La società
di sviluppo di videogiochi Green Heart Games ha provato una strategia
inconsueta e molto interessante per educare gli utenti sui danni
della pirateria del software (che a differenza dello scaricamento
puro di film, telefilm e musica è reato anche in Svizzera).
La Green
Heart ha immesso
intenzionalmente di nascosto in Rete, sui circuiti di scambio, una
copia “pirata” di uno dei propri giochi: guarda caso, un gioco
che simula la gestione di un’azienda che produce videogiochi. La
copia era truccata in modo tale che nello svolgimento del gioco, a
differenza della versione regolare, l’azienda virtuale fallisse
sempre a causa della pirateria dei suoi prodotti.
In altre
parole, i pirati (reali) si trovavano a perdere nel gioco a causa dei
pirati (virtuali) perché avevano piratato il gioco (reale) e
venivano quindi puniti perché nel gioco tutti facevano quello che
avevano fatto loro nella realtà.
Ironicamente,
i giocatori che avevano piratato il gioco (che costa soltanto 8
dollari) si sono affollati nei forum a lamentarsi che non riuscivano
a completare il gioco a causa della pirateria che avviene
nell’universo del gioco stesso. Uno di loro ha scritto addirittura
“Perché c’é così tanta gente che pirata? Mi
mandano in rovina... non è giusto”, senza
rendersi conto che la sua lamentela si poteva applicare anche al suo
stesso comportamento.
L’esperimento
ha anche messo in evidenza l’elevatissima percentuale di uso non
retribuito del gioco: dopo un solo giorno di disponibilità, oltre il
93% delle copie scaricate erano abusive.
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