Come mai improvvisamente la mia mailing list è diventata così prolifica (e magari anche prolissa)? Semplice: ho deciso che invece di archiviare e catalogare tutte le informazioni salienti che ricevo su Internet e dintorni e tenerle per me, le giro anche a voi.
Insomma, pubblico i miei appunti, con la presunzione che possano essere utili e interessanti anche per qualcun altro oltre me.
In questo modo l'archivio dei miei articoli (ché è sempre disponibile gratis presso http://come.to/topone) diventa la mia biblioteca di riferimento digitale. E ho meno carta in giro ;-)
Sicché è giusto come appunto e curiosità che vorrei condividere un dato sulla ricchezza di Bill Gates. Alla fine di maggio 1998, la ricchezza _personale_ del quarantaduenne Bill Gates si aggirava intorno ai 48 miliardi di dollari, pari a circa 86.000 miliardi di lire al cambio attuale. [Fonte: Fortune del 20 luglio 1998, p. 41]
Perché molta gente ce l'ha con Mr. Gates
Ecco un esempio delle politiche che hanno creato la dubbia fama di bill Gates. Cito le sue parole da un dibattito pubblico, stampato nella rivista americana Fortune del 20 luglio 1998, p. 44]:
"Anche se ogni anno si vendono in Cina circa tre milioni di computer, la gente là non paga per il software. Un giorno, però, lo faranno. E finché continueranno a rubare software, vogliamo che quel software sia il nostro. Diverranno in un certo senso dipendenti ["addicted", come una droga]. Poi in qualche modo troveremo come farci pagare, nei prossimi dieci anni o giù di li".
Insomma, la prima dose è gratis, tanto per creare dipendenza; le altre si pagano. Al diavolo il diritto d'autore, la giustizia, la lotta alla pirateria e quant'altro. Le altre società di software, che non hanno 10 miliardi di dollari (circa 18.000 miliardi di lire) di _riserve_ [fonte: lo stesso articolo], non possono permettersi queste strategie e soccomberanno.
Complimenti!
Ancora sui temi di maturità "rivelati" via Internet
Ricordate l'articolo di qualche tempo fa a proposito dei titoli dei temi di maturità "anticipati" via Internet?
Beh, un lettore che ha insegnato per diversi anni nelle scuole italiane all'estero mi conferma che:
"Non sono molte le scuole superiori all'estero, ma esistono. Soprattutto nell'America Latina, in Eritrea, in Etiopia, in Europa. Non mi risulta che ci siano in Australia o in Estremo Oriente. Io stesso ho insegnato a Zurigo in un liceo linguistico privato ma legalmente riconosciuto dallo Stato (io infatti sono di ruolo in Italia e pagato dal M.P.I.). La maggior parte di questi istituti sono privati e riconosciuti. Ad Atene, per esempio, il liceo scientifico e la scuola media sono statali. Per avere una lista basta collegarsi col Ministero degli Esteri o tramite i sindacati; per esempio il sito della CGIL ha in rete gli elenchi di tutte le scuole italiane all'estero e quelli del personale in servizio."
"[Comunque] pare che nelle scuole all'estero i temi siano diversi, proprio per evitare simili congetture: basta pensare alle scuole in Sud America, li potrebbero conoscere con parecchie ore di anticipo. al Ministero degli Esteri o alla Pubblica Istruzione dovrebbero saperlo: penso proprio che sia una classica leggenda metropolitana (anch'io ho letto i msg sul newsgroup it. scuola)."
Un altro lettore mi segnala che un suo amico "due ore prima dell'inizio del suo esame in Italia (8.00) si è connesso ed ha trovato i temi di maturità spediti all'ambasciata italiana in australia. Ma siccome chi di dovere se ne era già accorto anni fa, sono stati dati titoli con argomenti diversi."
Insomma, ragazzi, non cercate soluzioni facili via Internet. E siate onesti almeno alla maturità ;-)
Comunicare con i ciechi via Internet: il galateo
Da tempo mi batto (si fa per dire) insieme a molti altri utenti affinché si usi il testo semplice nell'e-mail, senza fronzoli ed effetti speciali, che sono fuori standard. Dicevo che c'e' anche un altro motivo importante, al di là del rispetto degli standard: la compatabilità dei vostri messaggi con i non vedenti.
(C'e molta gente che si stupisce ancora che un cieco possa usare Internet. Anzi, non capisce neppure perché gliene venga la voglia. Ebbene, ci sono tanti ciechi, sordi, muti, disabili sulla sedia a rotelle che non possono comunicare facilmente con le altre persone nel mondo reale. Internet invece glielo consente, mettendoli alla pari con tutti gli altri).
Dunque veniamo alle regole, mandatemi da un lettore esperto in materia, su come inviare posta "universale", cioe' che sia leggibile in tutto il mondo, con qualsiasi programma e anche da persone che hanno bisogno di uno "screen reader" (un programma che legge ad alta voce i caratteri sullo schermo):
-- niente accentate
-- niente caratteri strani o disegnini come "firma" dei propri messaggi
-- soprattutto, _niente_ _HTML
I simboli di quoting (>) danno fastidio ad alcuni programmi; idem per le evidenziazioni fatte con gli asterischi, come *questa*, le ciberfaccine e gli acronimi tipo IMHO, 6UL8R.
Le frasi in inglese posso creare confusione perché vengono pronunciate alla Dan Peterson.
coloro che invece usano una barra braille a 40, 65 o 80 colonne non hanno problemi, ma non tutti i ciechi sanno leggere il Braille.
Ricordate: usare formati non-standard significa escludere molta gente dal vostro giro. Non vi potranno leggere non solo i ciechi, ma anche quelli che usano programmi "normali" come Eudora, pine, elm e altro.
Tenete presente che non tutti usano Windows 95, Microsoft Outlook eccetera. Vogliamo tagliarli fuori? Rischiate invece di essere _voi_ a tagliarvi fuori, quindi occhio!
Chi fa soldi con Internet in Italia
Non è facile diventare ricchi con Internet, come dicevo in uno dei miei articoli recenti. Se pensate che fare il provider sia una fonte di prosperità, considerate queste cifre, citate dal settimanale "Sette" della prima settimana di luglio 1998, pagina 105: TIN, la divisione Internet "domestica" della Telecom, ha investito nel 1997 94 miliardi e ne ha portati a casa 13 (ricavi). La divisione "affari", ossia Interbusiness, ne ha spesi 123 e incassati 77. Le altre società non comunicano i dati di bilancio (alla faccia della trasparenza).
Unica eccezione: It.net, che ha avuto nel 1997 un margine di 100 milioni su ricavi per 3,8 miliardi. Noccioline, insomma.
C'e' chi invece guadagna alla grande: i fornitori di contenuto. Un classico caso è la Seat, che con le Pagine Gialle online, ma soprattutto con la creazione delle pagine Web degli inserzionisti (120.000 pagine per 50.000 clienti), ha raccolto pubblicità per 26 miliardi in 18 mesi.
Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.
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