Primo impatto con un MacBook
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Ieri ho acquistato un MacBook di base per mio figlio Simone e ho colto l'occasione per fare una rapida prova su strada con relativa recensione dei laptop di base di Apple. Non ho pretese di fare una recensione esauriente: prendete quest'articolo più come una serie di appunti scritti dopo un breve ma piacevole incontro.
Il modello in questione è il MacBook 13" 2,0 GHz, bianco, con 1 GB di RAM, 80 GB di disco rigido, Wifi, Bluetooth, Firewire, webcam integrata, telecomando a infrarossi, processore Intel Core 2 Duo, lettore DVD e masterizzatore di CD... e niente Trusted Computing.
In Svizzera costa 1579 franchi, ossia circa 955 euro, contro i 1049 euro del prezzo di listino italiano: quasi cento euro in meno. Sul sito Apple svizzero si può ordinare la versione con tastiera italiana, ma nei negozi (come nel mio caso) si trova in genere la tastiera con layout svizzero.
Colpiscono subito i dettagli: la solita confezione ben curata; l'alimentatore MagSafe, che invece di avere uno spinotto di connessione rimane collegato grazie a una piccola ma potente calamita, così se si inciampa nel cavo di alimentazione, il laptop non viene trascinato rovinosamente al suolo; una calamita che trattiene il laptop in posizione chiusa (per aprirlo basta spingere sull'apposita rientranza, senza dover premere pulsanti).
C'è un telecomando minimalista per gestire i DVD, i video e la musica. Il trackpad è multitouch: si possono muovere le barre di scorrimento delle applicazioni tenendo fermo un dito sul trackpad e muovendone un altro. Si può coinstallare Windows. E poi, ovviamente, c'è OS X, con la sua ricerca fulminea (Spotlight), il suo cuore Unix-like con tanti comandi comodi per gli smanettoni, e la sua solidità e stabilità.
Le dimensioni e la leggerezza sono piacevoli ma non eccezionali, almeno per il mio metro: uso un iBook 12" da tre anni, sono abituato alla compattezza mobile. Qui sotto vedete il MacBook (a sinistra) a confronto con l'iBook in questione (a destra). Si notano la differenza di tastiera e lo spessore più ridotto del MacBook.
Ma non è tutto roseo: lo schermo è di quelli lucidi che vanno tanto di moda adesso, col risultato che i colori sono sì molto vivaci e contrastati, ma lo sono anche i riflessi, come vi mostrerò tra poco. La sensazione tattile del trackpad (o touchpad che dir si voglia) è abbastanza sconcertante: la superficie è quasi ruvida, ben diversa da quella del mio fedele iBook 12". E' silenzioso, ma la ventola ogni tanto parte, forse più spesso che nei vecchi modelli PowerPC. Inoltre manca l'adattatore mini-DVI/DVI o VGA, così comodo per collegare un monitor esterno: ora bisogna comprarlo a parte (20 euro).
La principale lamentela riguarda la tastiera. Lo spazio vuoto fra i tasti è disorientante; la corsa ridottissima dei tasti rende quasi nulla la conferma tattile della digitazione. E poi ci sono due magagne che ricorrono nei prodotti Apple portatili e che francamente non capisco perché non vengano risolte: l'assenza dei tasti PgSu/PgGiù (per i quali lo spazio ci sarebbe eccome) e di un tasto Canc (c'è soltanto il Backspace). Quest'ultima carenza è sistemabile con Doublecommand, ma rimane comunque una seccatura inutile il fatto di dover digitare due tasti, con due mani differenti, per fare quello che molte altre tastiere fanno con un tasto solo.
La prima accensione sorprende un po', con una voce che esclama "English!". Per il resto, è la configurazione standard del Mac. Interessante l'opzione di poter trasferire dati e programmi da un Mac precedente via cavo FireWire. Il rilevamento dell'access point Wifi è automatico, e se l'access point ha DHCP attivo e non ha WEP, la connessione è praticamente automatica.
Una chicca: durante la creazione di un account, il Mac offre di scattare una foto all'utente, usando la webcam integrata, per personalizzare la propria icona utente:
Già al primo avvio si notano i fastidiosi riflessi nel monitor:
Ecco un confronto fra lo schermo lucido del MacBook e quello opaco dell'iBook, fotografati con una finestra alle spalle: valutate voi qual è la soluzione meno fastidiosa. Nel MacBook, i colori rimangono ben contrastati, ma i contorni netti degli oggetti riflessi costituiscono una forte distrazione.
