Usate Instagram? Allora leggete con attenzione le condizioni di utilizzo: stanno per cambiare, e nella nuova versione Instagram si prenderà il diritto di vendere le vostre foto senza chiedervi il permesso e senza pagarvi (aggiornamento: o almeno così è sembrato a mezzo mondo, me compreso, fino a quando è stata diffusa la smentita da parte di Instagram; dettagli più sotto).
Infatti secondo le nuove norme, che entreranno in vigore dal 16 gennaio prossimo, “you agree that a business or other entity may pay us to display your username, likeness, photos (along with any associated metadata), and/or actions you take, in connection with paid or sponsored content or promotions, without any compensation to you.”
In altre parole, dopo la metà di gennaio darete automaticamente il vostro consenso affinché Instagram (che da aprile fa parte di Facebook) prenda soldi “per mostrare il vostro nome utente, la vostra immagine, le vostre foto (insieme ad eventuali metadati associati) e/o le azioni che effettuate, in relazione a promozioni o contenuti pagati o sponsorizzati, senza alcun compenso a voi.”
In teoria, inoltre, questo significa che se avete pubblicato su Instagram qualche foto in cui sono ritratti i vostri amici, quando entreranno in vigore le nuove regole le immagini di quegli amici potranno essere usate nelle pubblicità in giro per la Rete, per qualunque prodotto, anche se loro non fanno parte di Instagram. Per dirla breve, li avrete venduti.
Quando si dice che nei social network e nei servizi gratuiti non siamo clienti ma siamo il prodotto in vendita, questo è esattamente quello che si intende. Buon divertimento.
Aggiornamento (2012/12/19 00:25): la BBC ha segnalato poco fa la correzione di Instagram, secondo la quale le nuove regole sono state fraintese: “è colpa nostra se questo linguaggio causa confusione”, ha scritto Kevin Systrom, cofondatore del sito. “Per essere chiari: non è nostra intenzione vendere le vostre foto. Stiamo lavorando a un linguaggio aggiornato nelle condizioni per assicurarci che questo sia chiaro.” La dichiarazione di Systrom descrive poi, per la verità non molto chiaramente, il reale significato delle frasi contestate:
To provide context, we envision a future where both users and brands alike may promote their photos & accounts to increase engagement and to build a more meaningful following. Let’s say a business wanted to promote their account to gain more followers and Instagram was able to feature them in some way. In order to help make a more relevant and useful promotion, it would be helpful to see which of the people you follow also follow this business. In this way, some of the data you produce — like the actions you take (eg, following the account) and your profile photo — might show up if you are following this business.
The language we proposed also raised question about whether your photos can be part of an advertisement. We do not have plans for anything like this and because of that we’re going to remove the language that raised the question. Our main goal is to avoid things like advertising banners you see in other apps that would hurt the Instagram user experience. Instead, we want to create meaningful ways to help you discover new and interesting accounts and content while building a self-sustaining business at the same time.
Ownership Rights Instagram users own their content and Instagram does not claim any ownership rights over your photos. Nothing about this has changed. We respect that there are creative artists and hobbyists alike that pour their heart into creating beautiful photos, and we respect that your photos are your photos. Period.
Ho preso una cantonata? Forse. O forse erano le parole di Instagram a essere ingannevoli, tanto da confondere praticamente tutti, dalla BBC a Time a National Geographic a Wil Wheaton, con l'eccezione di The Verge. Lascio a voi valutare.
Fonti: BBC, Punto Informatico, Wired, Gawker.
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