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2011/09/16

Disinformatico radio, podcast del 2011/09/16

È disponibile temporaneamente sul sito della Rete Tre della RSI il podcast della scorsa puntata del Disinformatico radiofonico. Ecco i temi e i rispettivi articoli di supporto: ufologi seri a caccia di ragni volanti contro le “scie chimiche”, foto rubate di Scarlett Johansson con Effetto Streisand, social network che si copiano a vicenda, incontri su Facebook che finiscono insolitamente male e lo scherzo che “rompe” Google.

Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.

Incontri su Facebook finiti decisamente male

Capita spesso di sentire i genitori che avvisano i figli di fare attenzione ai cattivi incontri su Internet e in particolare nei social network, ma ogni tanto anche i genitori avrebbero bisogno di questo promemoria.

A febbraio scorso il direttore di un supermercato in Belgio ha ricevuto il promemoria nel modo peggiore. Aveva fatto amicizia via Facebook con una donna di nome Katrien Van Loo, che a un certo punto lo aveva invitato a cena nel suo appartamento. Ma quando l'uomo è arrivato all'appartamento di "Katrien" vi ha trovato due uomini che lo hanno sequestrato, imbavagliato e bendato.

Un terzo malvivente, impossessatosi delle chiavi del supermercato che la vittima aveva con sé, si è recato al punto vendita e ne ha saccheggiato la cassaforte. I dettagli della vicenda, con le riprese delle telecamere di sicurezza, sono sul sito della polizia belga.

A Ferndale, nel Galles, la ventitreenne Leah Gibbs aveva scambiato messaggi romantici con il bel ventunenne Adam Minton. Lo scambio è sfociato in una proposta d'incontro, e Leah è andata in auto a casa di Adam. Adam non l'ha fatta entrare, ma le ha chiesto un passaggio al vicino centro commerciale. Certo, che male c'è?

Pochi minuti dopo, potete immaginare la sorpresa della Gibbs quando Adam è uscito correndo dal supermercato con il volto paonazzo ed è balzato in macchina, gridando “Vai, vai, vai!” e portando con sé una grossa borsa, come racconta il Mirror. La donna ha pensato che il suo boyfriend fosse nei guai e lo ha riportato a casa, dove però sono stati raggiunti dalla polizia, che ha arrestato entrambi per rapina. Un impiegato dell'agenzia di scommesse rapinata da Minton aveva preso il numero di targa della Gibbs, che si è trovata così a passare una notte in cella prima di essere rilasciata dopo aver chiarito la propria posizione. Il rapinatore conosciuto tramite Facebook è stato condannato a quattro anni e mezzo di reclusione.

In entrambi i casi, le vittime hanno commesso l'errore fondamentale di dare troppa fiducia a qualcuno conosciuto via Internet. Se proprio volete incontrare di persona uno sconosciuto, fatelo in un luogo pubblico e restate lì, preavvisate un parente o un amico e non scambiatevi l'indirizzo di casa prima di esservi conosciuti per bene.

Ufologi a caccia di ragni volanti contro le “scie chimiche”

Sembra un titolo da film di fantascienza di serie B, ma è una notizia seria: un gruppo di ufologi italiani, il CISU (Centro Italiano Studi Ufologici), è a caccia di ragni volanti e chiede l'aiuto degli internauti.

Una delle tesi di complotto più popolari su Internet è infatti quella delle cosiddette "scie chimiche": le scie lasciate in cielo dagli aerei sarebbero una forma di avvelenamento chimico su scala mondiale, fatto da chissà chi per scopi imprecisati. I sostenitori di questa tesi (sbufalata da tempo da chi in cielo e con gli aerei ci lavora, come i meteorologi e i piloti di linea) affermano che dalle "scie chimiche" precipiterebbero dei filamenti biancastri di natura misteriosa.

Gli aracnologi ribattono che non c'è nulla di misterioso e che le scie degli aeroplani non c'entrano affatto: i filamenti sono prodotti dai ragni migratori, che usano queste bave come vele per farsi trasportare dal vento. Ogni anno questo fenomeno stagionale crea non solo angosce infondate in chi si è fatto sedurre dalle teorie sulle “scie chimiche” ma anche un'ondata di avvistamenti ufologici fasulli, perché le tele s'intrecciano e formano chiazze iridescenti che si spostano in cielo. Così gli ufologi del CISU ne raccolgono campioni e chiedono agli internauti di fare altrettanto o di scattare fotografie, in modo da documentare e quantificare il fenomeno per smentire una volta per tutte le tesi aliene o complottiste.

Se non vi appassionano i ragni, tranquilli: quelli migratori sono piccolissimi e innocui. Le istruzioni dettagliate sono su Photobuster. Buona caccia!

Scherzi informatici: "Guarda! Hai rotto Google!"

C'è una battuta, tratta dalla serie televisiva inglese The IT Crowd, secondo la quale se si scrive "Google" in Google si rompe tutta Internet. Non è vero, per fortuna, ma se lo dite seriamente è facile che troviate qualcuno che ci casca.

