Il 30 giugno scorso è stato inserito un secondo in più al tempo coordinato universale (UTC), l'ora ufficiale di riferimento per moltissime attività, per cui alle 23:59:59 UTC non si è passati alle 00:00:00 del giorno dopo (1 luglio) ma gli orologi ufficiali hanno segnato 23:59:60.
Il secondo (in gergo secondo intercalare) è stato aggiunto per sincronizzare l'ora ufficiale con le leggere variazioni della rotazione terrestre, come avviene ogni tanto: era già capitato a giugno 2012, per esempio, seguendo una prassi introdotta nel 1972.
Ma che differenza può mai fare un secondo? Può sembrare strano, ma ci sono moltissimi processi nei quali un secondo fra una differenza enorme e trovarsi fuori sincronismo è un dramma. Per esempio, un lancio di un razzo di rifornimento che deve incontrare la Stazione Spaziale Internazionale deve essere preciso al secondo, altrimenti mancherà il proprio bersaglio, che in un secondo si sposta di quasi otto chilometri.
Anche sulla Terra un secondo può causare guai grossi: il giorno dell'inserimento del secondo intercalare precedente, a giugno 2012, sono andati in tilt siti come Reddit, Gawker, molti server Linux e la compagnia aerea Quantas ha avuto problemi informatici che hanno causato ritardi in una cinquantina di voli. Anche il settore finanziario, con le operazioni di borsa automatizzate che lavorano sulle frazioni di secondo, ha seri problemi se il software non è capace di gestire il caso di un minuto che ha sessantuno secondi (da 00 a 60) invece dei normali sessanta. Infatti per l'occasione le borse statunitensi hanno risolto drasticamente il problema chiudendo le contrattazioni poco prima dell'istante del secondo intercalare.
Il problema tecnico è che si tratta di una situazione che si verifica molto raramente (prima del 2012 c'era stato un secondo intercalare nel 2008) e quindi il software che la gestisce non viene quasi mai messo alla prova; inoltre le simulazioni delle interazioni fra sistemi situati su reti molto vaste diventano impraticabili.
Noi utenti comuni non dobbiamo fare nulla: computer, tablet e telefonini di norma si sincronizzano quando si collegano a Internet.
Fonti: Ars Technica (1, 2).
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