Nulla da eccepire, invece, in quanto a resa dei colori. Certo, l'iBook lavora ininterrottamente da tre anni e quindi ha perso un po' di prestazioni, ma il confronto è abbastanza eloquente:
A mio parere, a meno di 1000 euro è un buon laptop per entrare nel mondo Mac. La dotazione di software è notevolissima: GarageBand, Comic Life, iPhoto, Microsoft Office (in prova per 30 giorni), Apache, iWeb sono tutti preinstallati e pronti per l'uso. E poi c'è quel bonus non trascurabile dell'assenza pressoché totale di virus e altri rischi, perlomeno rispetto alla pioggia di piaghe del mondo Windows.
Tuttavia, se potete permettervelo, vale la pena decisamente di passare alla gamma Pro: prestazioni grafiche superiori (Nvidia GeForce 8600M GT da 128 MB), una tastiera tradizionale, un masterizzatore di DVD dual layer, la possibilità di scegliere fra schermo lucido o opaco, 2 GB di RAM standard, un disco rigido da 120 GB e altre opzioni fanno decisamente la differenza. La fanno anche sul prezzo, purtroppo: da meno di 1000 euro si passa a 1700 euro (prezzo svizzero) / 1899 euro (prezzo italiano); e bisogna prendere un oggetto più ingombrante, perché le dimensioni minime sono 15 pollici.
Più in generale, comunque, conviene aspettare la fine dell'anno, con l'uscita della nuova versione di Mac OS X e della nuova gamma di laptop che promette prestazioni aggiornate e consumi più bassi grazie alla sostituzione delle lampade di retroilluminazione con un sistema a LED già presente nei MacBook Pro da 15".
Personalizzazione di base
Per i curiosi, ecco in sintesi come personalizzo solitamente un Mac per renderlo più amichevole, specialmente per i neoutenti che provengono da Windows.
- Finder: personalizzo la barra strumenti aggiungendo Nuova cartella, Informazioni, Percorso ed Elimina. Nelle Preferenze/Generale, attivo Apri le nuove finestre in vista come colonne e nelle Preferenze/Avanzate scelgo Mostra tutte le estensioni dei documenti (un default stupido e pericoloso che Mac OS X condivide con Windows). Nella vista a icone (comodissima), scelgo Vista e attivo per tutte le finestre Allinea alla griglia, Mostra informazioni, Mostra anteprima e Mantieni ordinate per nome.
- Preferenze di Sistema: lo metto a portata di mano nel Dock. Nelle opzioni di sicurezza, attivo Chiedi una password per uscire dallo stop o dal salvaschermo e Disabilita login automatico. In Condivisione, attivo il firewall.
- Scarico naturalmente gli aggiornamenti e li installo. Meno male che ho un'ADSL, ci sono circa 100 MB da scaricare. Se non avete l'ADSL, state lontani dal Mac.
- Aspetto a disadminizzare l'account almeno finché l'utente non si è abituato alle differenze del Mac.
- Scarico e installo Firefox, impostandolo come browser predefinito. Safari, per i miei gusti, è troppo minimalista, e per chi già usava Firefox sotto Windows la vista dell'icona del panda rosso offre un riferimento familiare.
- Scarico e installo NeoOffice, porting di OpenOffice.org che su queste macchine recenti è finalmente agile e veloce.
- Scarico e installo Doublecommand, che si installa nelle Preferenze di Sistema e permette di ridefinire la tastiera, supplendo all'irritante mancanza di un tasto Canc (emulato normalmente con Fn-Backspace).
- Scarico e installo anche Namely: una delle più comode estensioni dell'interfaccia Mac. Premendo una combinazione di tasti assegnabile, compare una casella nella quale basta digitare le prime lettere del nome di un'applicazione e poi premere Invio per lanciarla quando il nome desiderato compare nella casella: Spotlight per le applicazioni, insomma. E' in assoluto il metodo più veloce per lanciare un'applicazione senza affollare il Dock. La localizzazione italiana dovrebbe essere scaricabile qui se ci si iscrive.
- Per consentire la manutenzione remota e guidare i neoutenti, installo un server VNC: uso OSXvnc (ora noto come Vine Server).
- Aggiungo un po' di codec: flip4mac per i formati Microsoft e Divx.com per i formati DivX.
- Infine scarico e installo Audacity per l'audio. GarageBand è molto bello, ma troppo sofisticato per chi deve registrare cose semplici, e ha una procedura scomodissima di conversione in formato MP3. Per cui scarico l'encoder LAME per Mac (in versione Intel, ovviamente; occhio alla legalità dell'uso di quest'encoder nel vostro paese) e lo scompatto, dandolo poi in pasto ad Audacity.
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