Attenzione, però, perché qualcuno potrebbe anche dirvi che è vero e addirittura dimostrarvelo. Infatti esiste un difetto in Google che consente di "rompere" la sua pagina principale immettendovi i caratteri giusti. È molto semplice: cliccate qui, oppure digitate "${" (senza le virgolette) in Google. La pagina del celeberrimo motore di ricerca cambierà aspetto, apparendo tutta allineata a sinistra; sparirà la banda nera superiore e alcune scritte saranno sovrapposte disordinatamente sulle altre.

La cosa può sembrare banale, ma si tratta di un difetto estremamente serio che sta alla base di molte delle recenti violazioni di siti: quello che viene immesso dall'utente non viene filtrato adeguatamente e invece di essere interpretato come una parola da cercare viene accettato come istruzione che altera il codice della pagina o (in alcuni casi) offre accesso ai database privati del sito. Il fatto che una pagina visitatissima e fidatissima come quella di Google, nella quale gli utenti immettono davvero di tutto, abbia un difetto di questo genere non va sottovalutato.

Al momento non è chiaro se questa magagnina possa essere sfruttata per attacchi informatici; la discussione e la sperimentazione in questo campo, se vi intrigano, sono per esempio su Hackernews e StackOverflow.

Foto rubate di Scarlett Johansson: che cos'è l'Effetto Streisand?

Ieri l'universo di Twitter è stato scosso dalla notizia della diffusione su Internet di foto piuttosto private dell'attrice Scarlett Johansson. Si tratta di autoscatti che sarebbero stati sottratti dal suo telefonino perché la Johansson è stata presa di mira da un gruppo di vandali informatici che ha l'hobby di intrufolarsi nei dispositivi digitali delle star.

È una buona occasione per ripassare l'ABC della privacy del telefonino: se non avete voglia di leggere il manuale e impostare il vostro complicatissimo smartphone in modo che non riveli le vostre coordinate geografiche in ogni foto e non permetta a chiunque di accedere alla sua segreteria (come è successo per il recente scandalo delle intercettazioni nel Regno Unito), non fate autoscatti di natura potenzialmente imbarazzante. Non lasciate mai incustodito il vostro telefonino: bastano sei minuti per copiarne il contenuto scavalcandone la password o estraendone la schedina di memoria. Non lasciate attiva e visibile la connessione Bluetooth e non fidatevi degli accessi Wifi pubblici se dovete scambiare dati riservati.

In particolare, non fate come Paris Hilton, il cui telefonino fu violato nel 2005 perché il suo operatore cellulare aveva, come domanda per il recupero della password, “Qual è il nome del tuo animale domestico preferito?" e la Hilton aveva risposto alla domanda dando il nome effettivo del proprio cane, che era facilmente scopribile da chiunque grazie ai siti di gossip.

Scarlett Johansson ha mobilitato il proprio avvocato, diffidando qualunque sito dal pubblicare le immagini rubate, ma questo non ha fatto altro che autenticare le foto e moltiplicare l'interesse e la curiosità per questi scatti. Nel gergo di Internet questo autogol si chiama "Effetto Streisand", perché nel 2003 Barbara Streisand fece causa per 50 milioni di dollari a un sito, Pictopia.com, che aveva pubblicato, fra 12.000 immagini della costa californiana, una foto che includeva la villa della cantante. La villa, fino ad allora, non era conosciuta al grande pubblico e sarebbe rimasta sconosciuta se l'azione legale non avesse richiamato l'attenzione su quella specifica fotografia.

A proposito delle foto di Scarlett Johansson, va segnalato inoltre che c'è il rischio che i malfattori della Rete fabbrichino siti-esca infettanti basati sulla ricerca di queste foto, per cui è sconsigliabile cercarle a casaccio.

Faceboogle+ e Twitbook? I social network convergono

I social network si guardano l'un l'altro e, dicono le malelingue, si copiano a vicenda. Facebook ha annunciato una nuova funzione opzionale, la Smart List, che pemette di definire gruppi di persone con le quali condividere una specifica notizia o una fotografia: una funzione straordinariamente simile alle Cerchie di Google+, social network che a sua volta è stato accusato di aver copiato da Facebook (il pulsante "+1" sarebbe un clone del "Mi piace" di Facebook) e da Twitter (in particolare l'elenco degli utenti consigliati).

Copiature in vista anche nei confronti di Twitter, che ha festeggiato da poco i 100 milioni di utenti; è un social network molto pratico per chi vuole ricevere notizie fresche da siti specifici o celebrità (assolutamente affascinante e un pochino inquietante, per esempio, il flusso Twitter di Flightradar24, che segnala in tempo reale le emergenze a bordo degli aerei di linea; molto divertente quello dell'attrice Kaley Cuoco dal set di Big Bang Theory, serie TV seguitissima dai geek). Su Twitter chiunque può seguire chiunque senza dover aspettare che venga concessa l'amicizia, a differenza di Facebook. Guarda caso, Facebook ha preannunciato il pulsante Subscribe, che permetterà di ricevere notizie pubbliche anche da utenti Facebook che non ci hanno dato l'amicizia.

Intanto si preannunciano tempi duri per Google+: secondo alcuni dati preliminari, il numero dei messaggi pubblici è calato del 41% in un mese. Forse nel mondo dei social network c'è spazio per un solo contendente.

Fonti aggiuntive: The Register.

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