevetti del software, e non sono certo il tipo che prende abitualmente le difese di Microsoft, ma stavolta si è gridato al lupo senza che ci fosse il lupo.

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