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2015/09/07

Dischi rigidi wireless Seagate hanno accesso nascosto. Account: root, password: root

Facepalm formato Godzilla meritatissimo.
Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alla gentile donazione di “giampi*”. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Ultimo aggiornamento: 2015/09/08 11:00.

Non ci posso credere. Seagate, notissima marca di dischi rigidi, ha messo in vendita dei dischi accessibili via Wi-Fi lasciando nel firmware un accesso nascosto (raggiungibile via riga di comando con telnet) che permette a chiunque di leggere e scrivere sul disco stesso. Basta sapere il nome dell'account, che è un prevedibilissimo root, e indovinare la password di quest'account, che è ancor più prevedibilmente root.

I modelli contenenti questa simpatica funzione non documentata sono i Seagate Wireless Plus Mobile Storage, i Seagate Wireless Mobile Storage e i LaCie FUEL. La segnalazione proviene dal CERT.

Come se non bastasse questa falla, questi stessi dispositivi hanno altre due falle che permettono a chiunque di scaricare e, rispettivamente, caricare file di qualunque tipo via Wi-Fi.

Immaginate quindi chi compra questo genere di disco rigido pensando che sia un modo pratico per avere qualche cavo in meno in giro e poi scopre che chiunque può scaricarne il contenuto e può anche alterarlo, per esempio mettendovi versioni infette di applicazioni e copie taroccate di documenti oppure iniettandovi file compromettenti (“Caro, aspetta, posso spiegarti tutto, quel video con il burro di arachidi e il labrador me l'ha messo sul disco un hacker via Wi-Fi”).

Seagate ha pubblicato un firmware aggiornato, ma resta da vedere quanti clienti ne verranno informati e rimedieranno. Forse questa foga modaiola di eliminare i cavi (il cosiddetto cord-cutting) in favore delle connessioni senza fili andrebbe ragionata un attimo.


Aggiornamento (2015/09/08): Rispondo qui ai molti commenti che chiedono che senso abbia un disco rigido Wi-Fi, dato che comunque ha bisogno di almeno un cavo (l'alimentazione). Per esempio, ha senso se devo condividere lo stesso disco fra più utenti, specialmente in modo estemporaneo (vai a una festa, piazzi il tuo disco in condivisione, meglio se in sola lettura, e lasci che tutti ne scarichino foto, film o altro), oppure se il disco ha un filesystem non gestito dal dispositivo che vi vorrebbe accedere (un Mac che vuole scrivere su un disco NTFS, per citare un caso ricorrente).