Ecco la "prova" di Straker, tratta da qui:
Alla quale rispondo con questa foto:
Corpo di mille cannoni all'orgone, ho trovato una foto di un aereo chimico e per giunta meno sgranata di quella degli sciachimisti? Un aereo che forma "dense scie... che non hanno origine dai motori"?
Macché: la foto è questa, da Airliners.net, e ritrae un Boeing 767 della Japan Airlines, immortalato in una foto scattata da un altro aereo che gli stava circa 300 metri sotto il 12 luglio 2005 in Estremo Oriente. I puntini bianchi sono cristalli di ghiaccio dispersi nell'aria.
E giusto per rincarare la dose, ecco un aereo che ha quattro motori ma lascia una scia singola centrale:
Anche in questo caso, non si tratta di un "aereo chimico", ma di un normalissimo Boeing 747 della United Airlines, fotografato lo stesso giorno sopra il Giappone a 800 metri di quota in più rispetto all'aereo del fotografo. L'originale è qui.
Foto come queste dimostrano che gli aerei di linea possono lasciare scie che non dipendono dai loro motori ma puramente dalle variazioni di pressione prodotte nell'aria dal loro passaggio. Scie che pertanto non sono vincolate dalle condizioni di quota, pressione, umidità e temperatura tanto sbandierate dai complottisti delle scie chimiche, che non si fanno scrupoli di citare (maldestramente) la Nasa come fonte autorevole per poi accusarla di far parte del complotto.
Allora, cari sciachimisti: tutte qui le vostre "prove"? Quante altre volte volete essere pescati a spacciare fenomeni normalissimi per prove di chissà quale demenziale cospirazione?
La seconda puntata di Rebus sulle scie chimiche si avvicina...
Aggiornamento (2007/11/29)
L'articolo di Straker è stato modificato aggiungendo proprio la foto che ho segnalato. Nella versione usata da Straker, però, è stata rimossa la dicitura che ne rivela l'origine assolutamente normale (il sito Airliners.net) e soprattutto ne indica l'autore.
Non solo: Straker ha aggiunto una didascalia che parla di "goccioline di pioggia", mentre la foto originale specificava che si trattava di cristalli di ghiaccio, sintomo di temperature e condizioni atmosferiche ben differenti da quelle che consentono la sospensione di gocce d'acqua.
Ma soprattutto viene da chiedersi quale strana logica venga seguita nel pubblicare la foto che ho segnalato: dato che questa foto mostra una normale scia di condensazione, perché quella molto simile presentata da Straker dovrebbe mostrare qualcosa di diverso? Boh.
Infine, è interessante notare che Straker, così disinvolto nell'appropriarsi di immagini altrui e cancellarne l'autore senza fornire riferimenti o rimandi, invece ammonisce, nel proprio sito, che "La riproduzione di immagini e testo è concessa solo a seguito di espressa autorizzazione" e che "In ogni caso, si chiede di citare la fonte con link cliccabile!".
Peras imposuit Iuppiter nobis duas...
Nessun commento:
Posta un commento