Il 2 aprile 1968 debuttava all'Uptown Theater di Washington 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. I suoi effetti visivi senza paragoni e la sua regia e fotografia reggono stupendamente ancora oggi, ma soprattutto è il suo tema senza tempo (siamo soli nel cosmo?) ad attraversare quattro decenni e mezzo senza aver perso nulla della propria profondità. 2001 fu, in sostanza, il primo film di fantascienza “serio”, che diede pari cittadinanza a questo genere solitamente relegato in seconda classe. Se volete saperne di più, potete stuzzicare l'appetito con questi miei articoli dedicati a 2001.
La NASA ha segnalato l'anniversario via Twitter linkando la splendida illustrazione di Robert McCall che fu usata per le locandine del film (non è un caso che la futura capsula spaziale della NASA si chiami Orion come lo Shuttle che si vede nel film di Kubrick). Qui sotto ne vedete una versione ridotta; quella ad alta risoluzione è qui.
Tirate fuori il Blu-ray del film, se l'avete, e godetevelo sullo schermo più grande che avete; non sarà il Cinerama o 70 mm dell'originale, ma è un buon inizio. Se non avete il Blu-ray, perlomeno canticchiate il Danubio Blu, e pensate che abbiamo davvero una Stazione Spaziale Internazionale, abitata ininterrottamente da più di dieci anni, che volteggia nel cielo sopra di noi. Pensate che pochi giorni fa un'astronave vi ha attraccato e l'abbiamo potuta seguire in diretta via Internet.
Orion Leaving Space Station, di Robert McCall. Credit: Robert McCall/MGM. |
Aggiornamento
Per una gustosa coincidenza, Samantha Cristoforetti ha postato poco fa una serie di foto del proprio addestramento con lo European Robotic Arm che verrà installato prossimamente sulla Stazione Spaziale Internazionale. Una di queste foto, che vedete qui sotto, mi ha ricordato un aneddoto raccontato da Arthur C. Clarke, coautore di 2001 insieme a Kubrick, nel libro The Lost Worlds of 2001:
29 maggio 1966. Visita sul set da parte dell'addetto dell'aviazione sovietica. Ha guardato tutte le targhette d'istruzioni sui pannelli dell'astronave e ha detto, assolutamente serio, 'Si rende conto, ovviamente, che tutte queste scritte dovrebbero essere in russo.'
Cliccate sulla foto per ingrandirla e guardate il pannello dei comandi usato da Samantha...
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