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2005/07/14

PDF censurati, ricompare il trucco della “pecetta”

La pecetta che non pecetta colpisce ancora


Ricordate il dossier Calipari e le sue censure che si potevano togliere con un copia-e-incolla? Molti avevano sospettato che si trattasse di una falla lasciata intenzionalmente. Suvvia, nessuno può essere così scemo da fare una cosa del genere per sbaglio.

All'epoca avevo trovato un paio di altri casi in cui lo stesso errore era già stato commesso disastrosamente, dimostrando secondo me che, come al solito, non è necessario tirare in ballo il complotto quando i (mis)fatti possono essere spiegati dalla semplice incompetenza.

The Register racconta che il documento formale di accusa contro il londinese Gary McKinnon, accusato di aver "bucato" il Pentagono, rivela gli indirizzi IP dei computer attaccati, coperti dalla classica "pecetta". L'elenco di indirizzi IP include indirizzi del Pentagono, dell'USAF, e di altri server del Dipartimento della Difesa statunitense che McKinnon è accusato di aver attaccato (lui dice di averlo fatto per scoprire la verità sugli UFO).

Il documento con le pecette del piffero è tuttora scaricabile ed è ancora possibile rivelarne le parti nascoste.