La falla nel modulo orbitale di una delle navicelle russe Soyuz attualmente attraccate alla Stazione Spaziale Internazionale, che ho raccontato qui e qui nei giorni scorsi, non è stata prodotta da un impatto dall’esterno ma è un foro di trapano, fatto non si sa da chi.
L’agenzia di notizie russa TASS ha pubblicato il 3 settembre scorso un articolo in cui cita in proposito Dmitry Rogozin, CEO dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, che ha dichiarato che la “frattura” nella Soyuz è stata causata da un “errore tecnologico”.
Rogozin ha aggiunto: “Stiamo considerando tutte le teorie. Quella riguardante un impatto meteorico è stata scartata perché lo scafo del veicolo spaziale è stato chiaramente colpito dall’interno. Tuttavia è troppo presto per dire con certezza cosa è succcesso. Ma sembra opera di una mano instabile... è un errore tecnologico di uno specialista. È stato fatto da mano umana -- ci sono tracce di un trapano che scivola sulla superficie. Non respingiamo nessuna teoria. È questione d’onore per la società Energia trovare l’individuo responsabile, scoprire se si è trattato di un difetto accidentale o di un danno intenzionale e scoprire dove è stato prodotto -- sulla Terra o nello spazio. Ora è essenziale vedere la ragione, conoscere il nome dell’individuo responsable. E lo scopriremo, senza dubbio.”
Altre notizie sull’argomento sono su Ria.ru e Topwar.ru (in russo). Secondo SpaceflightNow, che cita RIA Novosti che cita una fonte anonima, la persona responsabile del danno sarebbe già stata identificata.
Secondo Ars Technica, che cita Gazeta.ru, non sarebbe la prima volta che incidenti di questo genere avvengono presso Energia, la società russa che costruisce le Soyuz. Un ex ispettore dell’azienda dice di aver trovato un foro passante nello scafo di un modulo di rientro, che non era stato segnalato a nessuno ma semplicemente tappato con del materiale epossidico. Il foro fu trovato dopo il rientro sulla Terra; il tecnico che aveva fatto la riparazione fu licenziato.
La riparazione della falla effettuata inizialmente dai cosmonauti sembra tenere egregiamente, anche se secondo il rapporto quotidiano della NASA del 31 agosto erano state svolte attività supplementari per sigillare un piccolo percorso di perdita residuo.
La NASA si è limitata a dichiarare che darà supporto alla commissione d’indagine russa, che prevede di terminare i propri lavori a metà settembre, secondo The Verge.
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